Home Flash Salute Salute, dallo chef piatti gourmet per le malattie intestinali croniche

Salute, dallo chef piatti gourmet per le malattie intestinali croniche

Salute, dallo chef piatti gourmet per le malattie intestinali croniche

(Adnkronos) – Si può trasformare un classico petto di pollo con le patate in un piatto gourmet, sfizioso e sano, anche per chi soffre di malattie infiammatorie croniche dell’intestino? Sì, secondo Fabio Potenzano, chef siciliano che fa parte del cast di “E’ sempre mezzogiorno” con Antonella Clerici su Rai1 e insegna all’Istituto alberghiero di Palermo, dove da qualche anno è attivo un indirizzo di studi in cucina salutistica.  

Tanti piatti gourmet possono far parte dell’alimentazione quotidiana di chi ha la colite ulcerosa o la malattia di Crohn – ne soffrono circa 270mila italiani, con i pazienti giovani in aumento – perché avere una malattia infiammatoria cronica intestinale (Mici) non significa dover rinunciare al gusto a tavola. Anzi, la dieta amica dell’intestino può e deve essere varia, bilanciata e buona, come hanno sottolineato gli esperti dell’associazione Amici Italia, in occasione della Terrasini Event Night 2023, evento di beneficenza che unisce scienza e alta cucina, organizzato dallo chef Giuseppe Costa del ristorante 1 stella Michelin ‘Il Bavaglino’ di Terrasini. Dieci chef stellati hanno cucinato e fatto degustare i loro piatti speciali, con l’obiettivo di raccogliere fondi a sostegno dell’associazione. 

“Collaboro da anni con Amici – racconta chef Potenzano – noi cuochi siamo l’ultimo anello di questa preziosa catena: riceviamo le indicazioni di medici e nutrizionisti e possiamo usare la nostra tecnica e creatività per realizzare piatti colorati, profumati, gustosi e sani. Mi rende felice appagare con questi piatti persone con patologie intestinali croniche, che a tavola, a seconda della fase di malattia, devono fare i conti con limitazioni e rinunce”. Non sempre tutto è concesso, infatti, nella dieta di chi soffre di colite ulcerosa o malattia di Chron. Ma, è la ‘ricetta’ dello chef, “fra gli alimenti concessi, si può giocare con i colori, consistenze, forme, gusti e temperature di cottura”. Il risultato nel piatto sarà molto diverso dal ‘triste’ petto di pollo. “Non è la cucina dei malati, tutti noi abbiamo bisogno di un’alimentazione varia e salutistica”, chiosa.  

Olio extravergine, fibre solubili di frutta e verdura cotte, pesce e carni magre sono i cibi “amici delle Mici”. Con il tocco dello chef, possono trasformarsi in piatti gourmet. “Partiamo dalla classica fettina di pollo, che nell’alimentazione dei pazienti con malattie infiammatorie croniche è molto presente – spiega Potenzano – e trasformiamola. Si può utilizzare timo fresco, qualche oliva, pomodorini secchi o capperi, scorzetta di limone grattugiata. Arrotoliamo il pollo, immergiamolo in acqua a 68-70 gradi, quando cioè si cominciano a vedere le prime bollicine venire su dal fondo della pentola, e lasciamolo per 7-8 minuti a fuoco spento. L’importante è che la temperatura dell’acqua non scenda mai sotto i 66 gradi C, per abbattere la carica batterica del pollo. A questo punto, possiamo rosolarlo qualche minuto in padella e il piatto, con tutti i suoi odori e sapori, è pronto”.  

Come contorno, sì alle patate ma, suggerisce Potenzano, mischiando anche in questo caso i colori, le diverse tipologie, le consistenze. Esistono migliaia di varietà di patate, variamente colorate: il piatto può essere ogni volta diverso”. Lo stesso ‘gioco’, suggerisce lo chef, si può fare “con le carote o con i pomodorini, se il paziente è in una fase di malattia in cui può mangiarli”. Stesso discorso per i legumi. “Le lenticchie, che vanno passate – prosegue – possono accompagnare delle polpettine di pesce azzurro, rosolate in padella o cotte al forno. Un abbinamento gustoso e sano”. Se il fritto non è concesso, “si può fare una panatura croccante e rosolare l’alimento in padella”. Per insaporire “si possono usare salsine fatte in casa: con miele, salsa di soia e succo di arancia, per esempio. O con gli aceti di vino, lamponi, mele. O ancora con marsala secco, limone e un po’ di senape”.  

