Home Politics Pd, il Sud dei cacicchi è il capolinea dell’utopia schleiniana

Pd, il Sud dei cacicchi è il capolinea dell’utopia schleiniana

Pd, il Sud dei cacicchi è il capolinea dell’utopia schleiniana

Perché leggere questo articolo? Le regionali in Basilicata e l’intreccio politico-giudiziario in Puglia hanno segnato la fine del campo largo. E probabilmente anche il tramonto del progetto politico di Schlein. Il Pd cerca già un’alternativa.

Schlein affossata in due mesi

Meno di due mesi per affossare una leadership. Nemmeno sessanta giorni per far naufragare il progetto politico di Elly Schlein. La Basilicata e la Puglia hanno messo il campo largo di fronte alle sue contraddizioni. La segretaria di fronte a un dilemma: scegliere la storia del Pd o i Cinque Stelle di Giuseppe Conte? Il tutto in pochissimo tempo. In un’altalena di colpi di scena. A fine febbraio, dopo la vittoria giallorossa in Sardegna, l’alternativa al centrodestra sembrava credibile, il campo largo solido. Poi c’è stata la sconfitta in Abruzzo. Ma il vero scenario nucleare si è materializzato prima con la scelta del candidato governatore in Basilicata, poi con gli scandali politico-giudiziari in Puglia.

Il bivio di Schlein

Un dirigente del M5s, vicino a Conte, lo spiega chiaramente a True-News.it: “È chiaro, Schlein deve scegliere tra noi e quelli che lei stessa ha chiamato “cacicchi”, gli acchiappavoti, troppo spesso trasformisti”. La segretaria, invece, convinta che la realpolitik avrebbe spinto verso accordi a tutti i costi, voleva tenere insieme gli amministratori del Pd e il Movimento guidato dall’ex avvocato del popolo italiano.

Al Sud il testacoda del campo largo

L’utopia schleiniana non poteva che infrangersi al Sud, regno dei cacicchi e delle clientele. Dove il M5s da anni si scaglia contro i ras del Partito Democratico. Un deputato dem del correntone riformista crede che “non sia possibile un campo largo senza il ridimensionamento delle ambizioni di Conte”. Poi giunge alla conclusione: “Una coalizione è realizzabile soltanto se è il Pd a fare da perno”. Ma l’ex premier non ci sta a fare il comprimario. Infatti dall’entourage di Conte non fanno che ripetere che “noi non saremo mai gli junior partner del Pd”.

Il caos in Basilicata

La Basilicata e poi la Puglia sono state il terreno ideale per la guerriglia contiana. In Lucania il M5s si è opposto con pervicacia alla candidatura a governatore dell’imprenditore cattolico Angelo Chiorazzo, dominus delle cooperative bianche, sponsorizzato dall’ex ministro Roberto Speranza. Da lì lo stallo e il pasticcio. Prima l’affossamento dell’improbabile Domenico Lacerenza, oculista a digiuno di politica. Quindi il via libera degli stellati alla corsa di Piero Marrese. Sullo sfondo le mosse dell’ex governatore del Pd, il “cacicco” Marcello Pittella che si è trasferito voti e bagagli nel centrodestra del presidente uscente Vito Bardi. In Basilicata l’accordo è arrivato, ma la telenovela nel campo largo ha reso scontata la vittoria di Bardi nel voto di domenica e lunedì prossimi. Bisognerà solo vedere quale sarà il distacco tra il centrodestra e l’asse Pd-M5s.

Conte sfida Schlein in Puglia

Se possibile, è ancora più complicata la situazione in Puglia. Dove Conte ha avuto gioco facile a bombardare il Pd sulla legalità. Il leader del M5s, dopo l’inchiesta per presunto voto di scambio che ha travolto la Regione Puglia, ha fatto saltare le primarie per il candidato sindaco a Bari. Ed è notizia oggi che il centrosinistra andrà diviso. Michele Laforgia, sostenuto da M5s e SI, e Vito Leccese, appoggiato dal Pd, correranno divisi. L’unico contentino? Un patto di reciproco supporto in caso di ballottaggio.

Il futuro del Pd

Troppo poco per chi, come Schlein, aveva avuto il mandato politico di traghettare il Pd verso un’alleanza organica con i Cinque Stelle. Chi è vicino alla segretaria spiega che “dopo le Europee riprenderemo il dialogo con Conte, che da solo non è autosufficiente”. Ma oggettivamente sarà complicato impostare un ragionamento dopo le bordate di queste settimane. Perciò tra i dem già si guarda oltre l’esperienza Schlein, che è destinata a tramontare insieme al campo largo con i grillini. C’è l’attuale commissario Ue Paolo Gentiloni e si parla del sindaco di Milano Beppe Sala, il segretario perfetto per tentare un accordo con i centristi. Schlein è saltata in Puglia e Basilicata.