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Etsy, i licenziamenti di Natale non piacciano alla Borsa

Etsy, altri licenziamenti di Natale: ma in Borsa la scelta non piace

Perché leggere questo articolo? Etsy rilancia i licenziamenti pre-Natale. Ma oggigiorno questa scelta è punita dagli investitori. Tagliare il costo del lavoro implica perdite borsistiche.

Etsy segue Hasbro e Spotify sulla scia dei licenziamenti di Natale. La multinazionale dell’e-commerce ha annunciato che sta preparandosi a tagliare con la fine dell’anno l’11% del suo personale. A essere licenziati saranno circa 225 dipendenti, nel contesto di una più ampia ristrutturazione. Ma se la mossa è volta a rendere l’azienda più appetibile per i mercati per la ristrutturazione dei costi, il titolo in Borsa non sta reagendo come atteso.

Perché Etsy taglia

Giustificando i tagli, l’amministratore delegato Josh Silverman ha affermato che l’attuale modello di business dell’azienda “non è una traiettoria sostenibile” e che bisognava mandare un segnale. Ma in borsa il titolo di Etsy è scivolato di poco più del 2%, da 85 a 83,26 dollari ad azione. Silverman ha anche affermato che il mercato di Etsy è raddoppiato in termini di dimensioni rispetto al 2019, ma le vendite lorde di merci sono rimaste “sostanzialmente stabili dal 2021“, a fronte dell’aumento dei costi per i dipendenti.

I licenziamenti saranno effettivi dal 2 gennaio, in un contesto che vede l’azienda del commercio online lottare per ricostruire un futuro. Ma in linea con quanto successo a Hasbro, oggigiorno licenziare non serve più a difendere patrimoni e prospettive in campo finanziario. L’aumento della responsabilità sociale delle imprese – infatti – rende controproducente manovre di questo tipo. Specie se le aziende che le compiono sono associate al commercio di beni e se il periodo in cui cadono i tagli del personale è quello dello shopping pre-natalizio.

Nessun impatto economico nel 2023

Inoltre, c’è un dato in contraddizione tra le parole di Silverman e le prospettive del gruppo. L’ad ha annunciato che i risultati negativi in vista per il quarto trimestre hanno spinto alla mossa. Ma dato che tutti i dipendenti in esubero verranno ancora pagati fino al 2 gennaio, questo non è un tentativo di migliorare, anche solo in forma minimale, i risultati del quarto trimestre. Appare evidente che Etsy prevede chiaramente un 2024 debole e non ha piani immediati per migliorarlo oltre al taglio del personale. Dal momento che il totale del personale post-licenziamento sarà uguale al totale all’inizio del 2022, Etsy vede il fallimento di una strategia di ampliamento avanzata sulla scia del boom dell’e-commerce nell’era pandemica.

Etsy e i cambiamenti del mercato

Inversioni di rotta di questo tipo non piacciono al mercato e creano danni d’immagine. Non a caso la mossa ha prodotto un moto di solidarietà che LinkedIn ha raccolto segnalando una serie di post di dipendenti attuali, lavoratori licenziati e esperti del settore tecnologico e dell’e-commerce critici della decisione. E, cosa più importante, solidali con chi dovrà ricostruire una carriera. Si stanno già organizzando community di ex lavoratori che creano reti per il placement a tutto campo.

Nel frattempo, dall’annuncio dei licenziamenti sia Spotify che Hasbro sono calate in borsa e Etsy non fa eccezione. Tagliare il fattore lavoro non è più una garanzia per rimediare ai problemi sul conto economico. In un’epoca in cui i profitti sono il traino dell’inflazione e il fattore lavoro è sotto pressione nei campi aziendali, specie nelle aziende tecnologiche ove si dilata il distacco tra stipendi dei vertici e paghe alla base, l’impatto d’immagine può creare problemi finanziari alle aziende che licenziano. E questo, nell’economia globale post-Covid, è una novità assoluta.