Home Economy Brembo, la sede legale in Olanda eppure Bombassei voleva “rilanciare” l’Italia

Brembo, la sede legale in Olanda eppure Bombassei voleva “rilanciare” l’Italia

Brembo, la sede legale in Olanda eppure Bombassei voleva “rilanciare” l’Italia

Perché questo articolo potrebbe interessarti? Brembo trasferirà la propria sede legale in Olanda. Il colosso italiano dei freni ha spiegato che l’operazione punterebbe a “rafforzare la vocazione internazionale” dell’azienda e migliorarne lo “sviluppo su scala globale”. Un’altra eccellenza del made in Italy cede ai vantaggi fiscali di Amsterdam. Da Luxottica a Fiat, la lista di chi ha fatto questa scelta è lunghissima.

In uno degli ultimi comunicati ufficiali diffusi da Brembo si parla di una “strategia di crescita globale“, di una mossa volta al “rafforzamento del gruppo” sul mercato internazionale. Si spiega inoltre che l’imminente operazione non intaccherà minimamente “l’identità italiana e la storica presenza in Italia” dell’azienda. E che la sede fiscale resterà nel Belpaese, così come le azioni Brembo continueranno ad essere quotate a Piazza Affari.

La verità è che un’altra eccellenza del made in Italy ha scelto di trasferire la propria sede legale all’estero. Nello specifico in Olanda, ormai diventata terra promessa di multinazionali e grandi gruppi, grazie ad un regime fiscale ultra conveniente e sicuramente più leggero di quello italiano.

E pensare che Alberto Bombassei, presidente emerito di Brembo, azienda fondata dalla sua famiglia, soltanto qualche anno fa illustrava agli elettori la sua “ricetta” per far ripartire l’Italia. Alle elezioni politiche del 2013, in veste di candidato alla Camera come capolista di Scelta Civica per l’Italia – il partito di Mario Monti, con il quale sarebbe diventato deputato – Bombassei sottolineava la necessità di “ridurre i costi del lavoro che gravano sulle imprese”. Qualche anno più tardi, Brembo avrebbe evidentemente preso alla lettera il suggerimento del suo presidente emerito, giocando però la carta olandese.

Occasione Olanda

Bombassei è passato da essere presidente pro tempore di Scelta Civica alle dimissioni avvenute nel 2014. Alle elezioni del 2018 ha quindi appoggiato pubblicamente +Europa di Emma Bonino, per poi finanziare, nel giugno 2022, Azione di Carlo Calenda con 50mila euro.

L’alfiere del centrismo, ai tempi della militanza montiana, difendeva a spada tratta Monti. “Spesso e ingiustamente nelle vignette Monti viene dipinto con i dentini come l’uomo delle tasse che succhia il sangue agli italiani. Ma tutto questo è ingiusto perché è grazie a lui se l’Italia si è allontanata dall’orlo del baratro”, raccontava nella sua campagna elettorale.

La ricetta economica di Bombassei sarà stata anche prestigiosa ma, a giudicare dalla futura mossa di Brembo, probabilmente mancava di validi ingredienti. Già, perché Brembo ha sostanzialmente seguito Fiat e Luxottica, piazzando la propria sede legale in Olanda.

Agevolazioni fiscali

L’azienda leader nella produzione di impianti frenanti per veicoli, come detto, ha giustificato questa scelta con ragioni di opportunità. Con il desiderio di creare le condizioni idonee per la crescita futura di Brembo, anche per linee esterne, a vantaggio dei suoi azionisti e stakeholder.

Insomma, la motivazione principale del cambio di passo coinciderebbe con l’occasione di abbracciare un’opportunità di crescita e non con la possibilità di sfruttare il vantaggioso regime fiscale olandese.

In realtà, nel comunicato dell’azienda c’è un passaggio-perifrasi che illustra la causa madre del trasferimento della sede legale in Olanda. In questo modo, Brembo ”beneficerà di un ordinamento giuridico in grado di valorizzare la dimensione globale del business raggiunta dal gruppo”.

Non solo Brembo

Nel 2022, Brembo ha fatto registrare un eccellente stato di salute. I ricavi netti hanno superato i 3,6 miliardi di euro, con un bel + 30,7% rispetto ai 2,8 miliardi del 2020. A quanto pare, con un’ulteriore crescita all’orizzonte l’azienda intende legittimamente alleggerirsi le spese puntando sull’Olanda.

Dal punto di vista fiscale, all’ombra di Amsterdam la tassazione sugli utili delle aziende è infatti quasi nulla, e dunque le plusvalenze societarie possono restare nelle casse aziendali. Tutto in regola, tutto consentito dalla legge. Anche se, chi intraprende questa strada, smette di fatto di rimpinguare il fisco italiano con compensi che avrebbero invece potuto contribuire a rafforzare il sistema Italia.

In ogni caso, l’elenco delle italiane dirottate, almeno in parte, in Olanda è lunghissimo. Si va da Campari a Iveco, da Stellantis a Ferrari, da CNH Industrial a Stm. Per non parlare, poi, di Luxottica, Exor, Fca e via dicendo. Brembo sarà in buonissima compagnia.