Home Politics Il rapporto dei Papi con la TV e la lunga corsa di Fazio per avere Bergoglio

Il rapporto dei Papi con la TV e la lunga corsa di Fazio per avere Bergoglio

Il rapporto dei Papi con la TV e la lunga corsa di Fazio per avere Bergoglio

La prima volta di un pontefice ospite in un talk per essere intervistato dal conduttore è stato il finale di un percorso di corteggiamento avviato da Fabio Fazio poco meno di tre anni fa.

Il 24 settembre 2019, il conduttore di “Che tempo che fa”, nella sua veste di “Cavaliere della luce”, insieme ad altri tre personaggi noti al grande pubblico (il tenore Andrea Bocelli, il cantante Nek e l’imprenditore Matteo Marzotto), incontrò Papa Francesco nella Cittadella Cielo di Frosinone. I quattro “cavalieri” hanno aderito, infatti, al movimento Nuovi Orizzonti creato da Chiara Amirante. Il movimento, che ormai conta milioni di seguaci in tutto il mondo (la fondatrice ha scritto diciannove libri e lanciato la “Spiritherapy”), gestisce, insieme a quella in Ciociaria, circa una ventina di strutture per il recupero e il reinserimento degli emarginati in tutta Italia. Quella sera di settembre, insieme alla Amirante, era presente anche il giovane prete don Davide Benzato: i due, insieme, sono stati in seguito ospiti in una puntata di “Che tempo che fa”.

Papa in tv, la reciproca stima tra Fazio e Bergoglio

L’adepto Fazio, che il pirotecnico presidente della Campania De Luca apostrofò in diretta come “fratacchione”, a questo punto forse non solo per l’ecumenismo delle sue conduzioni, in una intervista alla “Stampa”, parlando di quella sera a Frosinone, e riferendosi al Papa, disse che alle «tante emozioni» di quel giorno era stato «difficile dare un ordine». Aggiungendo: «Il mio è uno stupore autentico davanti a una persona pienamente integrata che vive credendo profondamente in quello che fa e che è capace di trascinarci verso il trascendente grazie al suo essere profondamente immanente». Parole di stima che sarebbero state ricambiate da Bergoglio quando il Papa commentò, in una intervista rilasciata a “Repubblica”, un intervento dello stesso Fazio che il quotidiano aveva pubblicato pochi giorni prima. Erano passati pochi mesi dal loro incontro a Frosinone, era il marzo 2020 e l’Italia era in piena prima ondata della pandemia.

Papa Francesco a Che tempo che fa, un “colpaccio” cercato da tempo

«Mi ha molto colpito l’articolo scritto su “Repubblica” da Fabio Fazio sulle cose che sta imparando da questi giorni – disse Papa Francesco – I nostri comportamenti influiscono sempre sulla vita degli altri. Ha ragione ad esempio quando dice: “E’ diventato evidente che chi non paga le tasse non commette solo un reato ma un delitto: se mancano posti letto e respiratori è anche colpa sua”. Questa cosa mi ha molto colpito». Si capisce, quindi, come per il “colpaccio” del Papa nel talk di Fazio, la trattativa era avviata da tempo. Doveva solo essere portata a conclusione e con il minor numero di intermediari possibili con pochi essenziali passaggi attraverso i canali ufficiali prima del sì definitivo di Bergoglio.

Le apparizioni di papa Francesco in televisione

Fino ad oggi, come ha ricordato il giovane vaticanista Francesco Antonio Grana sul ilfattoquotidiano.it, «alle televisioni italiane il Papa ha rilasciato soltanto due interviste: la prima a Tv2000, l’emittente della Cei, per la conclusione del Giubileo straordinario della misericordia, e la seconda al Tg5 nel gennaio 2021. Molto più numerosi sono, invece, i programmi televisivi realizzati dal Papa per le tv italiane: la trilogia Padre nostro, Ave Maria e Io credo con don Marco Pozza per Tv2000, Vizi e virtù sempre con lo stesso sacerdote su Nove e, infine, Francesco e gli invisibili curato da Fabio Marchese Ragona, vaticanista Mediaset, per il Tg5».

I papi di fronte alle telecamere: una storia iniziata nel 1949

Ma, al di là del primato di Francesco ospite di un talk, qual è stato il rapporto dei suoi predecessori sul soglio di Pietro con la televisione?

A ricostruirlo ci ha provato in un libro edito da Aracne la studiosa Martina Luise (figlia d’arte, suo padre è un vaticanista radiofonico), “I papi di fronte alle telecamere”. Prima di addentrarsi nei capitoli, è il segretario di Stato vaticano Pietro Parolin che ripercorre nella prefazione le tappe salienti di questo rapporto, che prende l’avvio negli anni ’50 grazie alla lungimiranza di papa Pacelli (Pio XII). Fu il suo «il primo discorso televisivo nell’aprile del 1949 alla televisione francese in occasione della Pasqua», ricorda Parolin.

