Home Politics A casa Fedez comanda Travaglio, ma Muschio Selvaggio è un talk vero

A casa Fedez comanda Travaglio, ma Muschio Selvaggio è un talk vero

A casa Fedez comanda Travaglio, ma Muschio Selvaggio è un talk vero

Perché leggere questo articolo? Abbiamo seguito l’episodio di Muschio Selvaggio, il podcast di Fedez, con Travaglio e Capezzone. Avevamo tutti i pregiudizi del mondo, ma sapete che…

E’ lunedì e i colleghi ti dicono: “Ti vuole sopra il direttore”. Milano, interno giorno tendente al pomeriggio. Apri la porta, “Siediti”. Sei lì che pensi “Signore, perdona i miei molti peccati” e il direttore gira lo schermo del computer. YouTube, interno floreale. E’ tutto verde lo sfondo dello schermo davanti al quale si staglia lo Svapo che sta caricando di liquido un uomo tatuato. “Claudia non esiste, suo marito non esiste” ripeteva il mantra Aldo in “Tu la conosci Claudia?“. Inspira, espira, medita col pensiero. “Fedez non esiste, Muschio Selvaggio non esiste”. Il direttore, per deformazione professionale, coglie le emozioni dell’interlocutore, prima del diretto interessato. “Guardalo, fidati. In ogni caso dopo devi scriverci. Quindi guarda bene”. Andiamo allora a trattar del ben ch’io vi trovai. Perché, mi scoccia dirlo, quello di Fedez è uno show che si fa guardare (o ascoltare, o non so in che altro modo la Gen Z ne possa fruire).

Ma sapete che sto Muschio Selvaggio…

Sei lì che pensi “Perché proprio a me, Signore” e il primo piano si allarga allo studio. Spuntano le facce di Marco Travaglio e Daniele Capezzone. Un bel ring questo Muschio Selvaggio, questo va concesso a Fedez. A completare il quartetto – disposto a chiasmo: conduttore/ospite/ospite/conduttore – un tizio con una specie di bandana. Si capisce che è nella schiera dei conduttori dall’outifit – agli antipodi rispetto a Travaglio e Capezzone, conciati come un qualsiasi ospite in tv – e dai tatuaggi – se possibile ancora più appariscenti di quelli di Fedez. “Lui chi è?” chiede il direttore, anche qui in anticipo sulla confusione dei miei pensieri. “Non saprei, ma mi hanno detto che è bravo nei podcast”. La realtà dei fatti (o la sfortuna) riveleranno che – magari in questa singola puntata di Muschio Selvaggio – Davide Marra è il peggiore in campo.

Per il resto, è un programma che funziona. Qualche spin doctor della comunicazione prestato al male deve avere inculcato a Fedez il concetto che “parlare e svapare non si può ascoltare” – parlano davvero così: la vita mi ha portato a vedere qualche puntata della serie Ferragnez (possa il Signore avere pietà di me). Quindi il rapper-podcaster-marito-nullatenente ha trovato il suo posto, in una trasmissione che ha ritmo. Si fa seguire bene, molto bene. Nella società della soglia dell’attenzione del pesce rosso, mi sono trovato incollato allo schermo. Quasi dispiaciuto che il direttore mandasse avanti velocizzato il video.

Gli ospiti giusti

Se i conduttori hanno trovato il loro posto nel mondo, a muovere le fila della puntata sono i due ospiti: Travaglio e Capezzone. Si può pensare quello che si vuole sul direttore de Il Fatto Quotidiano e su quello editoriale di Libero. Una cosa però va detta: sono degli animali da talk show. In tv sanno abbaiare, e anche nello studio di Muschio Selvaggio sanno litigare. Non è la solita gazzarra da studio televisivo. Il tavolo ridotto a quattro, alcune affinità elettive pur nella loro diversità dei due giornalisti e – diciamolo – pure i contenuti della scaletta fanno sì che l’ora proceda spedita. Dentro Muschio Selvaggio c’è molto: intrattenimento e informazione, dibattito e scazzo. Anche un po’ di promozione, ma alla gente del libro di Travaglio frega nulla: è lì per vederlo scannarsi. Ok per l’ospitata, ma a una condizione: niente tagli. È stato questo l’unico paletto imposto da Travaglio per partecipare a Muschio Selvaggio. Promessa mantenuta.

Una nota di merito va anche all’altro giornalista ospite. Daniele Capezzone è stato negli anni un rinnegato radicale, un satrapo del berlusconismo e una sublime imitazione di Neri Marcorè. Lui se n’è sempre fregato. Il pubblico fischiava? Lui ha sempre continuato a suonare, una musica che sicuramente non è da camera, ma resta uno dei migliori nel suo genere. A Muschio Selvaggio lo dimostra. Non sarà l’allievo prediletto di Montanelli, ma sa stare in trasmissione. Ha i tempi, dice la sua, senza nemmeno sembrare borioso o disco rotto. Con Travaglio di fronte a Fedez discute, in maniera pacata ma non noiosa, di ruolo del giornalismo, di politica internazionale ed economia. I toni sono quasi elevati, non sembrano nemmeno loro.

A casa Fedez comanda Travaglio

Lasciamo stare i santi e concentriamoci sui fanti. Andiamo velocemente a quello di cui il microcosmo che legge i giornali e il macrocosmo che sta suo social parlano: lo scazzo tra Fedez e Travaglio. “Trovo semplicemente ridicolo che con tutti i problemi che ci sono nella stampa italiana, per quelli che mentono tutti i giorni, ve la prendiate con una che dice sempre la verità. Questa è la cosa ridicola”. Travaglio prende le difese della propria collaboratrice, Selvaggia Lucarelli.  “Noi non pensiamo che dica sempre la verità” ribatte Fedez.

Arginato subito da Travaglio: “Io invece sì. Quindi sono stupefatto, non sono minimamente turbato. Da quale pulpito tu distribuisci patenti di verità visto che continui a chiamarla ‘falsa giornalista’, ma non mi risulta che tu sia giornalista“. Il rapper risponde: “Io infatti non faccio il giornalista”, incalzato dal suo ospite: “E quindi che titolo hai per dare lezioni di giornalismo a una giornalista che vale molto più di tanti iscritti all’Albo dei Giornalisti?”. La stoccata arriva sul finale, quando Fedez chiede a Travaglio in che modo lui avrebbe dato lezioni di giornalismo alla Lucarelli: “Ammazza, è mezzora che lo fai. È la tua fissazione perché ha trasformato la tua compagna in Wanna Marchi. Questa è la verità”. Colpito e affondato (in casa).

Muschio selvaggio è un talk show vero

All’affondamento di Fedez contribuisce anche suo malgrado il co-conduttore. Davide Marra si inserisce nello scontro tra pesi massimi, provando a smorzare i toni, ma di fatto togliendo la replica al sodale di podcast. E’ forse l’unico neo di una puntata che ha raggiunto il suo scopo, qualunque esso sia stato concepito nella mente di Fedez (e dei suoi malvagi spin doctor). Verso Muschio Selvaggio – così come verso le persone che ci sono dietro – si possono nutrire tutti i pregiudizi della Terra. Eppure, è un programma che funziona. Anche oltre il semplice intrattenimento online. E’ molto meglio di un qualsiasi salotto Rai, gabbia Mediaset o tonnara La7. In tempi di dibattito su TeleMeloni e  crisi del servizio pubblico, i vari Vespa, Giletti e Formigli potrebbero prendere appunti da Fedez.