Home Flash News Mourinho: "Non sono io il problema della Roma, lotterò fino al 30 giugno"

Mourinho: "Non sono io il problema della Roma, lotterò fino al 30 giugno"

Mourinho: "Non sono io il problema della Roma, lotterò fino al 30 giugno"

(Adnkronos) – “Il problema non sono io”. José Mourinho si difende dopo la sconfitta che la sua Roma, protagonista di un disastroso avvio di campionato, ha incassato sul campo del Genoa per 4-1. I giallorossi, con soli 5 punti, ospitano il Frosinone domani sera nella settima giornata di Serie A. 

“Quello che ti posso dire – afferma in conferenza stampa – è che tre mesi fa, parliamo di Budapest, c’era quasi un dramma a pensare che io potessi andare via. A Budapest ho detto ai giocatori che sarei rimasto, due giorni dopo abbiamo giocato con lo Spezia, torno in campo e lì ho detto ai tifosi che resto qui. Due o tre giorni dopo ho trovato Dan Friedkin e gli ho dato la mia parola che sei rimasto. Durante il periodo di vacanze ho avuto la più grande, la più pazza offerta di lavoro che un allenatore ha mai avuto nella storia del calcio e l’ho rifiutata per la parola ai mie giocatori, a Friedkin e ai tifosi. Tre mesi dopo sembra che io sono il problema, ma non lo accetto”. Così l’allenatore della Roma José Mourinho, in merito al delicato momento della squadra giallorossa, reduce dal ko in trasferta a Genova.  

 

“Non leggo o guardo tv, ma ho amici e collaboratori che mi fanno arrivare queste voci. Io non sono il problema -sottolinea il tecnico portoghese in conferenza stampa alla vigilia del match con il Frosinone-. Le cose sono multifattoriali. Non si può dire nemmeno nelle vittorie il responsabile è quello lì. Lo siamo tutti. Sono tutte piccole cose che succedono in un’azienda o in una squadra. Io ho dato la mia parola e la rispetterò fino al 30 giugno 2024 sono qui a lottare ogni giorno per i giocatori, la proprietà e i tifosi. Solo una persona può dirmi che finisce prima del 30 giugno ed è mister Friedkin. Se non me lo dice sono qui fino a 30 giugno. Io domani non ho paura di entrare in campo ed essere contestato”. 

 

“Vogliamo e dobbiamo vincere, non dobbiamo cercare nessun tipo di alibi. Prima di tutto dobbiamo avere il coraggio di entrare in campo domani e accettare una reazione di grande romanismo che può essere un supporto o può essere una manifestazione di scontento. Dobbiamo avere il rispetto per questa manifestazione, positiva o negativa che sia, e avere rispetto per il Frosinone”. 

 

“Mi aspetto più da me stesso e dai giocatori. Questi ragazzi sono miei amici, siamo un bel gruppo. C’è empatia tra di noi e questa è una base che non ha prezzo. Io con loro non sono mai solo, se sono solo è perché mi piace starci ed isolarmi in alcuni momenti. Anche i nuovi che sono arrivati penso che cresceranno”. “Pinto è stato qui nei primi giorni di agosto e ha fatto una buona spiegazione del modo in cui la Roma è obbligata ad interpretare l’accordo con la Uefa per il mercato -aggiunge il tecnico portoghese-. Vi siete dimenticati che Ibanez non c’è più e che Kumbuilla non è disponibile. Quando Smalling si è infortunato siamo rimasti in tre in difesa e ora anche l’infortunio di Llorente ci ha messo in difficoltà. Però non è il momento di incolpare qualcuno, è una conseguenza di una situazione legata al Fair Play Finanziario. Con il Genoa nel momento in cui abbiamo fatto il gol la squadra è stata forzata a fare un cambio. Per giocare a 4 in difesa dovrei far giocare Joao Costa titolare domani. Se qualcuno di voi mi dice che Dybala può giocare da ala io vi dico che lui è stanco e se lo è a giocare da interno figuriamoci da esterno. Abbiamo un partita difficile, con una pressione extra e la dobbiamo giocare al massimo delle nostre potenzialità”.