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Perché sto con i Ferragnez

Perché sto con i Ferragnez

di Alessandro Pedrini

Ieri per è stato uno dei giorni più bui della nostra storia. L’Italia ha superato le 100.000 vittime ufficiali per il Covid, senza contare i morti indiretti per non aver avuto accesso alle cure. E mentre migliaia di famiglie piangono i loro cari c’è chi si diverte a fare polemica. Sappiamo bene che viviamo in un Paese dove se ti compri la macchina nuova il vicino te la riga, che se fai i soldi sei un ladro, mentre se evadi il fisco sei un eroe. Dove gli altri – e non tu – devono stare in quarantena, rispettare le regole e stare in zona rossa. Dove trovare un candidato a fare il sindaco è ormai un’impresa perché se va bene il minimo che si becca è l’abuso d’ufficio.

Un Paese logorato e in crisi di valori già ben prima della pandemia, ma che dopo si è incarognito ancora di più. Ma è possibile scomodare la magistratura perché una moglie sostiene il marito? Se poi i protagonisti si chiamano Ferragni e Fedez poco importa. Possono risultare antipatici, cantare male, essere brutti e cattivi, ma il gesto di una donna che sostiene il suo compagno è qualcosa di bello e importante. Ieri si festeggiava l’8 marzo. Tante belle parole, ma poi nei fatti giù insulti alla povera Chiara. Non capisco davvero l’accanimento contro questi due giovani. Prima raccolgono soldi per la Terapia Intensiva al San Raffaele e giù esposti e polemiche e ora la vicenda Sanremo.
Criticateli pure su come si vestono o sui loro tatuaggi, ma non toccate la famiglia che, come dice Papa Francesco è la base per la “costruzione di un mondo sempre nuovo e migliore”.