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Intelligenza innaturale, Geoffrey Hinton è uscito da Google

Geoffrey Hinton

Perché questo articolo potrebbe interessarti? Il “padrino dell’IA” Geoffrey Hinton ha lasciato Google per parlare liberamente. In un’intervista al New York Times ha parlato dei pericoli dell’intelligenza artificiale. 

Si continua a discutere di Intelligenza Artificiale. Un dibattito che in Italia si è accesso con il “caso ChatGpt”. Dopo lo stop del garante della privacy del mese scorso, il chatbot di Microsoft è tornato disponibile nel nostro paese. Sulle applicazioni dell’Intelligenza artificiale continuano a discutere – e investire – i principali colossi informatici del mondo. Al monito di Elon Musk, che ha firmato insieme ad altre mille persone influenti un manifesto sull’IA come di un “pericolo per l’umanità,” sembra aggregarsi anche Geoffrey Hinton, guru dell’Intelligenza artificiale che ha da poco lasciato Google. Con un monito.

Geoffrey Hinton è uscito da Google

L’intelligenza artificiale è sul punto di superare quella reale? Il quesito non sembra più fantascientifico. E il 75enne Geoffrey Hinton, pioniere delle reti neurali artificiali da cui si è sviluppata l’IA, nel tweet in cui annuncia il suo addio a Google, ha deciso di spiegare alcuni dei rischi dell’evoluzione incontrollata dell’IA. Lo psicologo cognitivo e scienziato informatico britannico-canadese ha infatti dichiarato alla Bbc che il chatbot potrebbe presto superare il livello di informazioni di un cervello umano.

Il “padrino dell’AI” ha lasciato Google per poter parlare liberamente proprio “dei pericoli” dell’intelligenza artificiale. Dopo un’intervista al New York Times, Hinton si è affrettato a chiarire come Google abbia agito in modo molto responsabile sino ad ora. Su Twitter ha però precisato di voler lasciare l’azienda per poter parlare in maniera più libera dei rischi dell’IA. “Per quanto ne so – ha dichiarato – in questo momento l’Intelligenza artificiale non è più intelligente di noi, ma presto potrebbe diventarlo“.

I rischi dell’IA che continua a crescere

Hinton e Musk sembrano concordare sui rischi di un’intelligenza artificiale incontrollata. I sistemi IA potrebbero, stando ai moniti della lettera aperta del fondatore di Tesla, essere vari. Dai diritti delle persone, con un’IA che potrebbe catalogare, discriminare e impedire accesso ad ambiti sociali, come istruzione e servizi sociali. Il secondo grande spauracchio è che l’Intelligenza artificiale possa orientare gli elettori prima di un voto.

Nel mondo i sistemi di intelligenza artificiale continuano a svilupparsi, a ritmo vorticoso. Prima della pandemia, il volume dei dati raccolti con IA era di 33 zettabyte – 1000 miliardi di gigabyte – nel 2025 saranno 175. A produrre i sistemi d’intelligenza artificiale sono principalemente colossi informatici americani, ma da tempi si fanno strada anche aziende cinesi.

Il monito di Hinton e l’intervento dell’Ue

“In questo momento, quello che stiamo vedendo è che cose come GPT-4 oscurano una persona nella quantità di conoscenza generale di gran lunga. In termini di ragionamento, non è così buono, ma fa già un semplice ragionamento. E dato il ritmo dei progressi, ci aspettiamo che le cose migliorino abbastanza velocemente. Quindi dobbiamo preoccuparcene”, ha spiegato Hinton. Che però non pare essersi pentito del proprio lavoro.  “Mi consolo con la solita scusa: se non l’avessi fatto io, l’avrebbe fatto qualcun altro”, ha dichiarato al New York Times. Nel frattempo l’Unione europea pare correre ai ripari. “L’Ue lavora per regole del gioco efficaci”, ha scritto oggi il Commissario dell’Economia, Paolo Gentiloni. L’impressione è che dopo il GDPR, arriverà a breve un quadro normativo europeo per i sistemi di IA. L’obiettivo è quello di evitare “bolle social” di fake news, come quelle che hanno creato false immagini dell’arresto di Trump o il Papa con un piumino.