Home Economy Il caso Enel X: la “Tesla” italiana che si è fatta “banca” ora brinda al Superbonus

Il caso Enel X: la “Tesla” italiana che si è fatta “banca” ora brinda al Superbonus

Il caso Enel X: la “Tesla” italiana che si è fatta “banca” ora brinda al Superbonus

Superbonus, che passione. Ne sanno qualcosa dalla parti di Enel X. La società controllata da Enel Italia spa e guidata dall’amministratore responsabile Augusto Raggi  e dall’ad Francesco Venturini ha fatto il “botto” nell’anno della pandemia. Raddoppiando i suoi ricavi da 59 milioni di euro nel 2019 a 136 milioni e portando la società in utile di 1,2 milioni partendo da un passivo di 30. Miracoli della mobilità elettrica destinata a controllare il nuovo mondo a zero emissioni? Non esattamente.

Enel X, il marketing della “e-mobility”

Il marketing della società di Enel punta molto sulla “e-mobility”. L’ad Venturini si è recato a Piazza Pulita su La7 il 21 ottobre per un dibattito sul tema con alcuni fra i massimi esperti d’Italia. Meno di un mese fa lo stesso amministratore unico Augusto Raggi ha dichiarato a proposito dell’elettrico: “Il dado è tratto, non si torna più indietro”. L’occasione? Di quelle ghiotte per lanciare il proprio “manifesto” industriale ed ecologista: a Misano, per assistere al gran premio della MotoE, la nuova classe motociclistica totalmente elettrica il cui campionato è sostenuto proprio da Enel X.

Enel X, Augusto Raggi: “Elettrico? Non si torna più indietro”

Presenti pezzi grossi del motociclismo italiano come il telecronista Guido Meda e l’ex campione del mondo Loris Capirossi, che è stato anche uno dei primi piloti a tesare la nuova classe di moto totalmente elettriche da 150 cavalli e che vengono limitate a 250 chilometri orari per gare che, al momento, si fermano agli otto giri di pista.

Enel X, a Misano il primo GP elettrico con Loris Capirossi e Guido Meda

Un successo, almeno mediatico. Del resto Enel X è su numerose partite della nuova mobilità d’avanguardia: dalla Formula E (monoposto elettriche a ruote scoperte), passando per la Extreme E (SUV elettrici) e nella ECTR (auto da turismo elettriche multimarca). Si direbbe quasi un core business dell’azienda e del gruppo che la controlla.

Enel X, la “rivoluzione” elettrica al palo

Peccato che i numeri dei bilanci non seguano lo storytelling aziendale. I ricavi da “mobilità elettrica”? In un anno sono aumentati di 369mila euro. Passando dai 963mila del 2019 a 1,3 milioni nel 2020 e altri 1,1 milioni da “attività di procacciamento in relazione al noleggio a lungo termine di auto elettriche” con un aumento di 500mila euro, probabilmente legati al servizio “JuiceMotion” lanciato in partnership con ALD Automotive dove con un unico canone mensile si possono affittare a lungo termine il veicolo elettrico o ibrido. Un salto di livello rispetto al “tradizionale” car sharing.

Enel X, il bilancio: 2 milioni dalla mobilità elettrica, 7 milioni da infrastrutture di ricarica

Vanno meglio le infrastrutture di ricarica, in pancia alla controllata Enel X Mobility srl, con 6,8 milioni relativi “al contratto di servizio per le attività commerciali e per le attività di monitoraggio e supporto delle Infrastrutture di ricarica”.

Enel X, è il Superbonus 110% il vero business

Eppure l’azienda cresce. Tanto, seppur caricandosi di debiti. Non con le banche quanto verso i fornitori (da 39milioni a 46milioni), verso la controllante (da 24 milioni a 184) e verso altre imprese del gruppo Enel (da 14 a 26 milioni). Portando il totale dei debiti nello stato patrimoniale da 131 a 283 milioni di euro.

Enel X, la sostenibilità ambientale e gli Accordi di Parigi

Nel frattempo però la società si candida ad essere una delle eccellenze innovative dentro Enel per il raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi (Cop21) e gli Obiettivi di Sostenibilità Globale fissati dalle Nazioni Unite. Con la capofila che già nel 2019 ha risposto all’appello dell’Onu come prima azienda italiana disposta a firmare l’impegno per limitare l’aumento delle temperature globali a 1,5 gradi centigradi e di raggiungere emissioni zero entro il 2050.

Superbonus, un giro d’affari da 10 miliardi di euro

Clima e business, mano nella mano. La punta di diamante per raggiungere questi obiettivi proprio Enel X. Che mentre ci prova, macina numeri. Arrangiandosi con quello che il panorama italiano offre. Che cosa? Il Superbonus 110% e simili (sisma bonus, eco bonus). La business line l’hanno chiamata “ViviMeglio” e stimano un impatto della misura, varata solo a maggio 2020 nel decreto Rilancio del governo Conte-bis, pari a 10 miliardi di euro sul mercato entro la fine del 2022.

Un bel malloppo che per ora fa brindare Enel X. Sull’aumento dei ricavi 2020 – più 76 milioni inclusi i ricavi da terzi (33milioni) – oltre il 30% dipende dal Superbonus 110% nato per efficientare il patrimonio edilizio italiano: più 26milioni di euro. Derivanti dall’acquisto dei crediti tributari di eco bonus, sisma bonus e superbonus, di fatto mettendosi a fare concorrenza alle banche italiane. E come si legge nella relazione che accompagna il bilancio si tratta di un aumento monstre “sostanzialmente per effetto dell’incremento dei ricavi per incentivi”.

Enel X e il Superbonus 110%, i crediti verso il fisco: +138 milioni

Più in generale sembrano proprio i crediti verso il fisco uno dei veri core business della nuova Enel X. In totale sono 174milioni, aumentati in un solo anno di ben 138milioni. Il motivo? Sempre lo stesso: “Sostanzialmente riconducibile ai crediti tributari derivanti da eco bonus, sisma bonus e superbonus 110% acquistati dalla società – comparto “ViviMeglio” – in qualità di secondo cessionario e riferiti a crediti maturati da clienti su interventi nell’ambito della riqualificazione energetica”. Nello specifico la società ha in pancia 34 milioni di crediti a scadenza entro 12 mesi e 137milioni per scadenze superiori a un anno. Mentre i debiti del fisco verso Enel X su altre voci sono di fatto inesistenti: un milione per l’Iva e un milione per l’Ires.