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Manovra 2024, misure per 28 miliardi: governo punta la metà su buste paga

Manovra 2024, misure per 28 miliardi: governo punta la metà su buste paga

(Adnkronos) – Con un pacchetto di misure da 28 miliardi di euro nella manovra 2024, il governo punta la metà sulle buste paga degli italiani.  

La legge di bilancio è infatti di 28 miliardi di euro, con coperture in extra deficit per 15,7 miliardi a cui si aggiungono 5 miliardi dai tagli di bilancio, altri 2,5-2,6 miliardi dalle rimodulazioni di spese anticipate al 2023 e, 4 miliardi ‘risparmiati’ dal fondo per la riduzione fiscale: le risorse andranno distribuite tra la conferma del taglio del cuneo fiscale, che costa 10 miliardi, a cui si sommano 4,5 miliardi per l’accorpamento delle prime due aliquote Irpef. Altri 5 miliardi sono destinati al rinnovo dei contratti della pubblica amministrazione, a cui si aggiungono 1,2 miliardi circa per altre risorse, tra cui la guerra in Ucraina, il rifinanziamento delle missioni all’estero e il rifinanziamento degli sgravi su fringe e premi di produttività. 

Il percorso della manovra lascia pochi margini di manovra, per questo il governo ha chiesto ai parlamentari di non presentare emendamenti.  

Dalle privatizzazioni, che dovrebbero portare nelle casse dello Stato l’1% del pil nei tre anni di programmazione della legge di bilancio, la prima tranche di entrate potrebbe arrivare, nel 2024, dalla vendita di Ita. ”Paradossalmente io penso, nel 2024, di poter finalmente incassare quelle ridotte disponibilità che dovrebbero arrivare dalla privatizzazione di Ita che noi abbiamo fatto”, afferma il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, nel corso della conferenza stampa che si tiene a palazzo Chigi dopo il via libera alla manovra. ”Spero che entro la fine di ottobre” venga dato il via libera dall’Ue sulla ”possibilità di finalizzare l’operazione”. Quindi ”nel 2024 potrebbe chiudersi questa prima privatizzazione”. Anche l’operazione Mps si dovrebbe chiudere il prossimo anno, mentre per altre ”ci sono passaggi tecnici complessi, che richiedono tempo”. 

“Abbiamo un programma ambizioso”, spiega il ministro. ”Noi non ci stiamo tirando indietro, anche su faccende delicate e sensibili prenderemo le decisioni che dovremo prendere con atteggiamento che il ministero ha avuto per la legge di bilancio e le privatizzazioni” con ”grandissima serietà”.  

Serietà che viene applicata a tutta la legge di bilancio, insieme alla prudenza, come ribadito da Giorgetti. Una strategia che ha già portato i suoi frutti per quest’anno, come dimostra ”la performance dei conti pubblici italiani” che è stata “eccezionale” al netto del superbonus che ”continua imperterrita al ritmo di 3 miliardi di maggiori spese all’anno’. Per questa ragione non ci sono misure che riguardano lo sconto in fattura per il prossimo anno, né ci sono interventi che rientrano sotto l’ombrello di ”pace fiscale”.  

Per il ministro il provvedimento ”è andato a prendere a schiaffoni tutti ministri a beneficio degli italiani che guadagno redditi medio bassi” ed è quindi la ”dimostrazione del tipo di coscienza che ha tutta la classe politica che in questo momento è al governo del paese”. Nonostante l’impegno del governo per riportare il paese su un percorso virtuoso, ci sono delle ”variabili che, in questo momento, non sono ponderabili ma immaginabili” che ”monitoriamo”, ma che non dipendono dal governo, tra cui i conflitti tra Russia-Ucraina e Israele-Palestina.  

In particolare, per quanto riguarda il settore dell’energia ”le previsioni erano a favore” per un ritorno alla normalizzazione dei prezzi, quindi è stata prevista la fine dei sussidi nel 2023. ”E’ chiaro che la situazione potrebbe volgere in senso negativo rispetto agli auspici”.