(Adnkronos) – Le donne in Italia continuano ad avere stipendi più bassi degli uomini. Luisa Rosti, in un articolo nella pagina dei commenti del Sole 24 ore, parlando delle distorsioni di genere nel mercato del lavoro evidenzia, in particolare, i dati di Almalaurea.
Le informazioni recentemente pubblicate sulla condizione occupazionale dei laureati (Almalaurea 2023) “permettono di confrontare la valutazione delle competenze degli individui dal punto di vista del sistema formativo, espressa dal voto di laurea che conclude il quinquennio del percorso accademico, con la valutazione espressa dal sistema produttivo, quantificata dalla loro retribuzione a 5 anni dal conseguimento del titolo”.
La disaggregazione dei dati per genere “mette in evidenza la difformità delle due valutazioni: la componente femminile si laurea più velocemente e con voti complessivamente migliori di quelli della componente maschile, ma fin dal primo impiego riceve una retribuzione nettamente minore”.
Nello specifico, “il voto di laurea è 106,2 per la componente maschile e 107,1 per la componente femminile, ma la retribuzione maschile è del 14,7% maggiore di quella femminile (la media mensile netta è di 1.841€ contro 1.570). Ciò che il sistema formativo valuta come competenze sostanzialmente uguali, il sistema produttivo valuta invece come differenti, e attribuisce loro un minor valore se chi le possiede è di genere femminile. Prendiamo, ad esempio, i laureati in area Stem (32.996 laureati, 57% uomini e 43% donne). Il voto di laurea è 106,9 per gli uomini e 108,3 per le donne, ma la retribuzione media è 1.923 euro per gli uomini e 1.665 euro per le donne, una differenza di genere del 13,4%”.