Quattrocentoventotto (428) miglia per litigare. Fra lo Stato italiano e l’armatore Vincenzo Onorato, boss della Moby Spa e Compagnia Italiana di Navigazione Tirrenia. Questa la distanza fra Genova e Porto Torres, Sardegna. Una delle tratte via mare più trafficate e remunerative d’Italia per merci e passeggeri. Per il Ministero delle Infrastrutture è così strategica da aver messo sul piatto circa 30 milioni di euro per l’affidamento del servizio per 60 mesi.

Genova-Porto Torres, il bando del MIT e gli aiuti di Stato
Si tratta del bando pubblicato a marzo, in scadenza a fine agosto, per il “Servizio pubblico di trasporto marittimo di passeggeri, veicoli e merci tra Genova e Porto Torres e viceversa con obblighi di servizio pubblico” e per la “continuità territoriale marittima“.
Genova-Porto Torres, il nodo di prezzi e tariffe
Sarebbe da brindare e alzare i calici al grido di “tutti d’accordo”. E invece le compagnie guidate dall’armatore napoletano stanno dando battaglia, persino in Tribunale con una richiesta di sospensiva immediata al Tar (respinta) e con i giudici amministrativi che dovranno esprimersi sulla bontà del bando a settembre.
Moby, Tirrenia e i debiti verso lo Stato cancellati
Li ha graditi invece per mettere in sicurezza – ci si augura – la disastrata situazione finanziaria delle due compagnie di navigazione che ogni estate portano gli italiani e non nelle stupende mete turistiche delle isole nel Mediterraneo. Già, perché mentre Moby e Tirrenia rinunciano ai soldi del bando in cambio dell’assenza di interferenze negli affari privati, nella procedura di concordato che le stesse hanno aperto un anno fa al Tribunale di Milano a rimetterci soldi sarà proprio lo Stato.
Mezzo miliardo di debiti
Dai conti spariranno 486 milioni di euro di debiti che avevano portato Cin spa (180 milioni) e Moby (306 milioni) a navigare a vista nelle peggiori acque della propria storia gloriosa.
Vincenzo Onorato mette mano al portafogli
A cominciare dalla Tirrenia di Navigazione in A.S., l’azienda sotto il controllo del Ministero dello Sviluppo Economico che dovrà accontentarsi. Tra quattro anni? Le verranno restituiti 36 dei 180 milioni di euro dovuti. Peggio andrà ai creditori privato. Che dovranno accettare riduzioni e stralci fino ad un massimo del 91% di quanto gli spetta.
Genova-Porto Torres: gli armatori contro il bando del Ministero. Ecco perché
Gli aiuti sulla tratta Genova-Porto Torres? Potevano essere l’occasione per ripristinare un rapporto – che peraltro non ha mai perso di cordialità – fra la famiglia e la politica. Gli armatori però contestano i requisiti richiesti dal bando: la velocità di crociera fissata a 21 nodi – troppo dispendiosa in carburante e inquinante sostengono; la possibilità di trasportare merci pericolose appositamente stoccate ma pur sempre nei locali e le stive di navi passeggeri.
Marittimi e personale a terra, dalle clausole sociali esclusi i dirigenti
La clausola sociale molto stringente sui “marittimi” e sul personale a terra fissata dal ministero per “promuovere la stabilità occupazionale, in caso di subentro di un nuovo aggiudicatario” si legge nel bando ma con “l’esclusione del personale di livello dirigenziale o equiparato” probabilmente non è stata gradita dai quadri delle due compagnie più la Grimaldi. E quindi ora si mette mano agli avvocati in una battaglia che – comunque – si annuncia più lunga del previsto dopo essere già slittata nei mesi nelle maglie della burocrazia.
Aiuti di Stato? Sì, grazie. Ma solo a piacimento del richiedente.