Home Politics Lutto nazionale, il no dei comunisti: “Berlusconi non è Garibaldi”

Lutto nazionale, il no dei comunisti: “Berlusconi non è Garibaldi”

Lutto nazionale, il no dei comunisti: "Berlusconi non è Garibaldi"

Perché potrebbe interessarti questo articolo? Il dibattito sulla proclamazione del lutto nazionale, previsto per mercoledì’ 14 giugno, per la morte di Silvio Berlusconi ha creato le prime divisioni politiche. A sinistra ci sono state proteste nei confronti della decisione del governo. E Rifondazione comunista, con il suo segretario Maurizio Acerbo, denuncia una operazione di propaganda da parte del governo Meloni. Ecco l’intervista.

La proclamazione del lutto nazionale per la morte di Silvio Berlusconi è “roba da matti”. Da Maurizio Acerbo, segretario di Rifondazione comunista, nell’intervista a True-news.it arriva una netta presa di posizione sulla scelta del governo contro cui punta il dito: “Meloni fa propaganda con cinismo”. Perché il fondatore di Forza Italia “non è un padre della patria”, ma un leader che viene “santificato” nonostante sia stato “condannato e prescritto”.

È giusta la proclamazione del lutto nazionale per la morte di Silvio Berlusconi?

Ma siamo matti? Non è stato fatto nemmeno per Enrico Berlinguer. Il lutto nazionale è un atto di prepotenza del governo. Non si era mai visto un funerale che diventa un atto di propaganda. Il lutto nazionale era stato proclamato solo per i Presidenti della Repubblica, mai per un ex presidente del Consiglio. La differenza è evidente: i Presidenti della Repubblica rappresentano tutti. Nel caso di Berlusconi mi sembra davvero fuori luogo, rappresenta una parte delle italiane e degli italiani che lo ha votato. Non è Mazzini, non è Garibaldi e per quanto mi riguarda non è neanche Aldo Moro.

Non è un padre della patria, insomma?

I veri padri della patria, come Pertini, hanno anche rifiutato i funerali di Stato. Ma è un’altra storia.

Berlusconi è stato comunque un leader che ha segnato la storia di questo Paese, come dicono tutti.

Parliamo di un leader politico che è stato condannato e altre volte prescritto. È un’operazione di santificazione che è il seguito delle altre narrazioni come la balla che è stato perseguitato dalla Giustizia. Ricordo pure che Berlusconi era presidente del Consiglio quando siamo stati massacrati a Genova, alla Diaz. E non mi risulta che abbia fatto autocritica. Ha tante responsabilità politiche.

Quindi valutazione storica avrebbe richiesto un’altra scelta?

Non vorrei polemizzare per rispetto della famiglia e di chi lo ha sostenuto, ma l’imposizione del lutto nazionale non ha alcuna giustificazione e non ha precedenti in questo senso. Anzi è una scelta che costringe a polemizzare anche in un momento così. Ma è inevitabile, visto che non è stato fatto il funerale di Stato per altre personalità che non hanno avuto i guai giudiziari di Berlusconi, né hanno reso l’Italia una barzelletta all’estero. Dal governo è arrivata una forzatura di parte.

E per quale motivo il governo avrebbe fatto una forzatura?

Per riscrivere la storia, abusando delle Istituzioni. È stato fatto con cinismo. Ci sta che celebrino la figura di Berlusconi, è comprensibile, perché per la destra è stato un punto di riferimento, ha sdoganato i fascisti e la Lega. Ma il lutto nazionale non è comprensibile proprio per questo: spero che tutti i sindaci si rifiutino di proclamarlo, come ha chiesto Tomaso Montanari.

A breve partirà il discorso sull’intitolazione di strade e strutture, come deve essere affrontata la questione?

La legge prevede un’attesa di 10 anni dalla morte di qualsiasi persona prima di intitolare strade o piazze. Organizzino tutte le manifestazioni di partito, è giusto anche, ma nel rispetto delle Istituzioni. Quindi se ne dovrà parlare tra 10 anni, a quel punto faranno quello che vogliono.

È giusto sospendere i lavori del Parlamento per una settimana?

Giorgia Meloni sta facendo una grande operazione mediatica, mancando di rispetto alle Istituzioni. Se non è stata questa la prassi in passato, è un’ulteriore forzatura propagandistica e di santificazione di Berlusconi.

Vede una politicizzazione della morte di Berlusconi?

È inevitabile. Chi ha sostenuto Berlusconi e chi ha beneficiato delle sue politiche vuole in qualche maniera rafforzare la sua parte. Non discuto che la destra gli renda omaggio: è il loro leader, senza di lui sarebbero fuori dall’arco costituzionale. Ripeto, però, che non si possono usare le Istituzioni per fini politici di parte.

E cosa pensa della reazione mediatica alla morte di Berlusconi?

In tv si sta esagerando sul ruolo di Berlusconi, sulla riscrittura della storia italiana. Ma questo è un piano politico ed è normale che ci sia una valutazione diversa sulla sua figura. La proclamazione di lutto nazionale è un’altra, cosa. È inaccettabile.