(Adnkronos) – “Da quasi un anno, in seguito all’emanazione di un nuovo calendario vaccinale, in Regione Calabria abbiamo stabilito che i primi vaccini dell’infanzia, dal terzo al quinto mese, possono essere co-somministrati. I bambini ne effettuano 3 per via iniettiva (esavalente e vaccino anti pneumococco sulla gamba destra e l’anti meningite B nella sinistra) e una orale per il Rotavirus”. Lo ha detto Sandro Giuffrida, direttore Dipartimento di Prevenzione Azienda sanitaria provinciale Reggio Calabria, a margine del 56esimo congresso nazionale della Società italiana di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica (Siti) a Roma.
“Contrariamente da quello che si poteva immaginare – spiega Giuffrida – questa modalità è stata accolta con grande favore da parte dei genitori perché si sono resi conto che la possibilità della comparsa della febbre (reazione tipica dopo la vaccinazione, ndr) era limitata a 2 volte, anziché 4. In realtà, dalle nostre prime evidenze – continua – non c’è una incidenza della febbre superiore alla norma. Addirittura, chi si presentava a fare la prima dose e non era ancora convinto della possibilità di fare la co-somministrazione, sulla base dell’esperienza degli altri genitori, al secondo appuntamento ha chiesto di farla, considerandolo come elemento di minor stress anche per il bambino”. L’esperienza della Regione Calabria può essere trainante. “In Italia, in questo momento – osserva Giuffrida – abbiamo elevate coperture per la vaccinazione obbligatoria, come l’esavalente, un po’ meno per quelle raccomandate: quelle per la meningite B, per esempio, o per il Rotavirus”.
“Con la co-somministrazione – sottolineano – si ottengono 2 risultati. Uno è legato all’effetto delle obbligatorie che trascinano le raccomandate, ma soprattutto si raggiunge la possibilità di proteggere i bambini molto precocemente perché – sottolinea l’esperto – anziché distanziarle nel tempo, con solo 2 sedute, entro il quinto mese si effettuano tutte le vaccinazioni e, per alcune di queste, come per esempio la meningite, è una cosa importantissima vista l’incidenza maggiore di questa malattia tra i 4 e gli 8 mesi. Vaccinare i bambini rapidamente costituisce un vantaggio importantissimo perché consente loro di evitare questa grave patologia. E’ necessario però un processo di formazione. “Abbiamo visto quasi più resistenza da parte degli operatori che dei genitori – riflette Giuffrida – Se gli operatori sono convinti, i genitori accettano la co-somministrazione e può essere estesa addirittura a tutto il territorio nazionale. Non stiamo sperimentando nulla. Questa modalità di vaccinazione – conclude – è stata sperimentata per 5 anni su oltre un milione di bambini in Gran Bretagna con enorme successo”.