Home Facts Sanremo 2024, le pagelle della finale: Geolier più vittimista di Giorgia Soleri (voto 1), Angelina Mango vince perché meno peggio (voto 6.5)

Sanremo 2024, le pagelle della finale: Geolier più vittimista di Giorgia Soleri (voto 1), Angelina Mango vince perché meno peggio (voto 6.5)

Sanremo 2024, le pagelle della finale

La messa è finita, andiamo in noia. Sanremo 2024 si conclude con la vittoria della giovane figlia d’arte Angelina Mango che, nonostante un televoto delirante, riesce a spuntarla sul rapper con gli occhiali Geolier, già opportunamente fischiato a dovere dal teatro Ariston tutto. E ora spernacchiato pure dallo sforzo congiunto delle due sale stampa che, votandogli contro in massa, gli fanno: “Sai chi ti saluta tantissimo? Il primo posto”. Non c’è pace per Annalisa che sale sul podio, terza, ma avrebbe meritato di più se solo si fosse premurata di portare in gara una canzone decente. Nella rosa dei cinque migliori in campo, troviamo un inspiegabile Ghali lì per il messaggio contro il razzismo – aridaje, più che per quella fabiovolata di brano con cui ha pur avuto il barbaro coraggio di presentarsi in gara. Quinto, e qui siamo su Narnia, l’ex Amico di Maria Irama grazie alla sua nenia d’amor perduto che si è distinto per aver cantato senza scandire nemmeno una sillaba del testo. Mai. Ma non importa. Prima di tutto perché qui della classifica ce ne sbattiamo. E poi anche perché, tanto, ‘sto Festivàl verrà ricordato nei secoli dei secoli soltanto per il ballo del qua qua. In attesa che John Travolta si faccia eleggere Presidente USA solo per dichiararci guerra, procediamo a dragare questo nuovo, per fortuna ultimissimo, abisso infernale tra canzoni loffie, televoti misteriosamente guasti e Fiorello che canta Modugno travestito da Michael Jackson led. Coraggio.

La Sad, così punk che uno s’è fatto un trasferello: voto 4

La Sad a Sanremo 2024
La Sad a Sanremo 2024

“Non comprate la droga. Diventate rockstar così ve la daranno gratis!”. Diceva Bill Nighy nei panni di un rocker decaduto in Love Actually. Ecco, i La Sad nascono a Sanremo giovanissimi e già decaduti. All’Ariston per fare un po’ di colore, hanno le sembianze di tre tizi che non vorresti incrociare per strada manco in pieno in giorno, ma poi il loro brano “Autodistruttivo” non può proprio rinunciare al bel messaggio per il pubblico. In questo caso: “Non suicidatevi, per favore, non si fa”.

Uno di loro, quello blu, si è “tatuato” un trasferello con l’effige di Amedeo Sebastiani sul dorso della mano e lo vorrebbe mostrare con orgoglio all’Italia tutta, ma alla regia purtroppo non interessa. Di punk questi ragazzi hanno solo le stecche, mirabile il ritornello che inizia parlando di vomito perché, si vede, uno di ‘sti tre magari una volta ha rigettato, strafatto di Bacardi Breezer alla fragola. A fine esecuzione, in tutti i sensi, tirano fuori uno straccetto multicolor: “Questa è la bandiera dei La Sad, contro ogni discriminazione. Un primo passo per cambiare il Paese”. Nientemeno? Nientemeno. Si congedano ringraziando “Tutti i nostri bimbi sad che ci seguono dal giorno zero”. I bimbi sad. Su Twitter (pardon, X!) sono stati definiti “I Pinguini Tattici dopo il nucleare”. E infatti il brano che hanno portato in gara è scritto – anche – da Riccardo Zanotti della band bergamasca. Abbiamo perso il conto delle sciagure intorno a questi tre ragazzi. Fondo classifica, 27esimo posto, finalmente qualcosa di happy. 

 

Diodato fa Diodato e tutti gli danno del genio (sbadigliando): voto 7-

Diodato a Sanremo 2024
Diodato a Sanremo 2024

Per la finale, rinuncia al taglio di capelli da chierichetto. Ma non al mood. Diodato ha portato al Festival questa ballad dal titolo “Ti Muovi” che sa tanto di salmo responsoriale, sia pur cantato bene. La vita sa essere strana, è noto, magari sei ballerino di professione e una sera ti ritrovi sul palco dell’Ariston a far finta di pogare su una canzone loffia di Diodato. L’imbarazzo del corpo di ballo, è palpabile. Apprezzatissimo sui social dove tutti gli danno del poeta, del Neo di Matrix, forse Gesù, in realtà questo è stato forse il peggior Sanremo, qualitativamente parlando, del timido cantautore col baffetto.

