Home Primo Piano Giulia Depentor, l’influencer dei cimiteri: “Tra le lapidi conosco popoli e culture”

Giulia Depentor, l’influencer dei cimiteri: “Tra le lapidi conosco popoli e culture”

Giulia Depentor, l’influencer dei cimiteri: “Tra le lapidi conosco popoli e culture”

Perché leggere questo articolo? In un mondo come quello dei social, dominato e inflazionato da influencer di moda, beauty e da campioni di superficialità, si distingue chi, invece, decide di andare oltre: visitando città ultraterrene e raccontandone le storie dimenticate. E’ il caso di Giulia Depentor, l’influencer dei cimiteri.

“Questo è Camposanto, il podcast dedicato a chi ama i cimiteri. Io mi chiamo Giulia Depentor e amo leggere le storie scritte sulle lapidi, osservare le fotografie sbiadite dal tempo e immaginare le vite degli abitanti di queste immense città ultraterrene. In questo podcast vi accompagnerò alla scoperta dei cimiteri che più mi hanno colpito, raccontandoveli attraverso i miei occhi e le mie sensazioni”.

Content editor per professione, esploratrice di cimiteri per passione: è Giulia Depentor, meglio conosciuta come “l’influencer dei cimiteri”. Camposanto è il suo podcast di successo che accompagna alla scoperta delle città ultraterrene nel mondo. “Riscopro e racconto le storie dimenticate delle persone defunte”. Una passione tutt’altro che sinistra, perché come ricorda Giulia “Il cimitero è un turbinio di informazioni e immagini. Visitare le tombe, leggere le lapidi, osservare le foto dei defunti è un’attività piena di sorprese, un modo per conoscere culture e popoli”.

Alla scoperta di cimiteri per comprendere culture: una passione trasformata in missione intellettuale

L’influencer dei cimiteri ha 40 anni, vive a Treviso, ma è originaria di San Donà, Venezia. Durante la pandemia di Covid-19 ha iniziato a dedicarsi alla passione per i campisanti. Ma il fascino di questi luoghi di culto, silenziosi ma eloquenti, la attrae fin da bambina. “Da piccola ero solita accompagnare le mie nonne in cimitero e le aspettavo mentre sistemavano le tombe dei miei nonni. Passavo le ore ad ascoltare le loro storie e aneddoti. Ero affascinata dalle lapidi e soprattutto dalle foto, accompagnate da date ed epitaffi”, ha raccontato di sé al Corriere.

Quasi trent’anni dopo Giulia ha trasformato la sua passione in una missione intellettuale: riportare alla luce le storie dimenticate dei defunti ed esplorare e analizzare con metodo il contesto storico e artistico. “Ogni cimitero è diverso e ci sono differenze sostanziali tra un paese e l’altro sia per struttura, che per approccio e concezione. In un cimitero di Los Angeles c’è un cinema all’aperto. In Nuova Zelanda la sepoltura avviene in casa, perché la morte è ritenuta parte integrante della vita. Non ne hanno paura, la ritengono una cosa familiare” afferma, dimostrando quanto i cimiteri del mondo raccontino della cultura di un popolo e del suo rapporto con la morte. Anche per questo motivo la Depentor li esplora in modo analitico, con un metodo scientifico che l’influencer dei cimiteri stessa tiene a specificare sulla sua pagina Instagram.

“Nulla è lasciato al caso”: la “to-do list cimiteriale” per un’attenta esplorazione

La sua “to-do list cimiteriale” delle cose da osservare durante le visite ai campisanti prevede un’attenta lettura delle lapidi con conseguente ricerca di informazioni implicite sui defunti. Altro passaggio consiste nel prendere nota delle date e individuare stranezze, coincidenze o corrispondenze con un avvenimento storico particolare. Giulia osserva attentamente anche l’aspetto dei defunti nelle fotografie: “Giovani che sembrano anziani? Anziani con una foto da bambini? Abbigliamento lussuoso e gioielli? Sguardo stanco e triste? Foto post mortem? Che cosa mi sta raccontando quella persona?”. Infine, ricerca e analizza eventuali simboli scolpiti sulla lapide: “lanterne, edera, colonne rotte. Nulla è lasciato al caso e tutto può aiutare a ricostruire la vita e la morte di quel defunto”, afferma l’esploratrice di campisanti.

