Home Economy Crisi cinema italiano: la soluzione? Chiudeteli, e ringraziate Franceschini

Crisi cinema italiano: la soluzione? Chiudeteli, e ringraziate Franceschini

Crisi cinema italiano: la soluzione? Chiudeteli, e ringraziate Franceschini

Perchè potrebbe interessarti? Quella del cinema italiano è una crisi annunciata, e poco c’entra col Covid e lo streaming. Insomma, se l’offerta è bassa, c’è poco da stupirsi. Eppure si producono sempre più film per via degli aiuti governativi (della legge Franceschini), con buona pace del botteghino

Che il cinema italiano sia in crisi non è certo la scoperta dell’acqua calda. Eppure si sfornano sempre più film. Un ossimoro? Mica tanto. Per vederci chiaro bisogna affondare nella legge Franceschini (del 2017), apprezzata in particolare da produttori e distributori, e ci mancherebbe altro, che permette di assorbire i fondi statali per produzioni che non escono nemmeno in sala, perché non hanno affatto l’ambizione di essere viste. Ma intanto incassano soldi. In parole povere, più i film costano e più beneficiano di aiuti governativi, con buona pace della puntatina al botteghino. Ecco allora una sequela di film amatoriali e a contenuto sociale (quelli che costano di più, per capirci), che pescano dalle tasche dello Stato e che si rivelano nel contempo solo delle solenni rotture di coglioni. Poi dici la crisi… La verità è che la cinematografia made in Italy non ha più stimoli, inutile cianciare.

Intanto noi italiani siamo gli unici a non essere tornati in sala nel post pandemia. E perché dovremmo? Se come dicevamo vengono rifilate sempre le solite commediole di basso se non scarso profilo. Per non parlare di quello che viene mercanteggiato anche dalle produzioni estere, e che finiscono per ammorbare anche i cinefili più incalliti. Questo il ventaglio delle offerte ricorrenti: film per bambini; millesimo capitolo horror della trilogia; un supereroe Marvel qualsiasi primo in classifica; commedie alla Pretty Woman con Julia Roberts e Cloney che litigano, sai che scintille. Meglio spararsi nelle palle, o nel clitoride, a seconda dei casi.

Cinema, una crisi annunciata

Ciò nonostante sopravvive l’inspiegabile sforzo di escogitare una soluzione per il 2 novembre del botteghino. Ancora a cercare scusanti per quei 6 italiani su 10 che non hanno mai visto un film in sala nel 2022, intanto che le sale chiudono e gli incassi sono più che dimezzati rispetto al pre-pandemia. Allora è colpa del Covid? Della mancanza di tempo? Cavolate. Come già spiegato, se l’offerta è nulla, è inutile stupirsi. Intanto che gli esercenti battono per una doverosa finestra tra l’uscita del film al cinema e in streaming, senza peraltro scandagliare un’analisi più precisa. Infatti per gli appassionati la visione cinematografica batte ancora quella casalinga, certo a netto della qualità. Quindi no, non è nemmeno colpa di Netflix, Prime, e via scorrendo, dove peraltro almeno godi della comodità di gustare un film senza interruzioni, vicini chiassosi, e freddo a tradimento. Insomma, un cane che si morde la coda, non c’è niente da fare.

Cinema italiano, la soluzione

Ebbene, arrovellandosi nel cercare vie d’uscita, la prima e più sentita potrebbe essere proprio quella di chiudere le sale. Sbaraccare tutto, perché ormai è un settore finito. Kaputt, come la Roma di Mourinho. Ma se preferiamo essere meno drastici, possiamo virare su altro, tra il serio e il faceto persino. Per primo, non affidarsi a un inverno da cine – panettoni, ne abbiamo piene ogni parte del corpo, ma puntare più che altro alla visibilità dei vari festivalini, grandi o meno che siano, il miglior spottone per qualunque pellicola. Così s’incontra l’amato attore sul red carpet, che per sbaglio tira dentro anche Emma e Elodie (ma lasciamo andare), e incuriositi poi dritti a vedere proprio quel film, definito degno per comodità. Ancora, come suggerisce Gianfranco Gallo, perché non premiare i film prima dell’uscita? Tanto si gratificano sempre gli stessi attori e registi, almeno dalla pubblicità ricavata poi si va tutti al cinema. O addirittura, come anticipava quel genio di Massimo Troisi (oltre 30 anni fa) a proposito di idee latitanti, per questo l’America fa le guerre, solo per spingere il botteghino. Allora, basta fare una guerra pure dalle nostre parti… eh sì che ne abbiamo già una vicina in Ucraina, dove costantemente sovvenzioniamo con le armi. Basterà? Pensateci. Pensiamoci. Questo e altro per amore del cinema…