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Israele, le condizioni di Netanyahu per la tregua umanitaria a Gaza

Israele, le condizioni di Netanyahu per la tregua umanitaria a Gaza

(Adnkronos) –
‘No’ al cessate il fuoco anche temporaneo e ‘no’ all’ingresso di carburante per gli ospedali della Striscia di Gaza. E’ questa la risposta del premier israeliano Benjamin Netanyahu alle richieste avanzate dal Segretario di Stato americano Antony Blinken arrivato in Israele per quella che è la sua terza visita nel Paese dall’inizio del conflitto con Hamas lo scorso 7 ottobre, proprio con l’intento di convincere Israele a concedere “una pausa” umanitaria per “permettere una mediazione”.  

Blinken ha visto prima Netanyahu e poi il presidente Isaac Herzog. Nei suoi colloqui, ha riferito lo stesso Blinken, si sono affrontate questioni riguardo a “una pausa umanitaria” che secondo il segretario di Stato Usa potrebbe aiutare “gli sforzi per gli ostaggi e la consegna degli aiuti ai civili” a Gaza. “Abbiamo discusso come usare la pausa umanitaria per consegnare aiuti e per gli ostaggi e come fare che questa non aiuti Hamas”.  

“Bisogna evitare di negare il carburante per gli ospedali di Gaza”, ha poi aggiunto Blinken affermando che gli Stati Uniti e Israele “hanno identificato un meccanismo per permettere che il carburante raggiunga” Gaza “per gli ospedali ed altre necessità”. “Israele ha avanzato preoccupazioni appropriate, che noi condividiamo”, ha poi aggiunto il segretario di Stato Usa, riferendosi al rischio che Hamas si appropri del carburante destinato a scopi umanitari, aggiungendo che “il cinismo del gruppo non ha limiti”.  

Blinken ha inoltre detto di “aver parlato con i leader israeliani su passi tangibili che possano essere presi per continue consegne di cibo, acqua, medicinali, carburanti ed altri beni essenziali mettendo in atto misure per impedire sequestri di Hamas e altri gruppi terroristici”. Ha poi aggiunto che i colloqui andranno avanti “per far arrivare gli aiuti, compresi quelli delle Nazioni Unite”.  

Il segretario di Stato ha quindi riferito di aver ricevuto assicurazioni dai leader israeliani che vi sarà una condanna delle violenze dei coloni in Cisgiordania e verrano intraprese azioni per contrastarle e punire i responsabili. “Seguiremo con attenzione per essere certi che i nostri amici facciano fede agli impegni”, ha detto Blinken. L’appello americano a Israele perché siano protetti i civili palestinesi non si applica solo alla Striscia di Gaza, ma anche alla Cisgiordania dove “bisogna fermare la violenza estremista contro i palestinesi”, ha sottolineato.  

Per Blinken l’obiettivo della guerra in corso non può essere solo la sconfitta di Hamas, bisogna anche dare la speranza di una pace con due Stati. “Non si tratta solo di affrontare Hamas per sconfiggerla fisicamente, ma anche di far sì che non si ripeta il 7 ottobre”, ha detto il segretario di Stato americano. La visione verso una pace con due Stati, ha rimarcato, “può dare alla gente qualcosa per sperare”, c’è un’ampia coalizione nella regione che la sostiene.  

Non ci sarà alcun cessate il fuoco, nemmeno temporaneo, fino a quando tutti gli ostaggi che si trovano nella Striscia di Gaza saranno riportati in Israele, ha dichiarato il primo ministro Netanyahu dopo aver incontrato Blinken. ”Israele rifiuta un cessate il fuoco temporaneo che non preveda il ritorno degli ostaggi”, ha affermato.  

E nel colloquio avuto con il segretario di Stato americano, Antony Blinken ha ribadito che “Israele non consentirà l’ingresso di carburante a Gaza e si oppone all’invio di denaro nella Striscia, riferisce il Times of Israel. Netanyahu ha finora sempre respinto ogni richiesta di far entrare carburante, necessario per gli ospedali e le pompe dell’acqua, sottolineando che Hamas dispone di ampie riserve per uso militare.  

Nell’incontro con il presidente Herzog, il Segretario di Stato Usa ha poi ribadito che Israele “ha non solo il diritto ma il dovere di difendersi e fare tutto il possibile perché il 7 ottobre non accada più, il mondo in cui Israele lo fa conta”. 

“E’ molto importante che quando si tratta della difesa dei civili che sono intrappolati nello scontro provocato da Hamas – ha aggiunto Blinken – che facciamo per proteggerli e portare aiuti a chi ne ha disperato bisogno, e non sono in alcun modo responsabili per quello che è successo il 7 ottobre”.  

Quanto agli ostaggi israeliani, ha assicurato che “siamo determinati a fare tutto quello che possiamo per farli tornare sani e salvi dalle loro famiglie. I nostri cuori sono con loro, lo comprendiamo, noi vogliamo un rilascio immediato”, hanno detto Blinken e Herzog sottolineando che “pensiamo ogni singolo minuto ai nostri ostaggi, così tanti israeliani, americani ed altri cittadini stranieri”.  

Domani Blinken volerà ad Amman e con i Paesi arabi parlerà dell’utilità delle pause umanitarie piuttosto che insistere sul cessate i fuoco.