“Immemòriam”: un viaggio tra i campisanti d’Italia per normalizzare l’esplorazione cimiteriale

“Leggo, viaggio, scopro cimiteri”, così si descrive essenzialmente Giulia. Le tappe della sua esplorazione “ultraterrena” sono scandite dalle puntate del podcast Camposanto, arrivato alla seconda edizione. Tanti i temi e luoghi trattati e (ri)scoperti da Giulia e dalla sua fedele “Camposanter’s little helper”, la sua cagnolina Olga. Dal cimitero dei suicidi di Grunewald a Berlino, a quello di Aoyama a Tokyo. Dal cimitero delle Fontanelle di Napoli, alle catacombe dei Cappuccini di Palermo, fino ai cimiteri della strage del Vajont. Ma anche i non cimiteri di Rarotonga nell’arcipelago delle isole Cook, il cimitero del Far West a Bodie in California o il cimitero dove è seppellito Hachiko, il cagnolino reso celebre dall’omonimo film con Richard Gere. “Non avevo grandi aspettative, all’inizio – spiega Depentor – Pensavo, al contrario, che sarei stata vista come strana. Invece, fin dalla prima puntata, ho avuto un grandissimo riscontro”. I suoi followers, infatti, hanno addirittura un nome: i Camposanter.

Dopo il successo del podcast, l’Influencer dei cimiteri firma “Immemòriam”, il suo primo libro, pubblicato da Feltrinelli il 24 ottobre. Si tratta di una sorta di “atlante cimiteriale” illustrato, col quale l’autrice accompagna il lettore in giro per l’Italia a visitare cimiteri anonimi e famosi e altri luoghi legati alla morte. “Per me è un traguardo importantissimo, ci penso dalla pubblicazione del primo episodio del mio podcast. Questo libro è un viaggio attraverso i cimiteri, in cui seguo la traccia di misteri, leggende e delitti in memoriam dei personaggi importanti del nostro Paese”. Obiettivo del libro è normalizzare l’attività dell’esplorazione cimiteriale – come già accade in nord Europa – in Italia, uno dei pochi Paesi con le foto sulle lapidi, pratica culturale che sottolinea il bisogno di mantenere uno stretto legame con il defunto.

Il fascino della morte attrae e fa successo

In un mondo come quello dei social, dominato e inflazionato da influencer di moda, beauty e superficialità, si distingue ed emerge chi, con originalità e intelligenza, sa andare oltre e ha qualcosa da raccontare come l’influencer dei cimiteri. Giulia Depentor, infatti, ha la capacità di cogliere ed esporre le storie in cui si imbatte con delicatezza e brillantezza, e forse anche con una particolare sensibilità dovuta alla patologia di cui è affetta: la sinestesia grafema-colore. Non solo una figura retorica, ma anche una condizione fisiologica per cui un certo stimolo coinvolge uno o più sensi differenti da quelli normalmente preposti alla sua elaborazione. Così Giulia vede i colori delle parole e dei numeri.

Depentor sa sicuramente coinvolgere, ma il suo successo è anche dovuto al fascino dei cimiteri, che appassiona tantissime persone. Ma perché si è così attratti dai cimiteri e, in generale, dalle storie legate alla morte? Forse, non ci sono risposte razionali. Un po’ per il gusto del gotico, un po’ per la curiosità di scoprire se la vita continua dopo la morte e, magari, si spera di coglierne le manifestazioni proprio nei cimiteri. Probabilmente questa attrazione è legata anche alla paura di dimenticare e di essere dimenticati. Ecco, dunque, il bisogno di conoscere storie, di raccontarle e di raccontarsi attraverso la (ri)scoperta delle vite di chi ci ha preceduto o di chi ci ha lasciato. Per arrivare alla fine di tutto con “mille ricordi e nemmeno un rimpianto”, citando il tatuaggio dell’influencer dei cimiteri. Un monito che assume ancor più rilevanza in questi giorni prossimi alla ricorrenza della commemorazione dei defunti.