Il pezzo è un copia e incolla svogliato di qualunque altra sua canzone. Però, la stampante aveva finito il toner. Padre putativo di Sangiovanni per brio e joie de vivre, stavolta l’ex fidanzato di Levante ha toppato. Fa ancora rumore, certo, solo che è sempre lo stesso rumore. I tempi di “Che vita meravigliosa” sembrano appartenere oramai al Pleistocene. Chiude la gara tredicesimo, nonostante quest’anno il livello medio die brani in gara si farebbe asfaltare pure dal Catalicammello colore Caramello. Che poi è più o meno il pezzo che hanno portato i Ricchi e Poveri.

Fiorello è il primo vero co-co, storia di un’associazione maschiosa: voto 5

Fiorello a Sanremo 2024
Fiorello a Sanremo 2024

Un’associazione maschiosa. Che dalla sera della finale del Festivàl, prende il minaccioso nome di “Amarello”. Amedeo Sebastiani e Rosario Ciuri Tindaro Fiorello conducono insieme le ultime sei ore della kermesse ed è la prima volta che vediamo in scena un “co-co” plenipotenziario. Se Lorella Cuccatini e Teresa Mannino si sono intraviste sul palco il tempo di un paio di selfie, il BFF di Ama dopo essere entrato in scena travestito da Michael Jackson led, ma cantando Modugno, non ce lo si leva di torno mai più. Che tanto c’è tempo.

Inevitabili (?) i siparietti sul ballo del qua qua, le frecciate sulla pubblicità occulta. Perché John Travolta è il nemico, manca solo che gli auguri la febbre ogni sabato sera. Il livello, tanto, quello è. “Questa sera quando si esibirà l’ultimo in gara, il primo sarà già in tournée”. Appena – ossia le rare volte in cui – sposta il focus dal proprio ombelico, sì, Fiorello può anche far ridere. La bocciatura deriva più che altro da un vizio di forma: poteva partecipare a tutte le serate. Non lo ha fatto, e mai se lo sarebbe sognato, non tanto per l’impegno notturno con VivaRai2. Ma solo perché prima voleva avere certezza che gli ascolti fossero ok, anzi, almeno almeno faraonici. Del resto, è sempre lui che, negli ultimi cinque anni, aveva l’abitudine di non presentarsi in conferenza stampa se lo share, in punti percentuali, risultava di un centesimo in meno rispetto all’anno precedente. Stavolta, invece, tutto alla grande e allora eccolo giulivo a prodursi in uno sketch sulla stitichezza (che fa sempre ridere, assai, come no?). Rancoroso e prima donna, speriamo questo sia davvero l’ultimo anno. 

 

Rose Villain fa “Vrum Vrum” e si porta a casa un buon Festivàl: voto 7 

Rose Villain a Sanremo 2024
Rose Villain a Sanremo 2024

L’estate scorsa si nutriva di fragole, panna e champagne sotto la luna insieme ad Achille Lauro. Nessuno sospettava che sapesse anche cantare. E invece, Rose Villain si porta a casa un buon Festival, a prescindere dalla classifica finale, con un brano schizofrenico, strofe ballad e ritornello acchiappa-TikTok dal titolo “Click Boom”. Non è tra i Big, non quelli veri, e solo per questo sospettiamo che la canzone sia passata inosservata. Ben lungi dall’essere un capolavoro, comunque fa il suo. E si predispone in quota Mara Sattei: snobbatissima con “Duemila Minuti” allo scorso Festivàl e riscoperta nei mesi successivi alla kermesse. Per quanto il fratello, Thasup, continui a essere l’enfant prodige della famiglia. Chissà che atmosfera serena alle cene di Natale. Intanto, tornando a Rose Villain, grazie a Mefisto, almeno lei ha rimediato un asciugapelli e non si presenta sul palco con la crapa fradicia. Di una bellezza scorretta nei confronti del genere femminile tutto, la ragazza potrebbe pure fare strada dopo ‘sta sfilata sanremese. Grazie al suo “Vrum Vrum” (non è uno scherzo, “Vrum Vrum” fa parte del testo, anzi, proprio del ritornello del brano). È vero che, in genere, ci sono almeno dieci autori per canzone, ma la loro età non è mai resa nota. Saranno ancora alla scuola primaria? La brum del mm ha pss nella mm e noi la aggiusteremo con il chewing gum di Rose Villain. 

 

Televoto impossibile, manco a Natale con la Christmas Card: voto 0

Sanremo 2024, televoto impossibile in finale
Sanremo 2024, televoto impossibile in finale

Un tempo un noto operatore telefonico nel mese di dicembre dispensava Christmas Card. Tutti, così, potevamo usufruire di un centinaio di sms gratis da inviare per fare gli auguri ad amici e parenti, ma soprattutto per scrivere www.mipiaci.tu. L’impresa, però, non era semplicissima: il traffico, soprattutto tra Natale e Capodanno, s’ingolfava al punto che, una volta spedita la missiva, c’era da incrociare le dita, restare in attesa, aspettare Godot. Fino alla comparsa sullo schermo del segnale di mancato invio. Ebbene, durante la finale di Sanremo 2024 abbiamo tutti rivissuto il limbo di quei tempi.

