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Agenda 2030, a che punto è l'Italia?

Agenda 2030, a che punto è l'Italia?

(Adnkronos) – Il 2030 non è poi così lontano e si avvicina una scadenza fondamentale in tema di sviluppo sostenibile, ovvero quella degli obiettivi fissati dall’Agenda 2030. Ricordiamo che l’Agenda 2030 è un documento sottoscritto nel 2015 dai Governi di 193 Paesi membri dell’Onu, declinato in 17 grandi obiettivi o Sustainable Development Goals – SDG’s, tra i quali sradicare la povertà, proteggere il Pianeta, garantire prosperità a tutti. A che punto è l’Italia rispetto a tali tematiche? Per fare un bilancio ad oggi, l’Istat ha pubblicato un resoconto sullo stato di avanzamento degli obiettivi di sviluppo sostenibile. In sintesi, dal Rapporto Istat, giunto alla sesta edizione, emerge una situazione ricca di chiaroscuri con alcune tendenze positive e altre decisamente meno. Il Rapporto comprende 372 misure statisitche connesse a 139 indicatori: il 42,6% delle misure segnala dei miglioramenti rispetto ai target, il 32,8% segnala un peggioramento, il 24,6% è stazionario. Nell’ultimo anno i miglioramenti più sigificativi riguardano gli obiettivi 17 (partnership per gli obiettivi) e 5 (parità di genere). Le perfomance peggiori invece sono state registrate negli obiettivi 16 (pace, giustizia e istituzioni solide), 7 (energia pulita e accessibile) e 13 (lotta contro il cambiamento climatico).  

 

 

Il rapporto evidenzia anche le disparità tra regioni italiane. In questo senso quasi la metà (47,8%) delle statistiche prese in analisi sottolinea una convergenza tra regioni, il 34,6% mostra una divergenza, il 17,6% è stabile. In particolare, i divari territoriali Nord-Sud risultano decisamente ridotti con riferimento all’obiettivo 9 (Imprese, Innovazione e Infrastrutture) e 17 (Partnership per gli obiettivi). Un risultato raggiunto anche grazie ad una maggiore convergenza territoriale in ambito di digitalizzazione, ricerca e sviluppo. Al contario, i goals ove si registrano le maggiori disparità a livello regionale sono il 7 (Energia pulita e accessibile) e l’11 (Città e comunità sostenibili), a causa principalmente di distanze sempre più nette tra regioni sulle quote di consumi energetici da fonti rinnovabili, per l’intensità energetica dell’industria, oltre che per i divari per l’accesso al trasporto pubblico tra alcune aree del Paese e altre.  

 

 

Uno dei miglioramenti più significativi nel raggiungimento degli obiettivi sostenibili dell’Agenda 2030 riguarda la parità di genere (goal 5) con diversi indicatori statistici positivi. Ad esempio diminuiscono le chiamate per violenza e stalking, aumentano i centri antiviolenza, inoltre, cresce la rappresentanza femminile nelle istituzioni regionali, nei consigli di amministrazione delle società quotate in borsa (ora al 42,9%, +1,7%) e negli organi decisionali aziendali (21%, +1,9%). Nell’ultimo anno si registrano anche diversi miglioramenti in altri ambiti: a cominciare dall’offerta di trasporto pubblico locale, voce che rientra nell’obiettivo 11 (Città e comunità sostenibili), ma anche la riduzione delle disuguaglianze nella distribuzione dei redditi (5,6 rapporto tra reddito delle famiglie più abbienti e quello delle famiglie più povere) e diminuzione del tasso di disoccupazione (-1,4%). I dati più negativi si registrano non solo, come accennato sopra, sulle energie rinnovabili, ma anche sul Consumo e produzione responsabili (obiettivo 12) dove ad esempio si assiste ad un incremento troppo marginale del riciclo dei rifiuti urbani e della raccolta differenziata. Infine, il peggioramento del dato sul goal 16 (Pace, giustizia e istituzioni solide) è essenzialmente connesso all’aumento del livello di affollamento delle carceri italiane e della poca soddisfazione dei cittadini nei confronti dei servizi pubblici.