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Clima, gli eventi disastrosi rischiano di diventare normalità

Clima, gli eventi disastrosi rischiano di diventare normalità

(Adnkronos) – Caldo torrido e terribili nubifragi nel giro di appena 48 ore. Quello che è accaduto in gran parte del Nord Italia rischia di diventare la nuova normalità in tutto il pianeta e spiega concretamente cosa sia l’estremizzazione dei fenomeni atmosferici.
 

Nell’ultimo decennio i disastri dovuti al surriscaldamento climatico si sono moltiplicati. Il Mediterraneo è già da anni un bacino in cui “gli effetti dei cambiamenti climatici sono estremizzati e anticipati, rispetto ad altre regioni del mondo, e l’Italia si trova al centro di questo hot spot del cambiamento climatico”, avvertiva Legambiente nel “Rapporto 2022 dell’Osservatorio di Legambiente CittàClima”.  

Il monitoraggio svolto dall’Osservatorio ha individuato 780 comuni italiani in cui si sono già registrati impatti rilevanti dal 2010 a fine ottobre 2022. Gli eventi con danni registrati sulla mappa del rischio climatico sono arrivati a 1.503 con un aumento del 27% in meno di un anno, tra il 2021 e i primi 10 mesi del 2022. Solo nel 2022 sono stati registrati 254 eventi di questo tipo. 

Dopo la tragedia di Casamicciola Terme si contavano in Italia già 287 morti per eventi climatici dal 2010 a ottobre 2022. Rilevanti le conseguenze di alluvioni, trombe d’aria e piogge intense anche nei confronti di case, spazi pubblici e del patrimonio archeologico. 

In Europa, secondo il rapporto del Wmo (World Meteorological Organization) “State of the Climate in Europe 2021”, le temperature sono aumentate di oltre il doppio della media globale negli ultimi 30 anni. Solo nella scorsa estate, in Spagna si sono stimati quasi 3 mila decessi per le ondate di calore di giugno e luglio. 

Nel Regno Unito, a luglio scorso, si sono registrati almeno 1.680 decessi; in Francia 11 mila in tutta l’estate.  

Numeri che fanno paura ma che sono minuscoli di fronte alla devastazione che colpisce da anni altre parti del Mondo: in Pakistan, dopo aver superato i 50° in primavera, tra luglio e agosto scorso la pioggia caduta è stata del 190% maggiore di quella media degli ultimi 30 anni, con oltre 33 milioni di persone coinvolte in alluvioni e oltre 1.300 vittime. 

In Sudafrica, l’alluvione dell’11 e 12 aprile 2022 ha provocato oltre 400 morti, distrutto almeno 120 mila abitazioni e fatto evacuare 40 mila persone. 

A distanza di un anno, le temperature hanno segnato nuovi record di caldo, e i meteorologi prevedono che nei prossimi giorni l’Europa potrebbe raggiungere i picchi più alti di sempre. Alcune zone dell’Italia potrebbero superare i 48°C. Intanto, domenica 23 luglio in Cina è già stato superato il record storico, con una temperatura inimmaginabile di 52,2°C all’ombra registrata nella città di Sanboa. 

Proprio l’aumento della temperatura media globale è la principale causa non solo della siccità, ma anche di alluvioni e nubifragi. 

L’Artico in particolare si riscalda quattro volte più velocemente rispetto alla media globale e la comunità scientifica ritiene che le temperature più elevate in questa regione stiano causando un rallentamento dei forti venti settentrionali noti come
jet stream
. Euronews.com spiega il fenomeno con le parole di Alvaro Silva, esporto della divisione di scienze climatiche dell’Omm (Organizzazione metereologica mondiale): “Questa corrente a getto diventa più debole, soprattutto quando l’aria calda viene trasportata verso nord e l’aria fredda verso sud. In queste condizioni, si instaurano condizioni meteorologiche quasi stazionarie, che portano a prolungate ondate di calore e siccità in alcune regioni, così come a forti precipitazioni in altre”. Anche per questa ragione, i luoghi secchi diventano sempre più secchi e quelli umidi sempre più umidi. 

Questa estate è anche caratterizzata dal ritorno del
fenomeno meteorologico El Niño
che amplificherà ulteriormente la frequenza e l’intensità degli eventi estremi. Esso comporta infatti un aumento della temperatura superficiale delle acque dell’Oceano Pacifico orientale, situazione che contribuisce sia ad aumentare i casi di temperature estreme che quelli di altri fenomeni meteorologici eccezionali. 

La spiegazione di come l’aumento delle temperature provochi l’estremizzazione dei fenomeni si ritrova nella fisica base: l’aumento delle temperature provoca un’espansione dell’atmosfera che in questo modo riesce ad accumulare più energia
prima di scaricarla con violenti eventi climatici. L’energia potenziale sta aumentando sempre di più, le precipitazioni diminuiscono di frequenza (e aumenta la siccità) ma aumentano di intensità. 

“La frequenza delle ondate di calore estreme – si legge nel Rapporto 2022 dell’Osservatorio di Legambiente CittàClima – potrebbe aumentare di oltre il 30% nei prossimi anni”.  

Fanno eco a queste previsioni diversi studi tra cui quello pubblicato sulla rivista Nature Climate Change a firma degli esperti Fischer, Sippel e Knutti. Dalla ricerca si legge che “le ondate di caldo record saranno dalle 2 alle 7 volte più probabili nei prossimi tre decenni e dalle 3 alle 21 volte più probabili nel periodo compreso fra il 2051 e il 2080”. Le aree più a rischio, secondo i ricercatori, sono le regioni densamente popolate del Nordamerica, dell’Europa e della Cina. Le proiezioni sono ottenute considerando immutati i livelli di CO2.  

Una premessa che appare, purtroppo, verosimile nonostante le tante promesse di governi e comunità sul tema. Come spiega infatti l’ultimo rapporto dell’ENEA sul Sistema energetico Italiano, nel corso del 2022 si è registrato un calo dell’1% dei livelli di CO2 a livello europeo (diminuzione irrisoria) ma soprattutto il livello di questo gas è aumentato dello 0,5% a livello globale. 

Con questo trend, eventi come il violento nubifragio che ha colpito Milano e dintorni non saranno più una rarità, ma la nuova normalità di un pianeta stravolto.