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Le opere strategiche per far correre in Europa le ferrovie d’Italia

Ferrovie, sciopero 9 settembre 2022

Perché leggere questo articolo: Le ferrovie italiane giocano un ruolo decisivo per connettere il Paese al suo interno. Premessa per un vero sviluppo di portata europea. Vediamo le opere decisive nel Nord che possono aprire i nostri mercati al grande gioco dell’alta velocità

Le ferrovie italiane possono essere centrali nella connettività europea. E il fronte caldo per rafforzare con i fondi del Pnrr la connettività tra mercato nazionale e Europa è oggi il Nord-Est. Rete Ferroviaria Italiana, interamente controllata da Ferrovie dello Stato, è diventata la principale centrale appaltante del Pnrr. E la sua ad, Vera Fiorani, controlla da commissario ben otto opere.

Le ferrovie che connettono l’Italia

Due opere strategiche possono completare l’inserimento dell’Italia nel pieno dei Corridoi Ten-T europei, le linee infrastrutturali che saranno le future arterie commerciali e di trasporto d’Europa. Tra queste spiccano da un lato la tratta ad alta velocità Brescia-Verona (avviata nel 2018) e la Verona-Vicenza (nel 2020) che fanno parte dell’investimento da 4,6 miliardi di euro per potenziare l’alta velocità fino a Padova, da 4,6 miliardi di euro; e dall’altra le programmate ferrovie ad alta velocità sull’asse Verona-Brennero, da 930 milioni di euro di valore.

Ferrovie, Lombardia, Veneto, Trentino, Tirolo austriaco e Baviera sono chiavi di volta dello sviluppo europeo

Due opere per 5,5 miliardi di euro che unitamente alla necessità di completare il Tunnel del Brennero creano un ecosistema strategico per le ferrovie europee di trasporto aprendo alla connessione tra Milano e Monaco di Baviera. Ovvero tra i due poli centrali per la manifattura e lo sviluppo economico dell’Europa centro-meridionale. I dati Eurostat sul Pil pro capite delle regioni attraversate da questa arteria prossima a essere completamente ad alta velocitàò negli anni a venire lo dimostra. Lombardia, Veneto, Trentino, Tirolo austriaco e Baviera sono chiavi di volta dello sviluppo europeo. E connetterle fa l’interesse del Paese.

La sfida dei corridoi Ten-T

A maggior ragione bisogna sottolineare che queste regioni fanno parte dei due corridoi che, come un cardo e un decumano, attraversano l’Europa. Sull’asse Ovest-Est, quello Mediterraneo che ancora subisce il collo di bottiglia della Tav Torino-Lione. Da Nord, il corridoio Ten-T Scandinavia-Mediterraneo che attraversa la lunga fascia verticale azzurra e blu della mappa Eurostat. Ovvero quella a più alto sviluppo. Permettendo inoltre di deviare su ferrovia una quota non secondaria di traffico merci. Così da avvicinare l’obiettivo italiano di alzare dall’11-13% al 30% il trasporto via ferrovia nel Paese, stabilito dal Ministero delle Infrastrutture.

Ferrovie dello Stato e Rfi si confermano attori-chiave per sdoganare questo processo. In tale ottica, lo Stato deve governare le alleanze europee per accelerare le opere di interesse comune, come il Tunnel del Brennero, e vigilare che inflazione e caro-materiali non travolgano gli appalti e i loro costi.

Ferrovie e sviluppo, binomio indissolubile

L’Italia può e deve a sfruttare al massimo le potenzialità dei corridoi di trasporto che contribuiscono ad abbattere le barriere alle merci, avvicinare i centri di sviluppo dell’Europa, ridurre i tempi di percorrenza tra le metropoli del Vecchio Continente, integrare i mercati.

I corridoi Ten-T prevedano che l’alta velocità la faccia da padrona portando ad una velocità pari o superiore a 250 km/h tutti i tratti ferroviari oggi percorribili ad almeno 200 km/h. Tutto questo nel quadro dello sdoganamento di una modalità di trasporto sostenibile e dal costo minore, in termini economici e ambientali, di quello massiccio su gomma ormai sempre meno gestibile. Una prospettiva che oltre ai big nazionali delle ferrovie apre alla prospettiva di grandi appalti per i campioni nazionali come WeBuild, F2i, Compagnia Ferroviaria Italiana e molti altri. In Italia e, in prospettiva, in Europa.