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Sui social parla la ragazza violentata a Palermo. Ma è fake o realtà?

Sui social parla la ragazza violentata a Palermo. Ma è fake o realtà?

Perché questo articolo ti dovrebbe interessare? Nelle scorse ore sono diventati virali dei video attribuiti alla ragazza violentata a Palermo. In questi frammenti, anche di pochi secondi, la voce racconta come si sente a distanza di settimane dai fatti e perché ha denunciato. L’audio è chiaro ma il video è completamente oscurato – a differenza di altre sue dichiarazioni sui social – rendendo difficile valutarne l’attendibilità.

“Io come sto? Sto meglio però ho dei momenti di crollo totale” si ascolta osservando un video completamente oscurato. La giovane che ha subito una violenza di gruppo a Palermo ha raccontato la sua esperienza sui social in altre occasioni, con delle dirette TikTok registrate da alcuni utenti della piattaforma e fatte circolare tramite clip contenute in cui si leggono alcuni dei commenti rivolti alla ragazza. Spiega il concetto di consenso – su cui tanto si è discusso dopo gli avvenimenti siciliani – e le ragioni per cui ciò che ha vissuto è un problema collettivo.

Video virali

Nelle scorse ore inoltre sono diventati virali dei video attribuiti alla vittima palermitana, in cui racconta come si sente a distanza di settimane dalla violenza e le ragioni per cui ha deciso di denunciare i fatti. Racconta che le è stato sconsigliato esporsi sui social e che è estata accusata di farlo per ottenere visibilità. I video però non sono rintracciabili sul suo profilo personale, ma fatti circolare da profili che mirano a rendere i TikTok virali. Sono loro a trarne profitto in termini di visualizzazioni e follower.

La voce dietro lo schermo buio riporta che le è stato detto di meritarsi la violenza perché posta foto e video sui social considerati provocanti ma risponde “non mi sento bella”. Questo passaggio – in origine all’interno di un discorso più ampio di cui si sente l’interruzione – ha colpito particolarmente l’utenza di TikTok, tanto che è uno dei più riproposti.

Si racconta inoltre a chi guarda i numerosi spezzoni virali a cosa fa appello la ragazza per affrontare il trauma. “Ci sono persone che hanno il cancro e nonostante tutto vanno avanti, rischiando la morte. Ci sono persone che hanno perso i genitori – come me -, ci sono persone che soffrono per altri tipi di motivazione e vanno avanti”. Racconta gli ultimi istanti della madre malata e si ripete che “nonostante tutto sono una ragazza che sta bene. Perché c’è gente che è peggio combinata di me e io non devo andare avanti?”.

Informazioni frammentarie

La facilità con cui si possono creare e condividere contenuti online – su TikTok in particolare – e l’attenzione mediatica suscitata dallo stupro di Palermo favoriscono la circolazione di informazioni false o frammentarie. Solo alcune settimane fa è stata resa nota l’inattendibilità di alcuni profili e video attribuiti ai sette ragazzi che hanno compiuto lo stupro. Alcuni dei contenuti sembrano aver visto l’intervento dell’intelligenza artificiale. La condivisione spasmodica di video la cui origine non è confermata alimentano la disinformazione.