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Soldati decapitati, ex combattente Wagner riconosce assassini video

Soldati decapitati, ex combattente Wagner riconosce assassini video

(Adnkronos) – Un ex combattente del gruppo paramilitare russo Wagner ha detto ai media dell’opposizione russa di aver riconosciuto i due presunti decapitatori di un prigioniero di guerra ucraino, il cui video della brutale esecuzione è stato diffuso l’11 aprile su Telegram: erano soldati della Wagner che conosceva personalmente. 

Vladimir Osechkin, fondatore del media dell’opposizione Gulagu.net, ha riferito ieri sera al programma russo su Internet “Khodorkovsky Live” di aver contattato Andrei Medvedev, un ex combattente di Wagner che ha chiesto asilo in Norvegia dopo aver lasciato il gruppo, il quale “ha riconosciuto inequivocabilmente i suoi colleghi nel video e può affermare che sono combattenti Wagner anche dal modo in cui parlano, da ciò che dicono alla radio”. 

Il giornalista ha detto che l’ex combattente Medvedev sta aiutando a confermare l’esatta identità dei presunti esecutori della Wagner. Il video dell’uomo decapitato con un coltello è circolato sui canali Telegram russi a favore della guerra la sera dell’11 aprile, per poi diffondersi sui social media, suscitando indignazione diffusa tra gli ucraini e in tutto il mondo. 

Nelle ultime 24 ore, l’esercito russo ha bombardato la regione di Kherson 46 volte, sparando 185 proiettili di artiglieria pesante, per mezzo di UAV e aerei. Lo ha riferito il capo dell’amministrazione militare regionale Oleksandr Prokudin, aggiungendo che a causa dei bombardamenti una persona è morta e altre due sono rimaste ferite. “Il nemico ha bombardato cinque volte la città di Kherson – ha affermato – L’esercito russo ha preso di mira i quartieri residenziali della regione e le aree industriali “. 

Sarebbe intanto stato Vladimir Putin ad approvare ‘personalmente’ l’arresto del giornalista del Washington Post Evan Gershkovich, accusato da Mosca di spionaggio. Lo scrive la Pravda Ucraina, sottolineando che l’approvazione del presidente russo riflette la crescente influenza degli estremisti del Cremlino che vogliono un confronto sempre più acceso con gli Stati Uniti. 

La detenzione di Gershkovich ha suscitato la rabbiosa condanna degli Stati Uniti e dei suoi alleati e ha segnato un’altra flessione nelle relazioni USA-Russia, che sono peggiorate dall’invasione dell’Ucraina da parte di Putin. La presidente del Center for the Analysis of European Politics di Washington, Alina Polyakova, ha osservato: “Questo dovrebbe essere un vero e proprio segnale allarmante non solo per gli Stati Uniti, ma anche per l’intero Occidente. È un segnale che Putin non ha alcuna intenzione di tornare a rapporti stabili e affidabili”. 

Isw: tentativi di ‘russificazione’ porterebbero a conseguenze indesiderate
 

I tentativi di “russificazione” del Cremlino in Ucraina potrebbero avere conseguenze indesiderate in Russia poiché una tale politica “potenzia e amplifica ideologie apertamente nazionaliste e la retorica a favore della guerra”. Lo ha dichiarato l’Istituto per lo studio della guerra (ISW). In sostanza, secondo il think tank statunitense, gli sforzi di “russificazione” potrebbero involontariamente intensificare il “convinto nazionalismo russo e la xenofobia” all’interno della Russia, diretti non solo all’Ucraina e all’identità ucraina, ma anche alle minoranze interne alla stessa Russia. 

Kiev: 180.590 militari russi uccisi da inizio guerra
 

La Russia ha perso nell’ultimo giorno 540 uomini, facendo salire a ‘180.590 le perdite fra le sue fila dal giorno dell’attacco di Mosca all’Ucraina, lo scorso 24 febbraio. Lo rende noto il bollettino quotidiano dello Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine, appena diffuso su Facebook, che riporta cifre che non è possibile verificare in modo indipendente.  

Secondo il resoconto dei militari ucraini, a oggi le perdite russe sarebbero di circa ‘180.590 uomini, 3.646 carri armati, 7.053 mezzi corazzati, 2.777 sistemi d’artiglieria, 535 lanciarazzi multipli, 283 sistemi di difesa antiaerea. Stando al bollettino, che specifica che i dati sono in aggiornamento a causa degli intensi combattimenti, le forze russe avrebbero perso anche 307 aerei, 293 elicotteri, 7.053 autoveicoli, 18 unità navali e 2.338 droni.