Anni e anni di tagli

Sotto bilancio, sempre la stessa storia: non ci sono i soldi. In un paio di occasioni l’ho pure visto da dentro, il bilancio comunale: lunghi papiri di numeri e codici con i politici che ci si rompevano sopra la testa. Che cosa tagliamo? La mensa gratis oppure gli aiuti alle famiglie povere?
Ora i soldi sono ovunque
Il Pnrr promette piogge di denari, il Parlamento ha approvato l’incremento al 2 per cento del PIL dei fondi sulla difesa, si sono aperte assunzioni massicce di Statali. Sulla sanità si dice che ci sarà una iniezione senza precedenti di fondi pubblici. E l’Europa spinge: spendete spendete spendete. Spendete subito, spendete tutto, spendete bene. Oggettivamente siamo in ripresa, a livello economico, malgrado quel pazzo criminale di Putin. Però qui le cose sono due.
O abbiamo vissuto per vent’anni in un sistema (stimolato dai vincoli europei) in cui ci tenevano con le mani legate, colpevolmente. E allora voglio le teste dei responsabili di vent’anni di sacrifici inutili, a partire da Monti. Oppure stiamo spendendo troppo anche adesso. E quei conti li pagheranno i nostri figli. Ogni cosa che andiamo a finanziare è indubbiamente giusta. Come si fa a non investire nella transizione ecologica con il 110 per cento? Come si fa a dire di non investire nella sanità? Come si fa a dire di non investire nella difesa con una guerra in corso? Non si può.
Esattamente come non si poteva prima scegliere se ridurre del 10 per cento i servizi sociali o se ridurre del 10 per cento i servizi all’infanzia. Sono scelte difficili. Ma io non voglio sentirmi accusato dai miei figli di aver lasciato loro un mondo di debiti, tanto quanto io ho accusato i miei genitori (quantomeno – la loro generazione) di essersi mangiati tutto negli anni Settanta e Ottanta. Penso che sia una preoccupazione legittima.