Chi ha tantato di televotare, infatti, ha continuato a ricevere rosse notifiche di errore. “Non consegnato” è diventato il nuovo “Visualizzato alle” e non c’era anima che potesse discernere se avesse votato davvero oppure no. Vista la polemica social, Amadeus ha più volte cercato di metterci una pezza, spiegando che l’inconveniente si doveva al “record di voti che stanno arrivando, mai così tanti”. Qualcuno sarà riuscito a esprimere la propria preferenza, al di fuori dalla Campania? Mistero fitto. Cinque cellulari nella tuta gold, baby non televoterò. 

 

Vince Angelina Mango, tanto non c’erano canzoni decenti: voto 6.5

Sanremo 2024, vince Angelina Mango

“È troppo!”. Così esclama un’emozionatissima Angelina Mango accogliendo la notizia inaspettata d’aver vinto ‘sto Festivàl. In realtà, l’Italia intera, Campania esclusa, esulta per aver scampato la sciagura Geolier al primo posto. Primo posto che sembrava oramai inevitabile, anche data la mobilitazione patriottica dei compaesani suoi: sui social fioccavano reel tutorial per spiegare come televotare per più di cinque volte, paninari partenopei offrivano sconti del 20 % sugli hot dog se il cliente si fosse messo a votare live per il rapper alla cassa. Considerata l’agilità del televoto, devono essersi generate code che manco fuori dal padiglione del Giappone a Expo Milano 2015. Comunque, Angelina trionfa e forse è il minore dei mali. “La Noia”, canzone ritmata ma piuttosto dimenticabile, non vince per il brano che è, ma come modalità unica di fermare l’ascesa di Geolier. Geolier che, stando alle percentuali del televoto, avrebbe trionfato con il 60 % delle preferenze, lasciando la piccola Mango al 16 %. Doveroso ringraziamento alle sale stampa per aver, dunque, limitato i danni. Resta, comunque, che le trenta canzoni in gara stavolta sono state così sciape che pure avesse vinto la suoneria midi di Virgola il Gattino, non avrebbe fatto torto a nessuno, pubblico compreso. Tra l’altro, forse sarebbe meglio non pensarci, ma Angelina riporta in auge un incubo che consideravamo oramai sepolto nel passato: chi arriva primo ad Amici, lei lo è stata nella sua categoria, quella di Canto, trionfa in automatico all’Ariston successivo. Storicamente, è accaduto con Marco Carta e Valerio Scanu per due anni di fila. Oggi tocca alla giovane figlia d’arte che, almeno, è intonata. Ma domani chissà...

 

Geolier, pur santo martire, si ferma al secondo posto: voto 1

Geolier a Sanremo 2024
Geolier a Sanremo 2024

Dopo i fischi ricevuti alla vittoria della serata cover-duetti, il rapper con gli occhiali Geolier ha ricevuto la solidarietà di tutta l’internet, vicina alla sofferenza di questo sventurato milionario 23enne a cui il pubblico dell’Ariston aveva osato fare “Buh”.È stata l’esibizione più brutta della mia vita perché mi sono ritrovato a esibirmi di fronte a un teatro ostile, mentre la gente se ne andava via pur di non sentirmi”, ha raccontato Geolier la mattina della finale, in un’intervista cuore a cuore al Corriere della Sera.

E così dicendo ha calato l’asso, giocandosi una delle carte più importanti per la vittoria di qualunque reality (perché Sanremo sarà mica una gara musicale, dai su): quella del martire, della vittima vituperata senza un perché. A questo punto, il trionfo era inevitabile. Eppure, è stato evitato dallo sforzo congiunto delle due sale stampa sanremesi che, grazie a Mefisto, hanno messo argine alla folle volontà del televoto. Moltissimi, almeno da Roma in giù, sembrano proprio essersi bevuti la storia del bravo ragazzo che emerge da un quartiere difficile grazie alla musica. Al punto da votarlo, spesso volte, pur senza sentire la canzone (tremenda) che portava in gara. Tutto è bene quel che finisce benino. Vince Angelina Mango e se non volete spoiler sul prossimo trionfatore del Festivàl, cercate di evitare la finale del Serale di Amici quest’anno. Intanto, mentre scriviamo, Geolier se ne starà tornando, mesto, in quel di Secondigliano a bordo del jet privato con cui era planato nella città dei fiori. Ah, povera stella, che faticaccia questa vita ingrata. Un saluto al nostro Giocolier, più vittimista di Giorgia Soleri. E altrettanto invano, per fortuna.

