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Ever Given, che fine ha fatto la nave incagliata nel canale di Suez?

Ever Given, che fine ha fatto la nave incagliata nel canale di Suez?

Perché questo articolo potrebbe interessarti? Due anni fa la nave portacontainer Ever Given si incagliò nel canale di Suez. Per sei giorni il passaggio rimase bloccato, impedendo il transito di centinaia di altre imbarcazioni con danni commerciali globali enormi. Oggi il gigante dei mari è tornato a navigare ma le vicende giudiziarie non sono ancora finite.

Che fine ha fatto la Ever Given? Il colosso dei mari, noto per esser rimasto incagliato nel Canale di Suez nel 2021, è da tempo tornato a navigare. Gli strascichi legali della vicenda non sono però affatto terminati, e anzi, procedono tra tribunali, accuse e richieste di risarcimenti milionari.

Cosa è successo alla Ever Given

Pochi mesi dopo l’incidente, avvenuto il 23 marzo 2021, la nave portacontainer gestita dalla compagnia taiwanese Evergreen Marine Corp risultava già operativa. Nell’agosto 2021 ha perfino percorso nuovamente il tratto nel quale era rimasta incagliata.

L’anno scorso, invece, ha viaggiato per circa 300.000 chilometri e attraccato 42 volte in porto. In questo momento, si trova nel sudest asiatico, nello stretto di Malacca, tra Malesia e Indonesia. È partita da Singapore ed è diretta verso il porto di As Suways, in Egitto, dove dovrebbe arrivare il 18 aprile alle ore 20:00.

L’incidente nel Canale di Suez

Ever Given è diventata famosa per essersi resa protagonista di un clamoroso incidente. Due anni fa rimase letteralmente incagliata nel Canale di Suez. Era partita dalla Cina e doveva approdare ad Amsterdam, ma qualcosa andò storto.

Forse per il forte vento o probabilmente per un errore umano, la nave finì di traverso, occupando la larghezza del Canale di Suez. In  sei giorni, il tempo necessario per liberare il passaggio, quasi 400 navi hanno subito ritardi per l’intera durata del blocco.

Il calendario dei trasporti marittimi ne uscì letteralmente sconvolto, visto che il canale gestisce oltre il 10% del commercio marittimo globale. Sgomberato il passaggio, la nave ha ripreso a navigare come se niente fosse accaduto.

Tribunali, sentenze e risarcimenti

Il danno causato dall’incidente provocato dalla Ever Given è costato carissimo. Le perdite hanno raggiunto la cifra di 400 milioni di dollari all’ora, 10 miliardi al giorno.

SMIT, la società di salvataggio olandese che ha svolto un ruolo cruciale per rimettere a galla la mega nave, in quei giorni era sottoposta a pressioni enormi. Alle 15:05 del 29 marzo 2021, l’Ever Given iniziò finalmente a muoversi. L’incubo era terminato, ma ne sarebbe presto iniziato uno nuovo tra le aule di tribunale.

Una volta liberato, il mezzo rimase fermo per altri 100 giorni, sequestrato dalle autorità egiziane, proprietarie del canale di Suez, che lo bloccarono fino a quando non fu trovato un accordo per il risarcimento dei danni causati dal blocco.

Le trattative tra le suddette autorità egiziane e la società giapponese Shoei Kisen Kaisha Ltd., proprietaria della nave, andarono avanti per più di tre mesi.

La prima richiesta, respinta dall’armatore nipponico, fu di 755 milioni di dollari, poi scesa – si pensa – intorno ai 465 milioni. La cifra finale dell’accordo non fu mai rivelata. In ogni caso, i soggetti coinvolti nell’incidente sono numerosi e le questioni legali su chi e in che quantità debba risarcire i danni sono ancora aperte.

Una vicenda legale complessa

Ad esempio, Boskalis, la società proprietaria di SMIT, è in causa nei tribunali londinesi contro Shoei Kisen Kaisha. Boskalis sostiene che gli debbano essere dovuti più soldi rispetto a quanto pattuito per l’intervento di salvataggio.

Il gigante marittimo danese Maersk, invece, afferma di essere in debito di 43 milioni di dollari per le perdite subite. In particolare, a causa delle sue navi portacontainer rimaste bloccate per giorni in attesa di attraversare il Canale di Suez.

E poi ci sono le richieste dei proprietari dei container che si trovavano a bordo della Ever Given, che hanno dovuto subire pesanti ritardi. Per non parlare, poi, dei destinatari finali delle merci.

Fin da subito, Shoei Kisen ha sposato la linea dell’”avaria generale“. Si tratta di un istituto del diritto marittimo che prevede la ripartizione proporzionale, sulla base del valore della nave e della merce da essa trasportata, di tutte le spese messe in bolla. E quindi: spese per liberare il canale e per i danni generati agli interessati della spedizione marittima.

Dal canto suo, Evergreen non si ritiene responsabile per la Ever Given. La compagnia taiwanese ha rigettato ogni addebito spiegando che la nave è stata noleggiata e che tutte le spese per l’operazione di rigalleggiamento ed eventuali responsabilità debbano essere imputate al proprietario della nave. La sensazione è che serviranno molti anni per sciogliere i nodi legali della vicenda.