Papa Giovanni XXIII: “Date una carezza ai vostri bambini”

E’ grazie al suo successore, Giovanni XXIII, invece, che il mezzo televisivo diventa testimone di uno dei più emozionanti discorsi di un Papa, destinato a entrare nella storia e anche nel cuore di chi credente non era. E’ il famoso discorso alla Luna dell’11 ottobre 1962: «Questa sera lo spettacolo offertomi è tale da restare ancora nella mia memoria, come resterà nella vostra. […] Tornando a casa, troverete i bambini; date una carezza ai vostri bambini e dite: “Questa è la carezza del Papa”. Troverete qualche lacrima da asciugare. Fate qualcosa, dite una parola buona. Il Papa è con noi specialmente nelle ore della tristezza e dell’amarezza». «Con quelle parole – tratteggia il cardinale Parolin -, il Pontefice che per primo è uscito dal Vaticano per visitare ammalati e carcerati, proprio grazie alla televisione che ha irradiato nel mondo la semplicità e il calore di quel momento, è entrato in punta di piedi, nelle case dei fedeli e nei cuori della gente».

Con Giovanni XXIII, grazie all’immagine televisiva, dice monsignor Dario Edoardo Viganò, direttore del Centro televisivo vaticano, «si ha per la prima volta la percezione del corpo di un pontefice: postura, corporatura, tono di voce. Il passaggio da Pio XII a Giovanni XXIII segna poi, soprattutto in Italia, il passaggio dall’epoca della radio a quella della televisione».

Giovanni Paolo II, un innovatore della comunicazione

A innovare fortemente il rapporto tra Vaticano e televisione, dopo le riprese dei numerosi viaggi apostolici e di quello all’Onu di Paolo VI, è stato il primo Papa straniero, Giovanni Paolo II.

E’ il Pontefice polacco che promuove la nascita e lo sviluppo del Centro Televisivo Vaticano nell’ottobre 1983. La mission affidata è quella di documentare le attività del Santo Padre e della Sede apostolica, diffondendo le immagini alle televisioni di tutto il mondo, dai grandi network alle piccole stazioni. Fu Giovanni Paolo II a ridefinire i canoni del rapporto tra Chiesa e dispositivo televisivo, sempre secondo Parolin, fino all’atto di non nascondere la propria sofferenza fisica, decisione questa che marca in maniera indelebile la storia dell’audiovisivo.

Fu Giovanni Paolo II a telefonare in diretta a Porta a porta per ringraziare Bruno Vespa della puntata dedicata al ventesimo anniversario del suo pontificato. Sono due, invece, le telefonate di Bergoglio in diretta a programmi tv: nel 2016 telefonò in diretta anche a Uno mattina, all’epoca condotto da Francesca Fialdini e Franco Di Mare (oggi direttore di Rai 3), facendo gli auguri per i 30 anni del programma. Il venerdì santo di due anni fa Bergoglio chiamò il programma della Conferenza episcopale italiana che la Rai trasmette la domenica mattina, “A sua somiglianza”.

Ma la prima intervista tv la concesse Papa Ratzinger

Di Joseph Ratzinger, Papa emerito, si ricorda soprattutto l’uscita di scena cinematografica con l’elicottero bianco che si alza in volo mentre il neoeletto successore Bergoglio si appresta ad affacciarsi dal balcone di piazza San Pietro e a presentarsi ai fedeli con il più semplice dei saluti (“Buonasera”). Ma, a voler essere pignoli, spetterebbe a lui il primato di primo Papa a rispondere a domande in un programma televisivo. Accadde venerdì 22 aprile 2011, un Venerdì Santo. Così il Corriere della Sera ne dava l’annuncio l’8 marzo di quell’anno: «Per la prima volta nella storia del Papato e della televisione, un Pontefice risponderà alle domande dei fedeli in un programma tv. Succederà venerdì 22 aprile, per la Chiesa cattolica è il Venerdì Santo. L’appuntamento è alle 14.10 di quel giorno su Raiuno (la stessa ora della morte sulla Croce) durante la trasmissione di informazione religiosa “A sua immagine-Domande su Gesù”. Il tema sarà la figura del Cristo al quale Papa Ratzinger ha già dedicato un primo suo libro (“Gesù di Nazareth”). Il secondo sta per uscire e un terzo è in preparazione. A condurre il programma e a presentare le domande, in tutto tre, sarà l’autore-conduttore Rosario Carello, 37 anni, alla guida del programma dal 2008 dopo anni di lavoro per Tv2000, una rubrica su “Famiglia Cristiana”, cattolico praticante».