 

Annalisa e Sanremo sono, purtroppo, due rette parallele: voto 6

Annalisa a Sanremo 2024
Annalisa a Sanremo 2024

Tiene una voce straordinaria, ha partecipato in sordina a molteplici Festivàl portando quasi sempre ballad eccezionali. Ballad eccezionali come Una Finestra tra le Stelle, Il Mondo prima di Te, Dieci, Il Diluvio Universale. Che sono puntualmente passate inosservate sia durante che dopo la kermesse. E allora Annalisa, neo-eletta reginetta del pop nostrano, a questo Sanremo si è giocata la carta TikTok con la sua Sinceramente. Facendosi battere in orecchiabilità e ritmo dai Ricchi e Poveri, sempre loro. Il pezzo della fu “Nali” è robetta rispetto a Mon Amour, Bellissima, Euforia o alla splendida Ragazza Sola (che forse la nostra avrebbe dovuto tenersi per la gara).

Più che una canzone di Annalisa, sembra la canzone di una che cerca di copiare il groove, l’allure di Annalisa, fallendo. Terza classificata, sinceramente le è mancato il coraggio di presentarsi piano e voce a dimostrare a tutti come si canta. Peccato, avrebbe fatto scintille. Ora che il successo comunque c’è, la nostra dovrà sviluppare del carisma altrimenti il rischio di tornare ai tempi di “Avocado Toast” è dietro l’angolo del kebabbaro che sta ascoltando a manetta “Bellissima”. Annalisa e Sanremo, comunque, non sono ancora riusciti a capirsi. Pur dopo anni di costante frequentazione. Due rette parallele. Spiace. 

 

Mahmood al sesto posto e Irama tra i Fab 5 (che imbarazzo): voto 3

Mahmood a Sanremo 2024
Mahmood a Sanremo 2024

Ha la canzone più maestosa di tutto il Festivàl. Si potrà contestare a Mahmood che sia sempre la solita solfa ma, seguendo questo metro di giudizio, allora ‘sto Sanremo non poteva vincerlo nessuno tra gli sciagurati in gara. Tuta Gold è un brano destinato a fare strada pur non essendo entrato, scandalosamente, nella rosa dei Big 5 in questa finale di cartapesta. Spiace, però, per il mancato riconoscimento a un artista che tiene la voce di quattordici schiere di cherubini, riesce a usare l’autotune senza abusarne ma solo per fare groove, si scrive le canzoni con le sue manine sante. E fa muovere le terga assai. Cosa dovrebbe fare di più? Trasformarsi in un razzo missile con circuiti di mille valvole?

Snobbato malamente anche all’infausta serata cover-duetti in cui si è comunque distinto per classe ed eleganza reinterpretando Lucio Dalla insieme a un coro di pastori sardi che parevano usciti da un’edizione di Mai Dire Gol anni Novanta, Mahmood, già vincitore di due Festivàl, forse non poteva trionfare anche questa volta se no gli altri lo avrebbero aspettato fuori dall’Ariston con le lame. Comunque, ha vinto lo stesso. L’unico a sembrare ogni volta sul palco una superstar internazionale ospite, per qualche motivo, alla sagra della porchetta di Busto Arsizio. Ma noi delle eccellenze non sappiamo proprio che farcene, no, noi piazziamo Irama tra i migliori cinque in gara. Pazienza.

Ghali il più paraculo, ma chiude tra i primi cinque: voto 6-

Ghali a Sanremo 2024
Ghali a Sanremo 2024

La favola di Ghali e l’alieno. Un po’ come quella di Steven Bradbury. In gara con “Casa Mia”, il treccina riesce a chiudere la kermesse al quarto posto. E ciò accade, con ogni evidenza, non per la canzone che porta, a dir poco terrificante e di una banalità che fa male ai ventricoli, ma per il messaggio contro il razzismo di cui si fa – aridaje – portabandiera.

Sono oramai due lustri che fa della propria musica mera questione di pigmentazione cutanea. Eppure, ancora piace. Anche perché a dire il contrario, si passa, ad andar bene, per nostalgici del Ventennio, amici intimi di Matteo Salvini, persone orrende. Comodo così. A quanto pare stilosissimo sul palco, porta anelli dal costo specifico di un super attico a Milano, tiene a ricordare che siamo tutti uguali, dobbiamo volerci bene e, magari, staccare gli occhi ogni tanto dal cellulare perché “il prato è verde”, “il cielo è blu”. Nella serata cover, ha cantato “L’Italiano” di Toto Cutugno, giusto per non rischiare di suonare eccessivamente ripetitivo. In fin dei conti, questo Festival non poteva che vincerlo “La Noia”. E così è stato. In tutti i sensi.