(Adnkronos) – “Come Cni e Rpt è stata rappresentata al legislatore l’opportunità che il Testo unico dell’edilizia venga approvato non attraverso un Dpr, ma come una vera e propria legge, in modo che agisca davvero come testo unico, cancellando la normativa precedente e semplificando l’attività dei professionisti e degli altri operatori del settore”. A dirlo il presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri, Angelo Domenico Perrini, intervenendo al 67° Congresso nazionale degli ordini degli ingegneri d’Italia in corso a Catania.
“E’ comunque fondamentale – auspica – che il corpo del Decreto stabilisca le norme generali da applicare su tutto il territorio nazionale ed in particolare sulle procedure inerenti i depositi delle calcolazioni, eliminando la richiesta di doppia conformità che di fatto non consente interventi di risanamento di gran parte del patrimonio esistente”.
“Il Consiglio nazionale degli ingegneri, sulla scorta delle ricerche del Centro studi Cni, ha attivato sia direttamente che attraverso la Rete professioni tecniche un’interlocuzione con l’esecutivo al fine di predisporre una meccanismo tecnico-economico che consenta di rimodulare il sistema dei bonus per il risparmio energetico, tale da rendere possibile il raggiungimento degli obiettivi di risanamento del patrimonio edilizio previsto dalla direttiva Ue Epdb, rendendo sostenibile l’intervento finanziario dello Stato e prevedendo un sostegno inversamente proporzionale al reddito per la parte di finanziamento delle opere di ristrutturazione a carico dei singoli proprietari di immobili”.
“Al proposito – spiega – è indispensabile far rientrare a monte degli obblighi di ristrutturazione energetica previsti dalla direttiva Ue Epdb gli interventi di diagnostica preventiva sullo stato delle strutture e gli interventi di prevenzione dal rischio sismico. Ancora una volta si ritiene utile l’introduzione del Fascicolo elettronico del fabbricato”.
“Il Cni intende sostenere una proposta di legge che renda obbligatoria l’iscrizione all’albo professionale per i laureati in ingegneria che svolgono attività professionale. Tale iscrizione, garantendo, ai fini dell’esercizio l’obbligo del rispetto del Codice deontologico, della formazione continua e del possesso di assicurazione professionale, rappresenta un elemento di assoluta garanzia per l’utenza”.
“Riteniamo – avverte – che l’obbligo di iscrizione all’albo professionale, cogente per chi opera nell’ambito sanitario e nel campo della difesa dei diritti dei cittadini, debba esserlo a maggior ragione chi opera a salvaguardia della sicurezza dei cittadini”.
“Il futuro dell’ingegneria passa attraverso la formazione universitaria. Il Cni ritiene che i percorsi accademici debbano essere riorganizzati, finalizzando il ciclo di studi alla formazione dell’ingegnere magistrale, direttamente abilitato all’esercizio della professione contestualmente alla acquisizione della laurea, previo tirocinio interno ai corsi, affidato a professionisti qualificati dagli ordini professionali che ne garantiscano la affidabilità e competenza”.
“Inoltre – aggiunge – è indispensabile fornire ai laureati triennali, distinguendone il percorso a partire dal terzo anno, competenze immediatamente spendibili all’interno dell’apparato produttivo o con l’iscrizione nei collegi professionali di periti e geometri”.
“La prospettiva – suggerisce il presidente Perrini – è quella di tornare ad un albo costituito da un’unica sezione, riservata ai soggetti dotati di laurea magistrale. Naturalmente è necessario definire una norma che preveda un percorso agevolato che consenta, tenendo conto della formazione integrativa acquisita durante gli anni di permanenza degli iscritti alla sezione B dell’albo, l’ottenimento in sede accademica della laurea specialistica. Tale sezione ovviamente non potrà essere soppressa fino all’avvenuto upgrade di tutti gli ingegneri junior regolarmente iscritti al momento di approvazione della norma, impedendo comunque da quel momento nuove iscrizioni”.
“Su richiesta del Cni – ricorda – è stato istituito un tavolo tecnico presso il Mur cui partecipano tutti i portatori di interesse per elaborare una proposta da sottoporre al legislatore sulla laurea abilitante e sul ciclo formativo. Sarà necessaria la riscrittura della normativa: si chiederà con forza che sia una legge e non una norma di natura regolamentare quale il Dpr 328/2001 a disciplinare l’organizzazione degli albi e le competenze professionali”.
“Da ormai dieci anni è stato lanciato il progetto ‘Ingenio al femminile’. In questo periodo di tempo si sono attraversate varie fasi: da una fase iniziale di valorizzazione delle ingegnere donne che già avevano ottenuto importanti risultati nella loro professione, siamo ora passati ad una fase di valorizzazione delle giovani ingegnere donne”.
“Siamo giunti – afferma – alla terza edizione del Premio dedicato alle migliori tesi di laurea in ingegneria, che questo anno ha avuto l’adesione di 300 neolaureate che hanno presentato lavori di elevatissima qualità. Per il premio registriamo ogni anno un progressivo aumento di partnership con importanti imprese nazionali ed internazionali, ed il sostegno di un numero crescente di atenei italiani”.
“Sul sito ingenioalfemminile.it – assicura – potete farvi un’idea migliore delle dimensioni raggiunte da questa iniziativa, e colgo l’occasione per ringraziare tutti i colleghi degli ordini territoriali che ci hanno aiutato nell’attività di valutatori, e gli uffici del Cni per l’attività di organizzazione e gestione del premio”.