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Difesa, energia, tecnologia. L’Europa dopo il voto vista da Salini (Forza Italia)

Massimiliano Salini, eurodeputato di Forza Italia,

“L’Europa si trova ad affrontare uno scenario dominato su ogni fronte dall’onda lunga delle conseguenze della guerra in Ucraina”: Massimiliano Salini, eurodeputato di Forza Italia, non ha dubbi. Per il politico cremonese, candidato per gli azzurri alle incombenti Europee di giugno, la sfida più grande dell’Unione Europea dopo il voto “sarà governare le sfide e le complessità che questo cambio di paradigma impone. Abbiamo visto emergere nell’ultimo biennio la politica energetica di rottura con il passato”, dice a True-News Salini. E ora, aggiunge, “incombe la sfida della Difesa comune europea”.

Salini: “Il mondo è più complesso e competitivo”

Sicurezza e sviluppo uniti in un’Europa che cambia. “Purtroppo per noi”, dice Salini, “il mondo è diventato più complesso e competitivo. L’Europa deve essere all’altezza di queste sfide. E un punto chiave per il post-voto sarà la definizione di una politica industriale comune per la produzione di armamenti e per rafforzare le capacità di difesa e deterrenza dell’Ue. Questo può rendere i Paesi europei più forti”, nota l’eurodeputato. Specie se “la difesa europea rafforzerà la sicurezza collettiva in sinergia con quanto garantito dagli Usa e dalla Nato”.

Insomma, un’Europa-potenza, un’Europa “geopolitica” dovrà affrontare le sfide esistenziali ai suoi confini. E non solo. Il cambio di paradigma impone svolte su ogni fronte. “Nella legislatura in conclusione”, ragiona Salini, “mi sono molto occupato della partita della transizione energetica e del digitale. Su entrambe le partite è bene seguire la bussola del pragmatismo, che non significa abbassare le ambizioni ma mediare tra le sfide che si pongono e la realtà che si vuole costruire“.

Le ambizioni dell’Ue secondo Salini

Onore e onere del Partito Popolare Europeo, di cui Forza Italia fa parte e che secondo le proiezioni si confermerà prima forza all’Europarlamento, “sarà quello di costruire una visione che permetta di rafforzare l’Europa, abbattere le barriere di mercato, aumentare le capacità delle imprese”, nota Salini. Sul fronte della transizione energetica, “guardando con realismo al tema della neutralità tecnologica”.

Su quello digitale, dice l’eurodeputato, “l’Ue ha ben normato su temi come l’intelligenza artificiale e il suo uso etico la sfera della gestione del rischio. Ora si tratta di mettere a terra politiche che consentano a imprese e cittadini di sfruttarne le potenzialità“. In campo tecnologico, poi, Salini non dimentica che “esistono settori ove scenari civili e nuovi paradigmi della difesa si uniscono: penso ad esempio alla questione della comunicazione satellitare”.

Un’Europa a geometria variabile

Palla agli elettori europei e poi, con ogni probabilità, al Ppe, che secondo regolamento da prima formazione potrà proporre nomi per la presidenza della Commissione. Si avrà uno slittamento a destra dell’Europa? Salini invita a distinguere diversi momenti legislativi: “in Europa ci sono contesti come quello dell’elezione del presidente della Commissione in cui la preclusione di formazioni come Identità e Democrazia a votare un candidato popolare è palese”. Ma questo non esclude un assetto a geometria variabile in cui “su materie pratiche e delibere una saldatura del centrodestra europeo può emergere”. Col Ppe sempre come pivot: in questo, difficilmente le Europee saranno, a giugno, di definitiva rottura.