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Il piano Salva Casa di Salvini? Sì, è una mossa elettorale. Ma no, non è un condono

Piano Salva Casa - Maggioni

Perché leggere questo articolo? Il piano Salva Casa di Salvini fra qualche giorno diventerà realtà. Ennesimo condono dal sapore elettorale oppure un provvedimento utile? True-News.it lo ha chiesto ad Alessandro Maggioni, presidente del Consorzio Cooperative Lavoratori di Milano: “Non lo vedo come un condono. E’ una legge sicuramente con un timing elettorale ma chi fa politica non si può scandalizzare di queste cose”. Tempi più lunghi per il piano “Salva Milano”. L’intervista

Il Piano Salva Casa di Salvini è sempre più vicino a vedere a diventare realtà. Il 22 maggio dovrebbe al vaglio del Consiglio dei ministri dopo dopo alcune modifiche considerate necessarie. Tra le tante cose, la norma prevederà la regolarizzazione di alcune difformità edilizie con una semplice sanzione. Le opposizioni insorgono parlando di condono edilizio elettorale. Ma è davvero così? True-News.it ha intervistato Alessandro Maggioni, presidente del Consorzio Cooperative Lavori di Milano.

Maggioni: “Non è un condono ma una semplificazione utile”

Se il tema è quello di semplificare alcune procedure e di regolarizzazione difformità interne io devo dire che non lo vedo come un condono ma effettivamente come una semplificazione utile”, ha affermato Maggioni. “Perché comunque è vero che dal momento in cui si vende la casa, quanto più è indietro nel tempo, quanto più è probabile che ci siano difformità”.

Il presidente di Ccl si manifesta contrario a qualsiasi tipo di condono. Cosa che però non vede assolutamente nel nuovo decreto del ministro Salvini. “Se l’intenzione è quella di facilitare e regolarizzare in maniera meno burocratizzata alcune questioni interne di edifici, non vedo un problema”, ha aggiunto.

La necessità di rispettare alcune regole

Secondo Maggioni è necessario rispettare delle regole. “Quando si fanno dei progetti ci sono degli organismi che decidono e quindi bisogna attenersi”. E non bisogna sanare neanche i piccoli abusi che vadano ad impattare rispetto alla dimensione pubblica. “Il motto “a casa mia faccio quello che voglio” non esiste sulla faccia della terra”, ha commentato.

Situazione diversa invece per quello che succede all’interno delle mura domestiche. “Poi agli interni uno fa quello che vuole, quello che dice il ministro lo trovo sensato”, ha aggiunto il presidente di Ccl.

Le difficoltà del piano “Salva Milano”

Una novità importante di questo decreto è che il piano Salva Milano, la norma pensata per risolvere i problemi di alcuni piani di rigenerazione urbana del capoluogo lombardo, non dovrebbe arrivare subito ma solo successivamente. Durante la fase di conversione dei provvedimento. “Sulla norma Salva Milano la situazione è complessa. Andare a normare una situazione che è figlia di una serie di problemi è molto difficile”, ha commentato Maggioni a True-News.it. Il motivo della difficoltà sono alcune questioni legali. “Ci sono tante inchieste in corso quindi è tutto molto delicato e complicato”.

Secondo il presidente di Ccl ci sono dei problemi di legge urbanistica regionale nella sua relazione con la legge nazionale. “C’è stato una sorta di smembramento con tutte le varie leggi regionali e questo ha creato dei problemi di conflitto”. Il secondo vero problema però riguarda la legge 12 di Regione Lombardia del 2005 che Maggioni definisce “figlia di un’epoca”. “È vero che uno dice che lo sono anche le leggi del 1942 e del 1967. Ma quelle”, continua, “hanno stabilito dei principi fondamentali. Andrebbero mantenuti quei principi ma non smantellati”. Le leggi regionali sono invece andate tutte in direzioni entropiche. “Quella regionale lombarda è nata in una logica di grande deregulation che nel 2005 poteva avere un senso, oggi andrebbe rivista”, ha aggiunto.

Maggioni: “Correlazione con le europee ma c’è bisogno di trovare principi condivisi”

Le opposizioni hanno parlato fin da subito di “condono dal sapore elettorale”. “C’è una correlazione con le elezioni europee? Sì”, commenta Maggioni. Ma è fondamentale che in questo caso si faccia un passo indietro. “Anche qui secondo me c’è bisogno che la politica faccia un po’ di maturazione”. Necessario quindi finire di urlarsi contro e stabilire dei principi condivisi.

“Il tema è comunque è una regolarizzazione di piccole difformità. Io non lo vedo un condono”, ha ribadito. Maggioni specifica che la vede come “una legge sicuramente con un timing elettorale ma chi fa politica non si può scandalizzare di queste cose”.

“Ragionamenti e condivisione”. Ecco cosa serve per un piano casa di storica memoria

Secondo il presidente di Ccl siamo comunque lontani da una legge che possa rappresentare una svolta per il panorama italiano. “Diciamo che per fare un piano casa di storica memoria servirebbero dei ragionamenti di lungo periodo, di condivisione di alcuni capisaldi indipendenti dai partiti e dai momenti elettorali e risorse ingenti soprattutto per i ceti più poveri”. Ma non solo. Fondamentale anche “un mix di soggetti che non vedano una dimensione di profitto ma una dimensione di risposta a un fabbisogno”, ha concluso.