La parola d’ordine è varietà. “Bisogna provare a divertirsi e cercare prodotti di alta qualità – rimarca lo chef – perché se il prodotto è eccellente anche una cottura al vapore può essere buonissima Si possono fare ricerche sui vari alimenti concessi, insieme agli stessi pazienti e divertirsi a sperimentare, soprattutto se sono adolescenti e fanno resistenza” a seguire un’alimentazione rigida. 

Per aiutarli nelle scelte a tavola, gli esperti hanno raccolto in un decalogo le ‘regole base’ della dieta nelle fasi in cui le malattie non danno sintomi e gli accorgimenti da seguire in caso di riacutizzazioni. Per individuare i cibi sì e quelli che invece favoriscono la comparsa dei sintomi, la raccomandazione è di tenere un diario alimentare così da capire gli alimenti difficili da tollerare e quelli che danno benessere, perché – ricordano – possono essere molto diversi fra i vari pazienti.  

“Rinunciare a intere categorie di alimenti e privarsi inutilmente di alcuni cibi può provocare carenze nutrizionali e perfino portare a galla veri e propri disturbi del comportamento alimentare – specifica Maria Cappello, responsabile dell’Ambulatorio dedicato alle Ibd della Uoc di Gastroenterologia ed epatologia del Policlinico di Palermo – I pazienti spesso adottano restrizioni senza alcun razionale clinico né basate su evidenze scientifiche, frutto del passaparola o di quanto viene letto sul web e sui social, esponendosi a molti rischi. Le indicazioni devono essere personalizzate e modulate in relazione alla fase di malattia, attiva o in remissione, complicata o no, senza dimenticare che l’alimentazione è anche convivialità, piacere della tavola. E’ importante che i pazienti non perdano questo aspetto del nutrirsi”.  

“Il nostro obiettivo – sottolinea Paolo Gionchetti, professore di Medicina interna all’Università di Bologna e specialista Mici – deve essere quello di dare una buona qualità di vita e meno limitazioni a questi pazienti, ricordando che sono uno diverso dall’altra. E ad ognuno va restituita, il più possibile, una vita normale”. Una vita normale che, per chi soffre di malattie intestinali croniche, comincia a tavola.  

Il decalogo prevede, nelle fasi di ‘calma’ della malattia: preferire le proteine magre del pesce, che fornisce i grassi ‘buoni’ omega-3, e del pollame, cucinate in maniera semplice; sì anche ai tagli magri del manzo e alle uova; assicurarsi un buon apporto di fibre solubili da frutta e verdura, meglio ancora se cotte e senza buccia; se sono ben tollerate, si può incrementare un po’ l’introito di fibre includendo alcuni cibi più ricchi di quelle insolubili come la frutta secca o i cereali integrali come l’avena; utilizzare sempre l’olio extravergine d’oliva come condimento, limitando e se possibile eliminando il burro e altri grassi solidi; scegliere preparazioni semplici, evitando le fritture o le pietanze molto elaborate, dando la precedenza a piatti con un numero limitati di ingredienti; acquistando cibi al supermercato, assicurarsi che siano privi di additivi come le maltodestrine, i solfiti, il biossido di titanio o di addensanti come la carbossimetilcellulosa e i carragenani; bere acqua in abbondanza al posto di bibite zuccherate, alcol e bevande che contengono caffeina come tè o caffè.  

Nelle fasi acute e con sintomi, il fabbisogno proteico aumenta nelle fasi di infiammazione: pesce, pollame, manzo in tagli magri possono essere consumati ma senza aggiungere grassi nella preparazione, così come le uova sode o il tofu. No ai cereali integrali e ai legumi, sì a pietanze ‘morbide’ che includano fonti di amido con meno di due grammi di fibre per porzione e a vegetali ben cotti, come il purè di patate o le mele cotte, o alla frutta morbida come le banane mature; da evitare i vegetali crudi, la frutta secca e i semi. Limitare tutti i grassi a parte l’olio d’oliva, di cui ci si possono concedere fino a otto cucchiaini da tè al giorno. Introdurre probiotici e prebiotici, calcio e vitamina D attraverso il consumo di latte scremato e semmai privo di lattosio. Mangiare più spesso e porzioni piccole, evitando sempre i cibi che possono scatenare i sintomi e ricorrendo a eventuali supplementi su indicazione del medico.