Home Politics Occhetto: “Il Pd un buco nero, la Schlein è stata una scossa”

Occhetto: “Il Pd un buco nero, la Schlein è stata una scossa”

Occhetto 'boccia' il M5s: "La sinistra non può essere soppiantata dal Vaffa"

Perché leggere questo articolo? A partire dalla vittoria a sorpresa di Elly Schlein al congresso del Pd si è scatenato il dibattito sul futuro della sinistra italiana. Tra rebus alleanze, guerra in Ucraina e una miriade di sigle, il compito della neo leader non è affatto semplice. True-News.it ne ha parlato con Achille Occhetto, l’ultimo segretario del Partito Comunista Italiano, traghettatore del Pci verso il Partito Democratico della Sinistra. 

Occhetto: “Il Pd era finito in un buco nero”

L’uomo della “svolta” della Bolognina commenta con True-News.it la svolta a sinistra del Pd di Elly Schlein. Chiediamo ad Achille Occhetto, il leader del passaggio dal Pci al Pds, se anche l’affermazione di Schlein al congresso dem sia una svolta. “Si certo, è una svolta rispetto al buco nero in cui era finito il Pd negli ultimi mesi e negli ultimi anni”, risponde Occhetto, ultimo segretario comunista e primo segretario pidiessino.

Schlein? “Una scossa elettrica in un Pd passivo”

L’ex senatore, a differenza di molti altri osservatori, si attendeva la vittoria della deputata italo-svizzera-americana contro il più esperto Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna. “Io me l’aspettavo una cosa del genere, ha avuto l’effetto di una scossa elettrica in un corpo passivo, come era quello del Pd”, spiega Occhetto. Che dà luce verde alle prime mosse da segretaria di Schlein. “Prevedevo che avrebbe aperto porte e finestre, facendo entrare energie nuove, come ha cominciato a fare già dai primi giorni”, il complimento del segretario della svolta che ha archiviato il comunismo.

Occhetto: “Il Pd era il partito-establishment”

Archiviato il comunismo, ma non la sinistra. “Il Pd era finito in un buco nero di consensi, ma soprattutto di linea politica, una linea politica governista a prescindere che ha fatto perdere al partito della sinistra la connessione sentimentale con il suo popolo, con i più deboli, con la parte più svantaggiata della società, a partire proprio dai giovani e dalle donne che hanno tirato la volata per la vittoria di Schlein”, la riflessione di Occhetto sull’atteggiamento tenuto dal Pd negli ultimi anni. Un partito che era diventato quasi “il partito dell’establishment”.

I consigli a Schlein

Occhetto dà a Schlein una serie di consigli per rivitalizzare quel “corpo passivo” che era diventato il Partito Democratico. “Innanzitutto – dice il fondatore del Pds – credo che un partito sbagli a definirsi in base ai suoi potenziali alleati. Il Pd non deve definirsi dicendo ‘stiamo con Conte oppure stiamo con Calenda’ “. La soluzione è avere “una visione inclusiva”, certamente diversa dal M5s, “che invece manca di visione e si è sempre focalizzato solo su un programma a punti, come ad esempio ha fatto Conte con la sua campagna sul reddito di cittadinanza”. Vaste programme, direbbe il generale Charles De Gaulle.

“Il Pd sia inclusivo”

Come si fa? “Bisogna sicuramente che la sinistra parli ai poveri e bisogna partire da loro, ma il Pd deve parlare anche con le altre fasce sociali, con il ceto medio in difficoltà, bisogna ritrovare la connessione perduta con il popolo della sinistra ed essere anche inclusivi”, argomenta Occhetto con True-News.it.

Per Occhetto non c’è nulla a sinistra dei dem

Secondo l’ex segretario del Pci e del Pds non è urgente fondere in un solo partito tutte le sigle della sinistra, come le decine che si sono riunite al corteo antifascista di Firenze. “Le sigle a sinistra del Pd sono tutte minoritarie e residuali, infatti nemmeno loro sono riuscite a intercettare il popolo della sinistra, un compito che invece spetta al Pd. Deve essere il Pd l’unico partito della sinistra e deve parlare agli elettori, non agli altri partiti”, il commento di Occhetto sulla proliferazione di partiti a sinistra dei dem.

Il Pd e la guerra in Ucraina

Uno dei temi che agitano il dibattito nel centrosinistra è sicuramente quello della posizione da tenere sulla guerra in Ucraina. “Su questo Schlein è già superiore a Conte, che invece si è limitato a usare strumentalmente la questione dell’invio delle armi all’Ucraina. Anche se l’Italia smettesse di inviarle cambierebbe poco sullo scenario di guerra”. Il Pd come dovrebbe porsi allora? “Si tratta di avere una prospettiva globale che punti alla pace e a superare l’ordine mondiale scaturito dalla guerra fredda, un sistema che ha fallito del tutto. Il sostegno all’Ucraina e la ricerca della pace possono stare insieme”.

Occhetto contro gli “atlantisti fanatici”

L’ultima bordata è riservata agli “atlantisti fanatici” che accusano di disfattismo chiunque parli di dialogo. Conclude Occhetto: “Chi pensa che porre dubbi sulla guerra sia disfattista è folle e rappresenta un’area di atlantisti fanatici fuori dalla realtà nonché estremamente minoritari nella società italiana”.