Home Future “Più CEO donne? Non solo è giusto, ma strategico”. Parola di 5 AD

“Più CEO donne? Non solo è giusto, ma strategico”. Parola di 5 AD

“Più CEO donne? Non solo è giusto, ma strategico”. Parola di 5 AD

L’equilibrio di genere, con particolare riferimento ai ruoli apicali, è un obiettivo che i leader di oggi devono impegnarsi a conseguire. Non solo perché è giusto, ma perché i benefici sono evidenti per imprese, comunità e sistema Paese. È quanto emerge dall’Osservatorio “Donne e Mondo del lavoro” a cura di Lattanzio KIBS, che ha realizzato una ricerca quantitativa su più di 300 donne e lo ha presentato in occasione del lancio di CEO Factory. Il nuovo progetto di mentorship rivolto a donne di talento che aspirano ad essere le leader del futuro in aziende ed organizzazioni raccoglie oltre cento amministratori delegati delle principali aziende italiane e multinazionali provenienti da diversi settori come True-News.it ha avuto modo di raccontare.

L’iniziativa, promossa da GirlsRestart, una delle community più attive nella valorizzazione e nel potenziamento del contributo femminile nel mondo del lavoro, prevede sessioni di mentorship che dureranno per sei mesi, tra settembre 2022 e febbraio 2023.

Abbiamo raccolto i consigli e le esperienze di cinque CEO che hanno deciso di aderire a questo progetto: Mariangela Marseglia (Amazon), Nicola Lanzetta (Enel), Maximo Ibarra (Engineering), Duccio Vitali (Alkemy), Michel Cohen (DentalPro).

Donne e mondo del lavoro: più meritocrazia, ma attenzione all’autoesclusione

Secondo la ricerca, i leader oggi devono costruire un clima di fiducia (il 52% dichiara che “un leader deve saper motivare ispirando fiducia”) e apertura (il 48% sostiene che il leader deve “saper ascoltare attivamente i collaboratori”), lasciando liberi i propri collaboratori di esprimere il loro valore aggiunto e portare il proprio contributo. Secondo le rispondenti, i leader oggi devono essere sempre più capaci di prendersi cura dei team e farsi carico concretamente della crescita dei propri collaboratori (43%). 

Un altro elemento molto sentito è la meritocrazia, “garante” dell’equità di genere: premiare il merito e riconoscere il valore delle persone è sicuramente un’aspettativa che le donne hanno verso i leader.

Ma ci sono anche delle situazioni di non inclusione per “autoesclusione”: nelle donne sono ricorrenti molti bias che minano la disposizione a credere in sé stesse. Infatti, tra le aspettative che le donne hanno dalla mentorship, una delle più importanti è incrementare la fiducia in sé stesse (57% dei rispondenti riconoscono la “fiducia in sé” un benefit della mentorship).

“La parità di genere è un asset strategico sempre più rilevante, capace di avere impatti positivi sulle performance di tutte le organizzazioni. Si tratta di un percorso di cambiamento che tutte le aziende possono e devono fare ma che non può essere disgiunto da un profondo lavoro di revisione degli strumenti di welfare familiare e maggiori sforzi nella diffusione di una cultura più capillare della parità di genere. In questo senso, le attività di mentorship rappresentano un potente acceleratore per promuovere la crescita delle risorse femminili ad elevato potenziale”, Dario Baroni, Amministratore Delegato di McDonald’s Italia.

Mariangela Marseglia (Amazon): “Il valore di una leadership gentile”

“Come tutte le cose belle e preziose, anche il valore dell’inclusione e della parità di genere va curato, preservato e alimentato. Fondamentale sono il confronto e il dialogo costante. Nella mia visione manageriale il concetto di leadership fa sempre rima con gentilezza. Essere un leader gentile consente di mettere a proprio agio ogni persona con cui si lavora e di far esprimere ciascuno al massimo del proprio potenziale, creando così quell’ambiente inclusivo, fucina di nuove idee, creatività e innovazione” dichiara Mariangela Marseglia, Country Manager Amazon in Italia e Spagna. 

Nicola Lanzetta (Enel): “Incentiviamo le discipline STEM e il work-life balance”

“Superare il gender gap e favorire l’armonia tra vita privata e lavorativa sono condizioni imprescindibili per aumentare il benessere delle persone e accelerare una transizione energetica che richiede competenze nuove e trasversali. Per farlo portiamo avanti il nostro impegno con azioni concrete: formazione, iniziative per promuovere le discipline STEM tra le giovani studentesse, politiche di caring per garantire pari opportunità e attenzione al work-life balance” sostiene Nicola Lanzetta, Direttore Enel Italia.

Maximo Ibarra (Engineering): “Promuovere la gender equality alimenta creatività e risultati aziendali”

“I processi di trasformazione digitale creano anche nuove figure professionali e finalmente nuovi spazi di leadership anche per le donne. I dati che abbiamo visto oggi sul crescente interesse femminile per le discipline STEM sono incoraggianti. Se il digitale determina più inclusione e opportunità più eque, il contributo di leadership femminile deve essere centrale nell’ambito di processi che stanno modificando l’ecosistema delle nostre città, del nostro lavoro, della sostenibilità ambientale. Sono certo che privilegiare la gender equality, la diversità, il merito e l’Inclusione alimenti anche la creatività e, di conseguenza, i risultati aziendali” afferma Maximo Ibarra, CEO di Engineering.

Duccio Vitali (Alkemy): “Lottare contro i bias e incentivare role model femminili”

“Un punto di partenza è la consapevolezza che l’equità di genere non sia solo giusto, ma anche strategico. A maggior ragione quando si ha a che fare, come nel nostro caso, con l’ambito STEM. In dieci anni abbiamo fatto dieci acquisizioni di società nel settore dei dati, della tecnologia e del digital marketing. Queste dieci società erano rappresentate da 30 soci, di cui 29 uomini e 1 donna. Noi stiamo cercando di fare la differenza con oltre il 45% di risorse femminili, ma è stato possibile perché fin dalla nostra nascita ci siamo posti il target di almeno la metà dell’occupazione rivolta a donne. Occorre inoltre lavorare per sconfiggere alcuni bias esistenti e incentivare i role model femminili” spiega Duccio Vitali, CEO Alkemy. 

Michel Cohen (DentalPro): “Un buon mentore aiuta a commettere meno errori possibili”

“Noi siamo partiti da zero 12 anni. La prima cosa, oltre ad avere una buona idea e delle persone in gamba, era trovare degli investitori. Nel tempo ho trovato 70 investitori privati che mi hanno dato fiducia e molti di loro sono stati anche dei mentori, portando ulteriore valore nel progetto. Forse oggi le donne si buttano un po’ meno e hanno meno consapevolezza nelle proprie competenze. Il mentor deve aiutare queste giovani donne a credere in se stesse, ad avere più coraggio, che sia per avviare una start up o per poter compiere una crescita manageriale. Altro compito fondamentale di un buon mentore è aiutarle a commettere meno errori possibili” consiglia Michel Cohen, Founder e CEO Dental Pro.