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Elezioni Turchia 2023, testa a testa Erdogan-Kilicdaroglu

Elezioni Turchia 2023, testa a testa Erdogan-Kilicdaroglu

(Adnkronos) – Si avvicina il ballottaggio tra Recep Tayyip Erdogan e Kemal Kilicdaroglu nelle elezioni presidenziali 2023 in Turchia, tra dati in bilico e accuse reciproche. Con oltre il 90% delle schede scrutinate, secondo i dati dell’agenzia Anadolu, il presidente uscente è in testa sotto la soglia del 50% dei voti, mentre il suo sfidante più accreditato è tra il 44 e il 45%. Questi dati, se confermati, indicherebbero la necessità di tenere il ballottaggio tra i due il 28 maggio. 

Se non ci saranno colpi di coda notturni, il Paese marcia verso il ballottaggio. Per Erdogan la soddisfazione di avere in ogni caso il controllo del Parlamento grazie all’alleanza con i nazionalisti dell’Mhp. Se saranno confermati i dati, la partita decisiva per le sue sorti politiche si è quindi conclusa con un sostanziale pareggio. Al Sultano servirà vincere un’ultima battaglia, politicamente parlando, per tornare nel complesso presidenziale di Ankara.  

Il Paese era da tempo in clima pre-elettorale e arrivava al voto ferito dall’attentato a Istanbul dello scorso novembre e, soprattutto, dal devastante terremoto che lo scorso 6 febbraio ha quasi cancellato alcune zone del sud, causando quasi 50mila morti. Primo ministro dal 2003 al 2014 e da allora capo di Stato, Erdogan ha traghettato il Paese – attraverso un contestato referendum costituzionale nel 2017 – da un sistema parlamentare a uno presidenziale. Tuttavia, come dimostrato dai risultati di oggi e da quelli delle amministrative a Istanbul e Ankara del 2019, il suo consenso sembra in calo. 

I dati parziali delle elezioni presidenziali che assegnavano a Erdogan il 60% dei voti erano “fiction” e ora il presidente è “sotto il 50%”, twitta Kilicdaroglu, esortando i suoi sostenitori a non abbandonare i seggi. 

“Crediamo che stasera Kemal Kilicdaroglu sarà dichiarato il 13mo presidente della Turchia”, dice il sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoglu, che sarà nominato vice presidente in caso di vittoria del candidato dell’opposizione. Imamoglu accusa l’Anadolu, l’agenzia di stampa turca ufficiale, di manipolare i risultati. In una nota congiunta con il sindaco di Ankara, Mansur Yavas, anch’egli candidato vice presidente, i due primi cittadini affermano che “la reputazione dell’agenzia è sotto zero. Non ci si deve fidare, i dati dell’Anadolu sono nulli”. 

“Mentre le elezioni si sono svolte in un’atmosfera positiva e democratica e lo spoglio dei voti è ancora in corso, annunciare i risultati frettolosamente equivale a un’usurpazione della volontà nazionale”, scrive su Twitter Erdogan, accusando l’opposizione di aver rivendicato la vittoria elettorale a scrutinio in corso. Sottolineando che le elezioni si sono svolte “sotto forma di una grande festa della democrazia”, Erdogan elogia la “maturità democratica” del Paese e rivolge un appello ai suoi sostenitori a restare ai seggi “qualunque cosa succeda, fino a quando i risultati non saranno ufficializzati”. “Mi congratulo con tutti i miei cittadini che hanno votato in nome della democrazia – aggiunge – ed esprimo la mia gratitudine a ciascuno di loro. 

Sono stati chiamati alle urne 64,1 milioni di elettori, 32,3 milioni di donne e 31,8 milioni di uomini. I nuovi elettori sono quasi cinque milioni mentre gli over 75 sono circa 3,2 milioni. I turchi all’estero hanno già votato e in Italia sono state circa 17mila le persone che si sono recate ai seggi a Milano e Roma.  

Alle tv turche, Erdogan ha promesso che accetterà il risultato del voto e, in caso di sconfitta, si dimetterà. “In Turchia siamo arrivati al potere con strumenti democratici” e “se il nostro Paese decidesse diversamente, farei ciò che la democrazia richiede, non c’è altro da fare”, ha affermato. Il presidente ha assicurato che il suo schieramento rispetterà “qualsiasi risultato esca dalle urne”, ma si è detto comunque convinto che verrà rieletto per un altro mandato dopo 20 anni al potere. 

Il voto arriva nel mezzo della peggiore crisi economica che ha colpito la Turchia negli ultimi due decenni e dopo i devastanti terremoti di febbraio nell’est del paese. Gli osservatori hanno comunque evidenziato come si sia trattato di una campagna elettorale ‘sbilanciata’, dal momento che Erdogan gode di risorse legate alla sua posizione e controlla il panorama mediatico rispetto ai mezzi limitati dell’opposizione. La campagna non ha visto nessun dibattito presidenziale televisivo nonostante i numerosi appelli dell’opposizione. Almeno nove stazioni televisive nazionali hanno trasmesso l’intervista elettorale di Erdogan venerdì sera, mentre Kiliçdaroglu si è rivolto ai sostenitori in un discorso di tre minuti sul suo account Twitter. 

L’opposizione, unita in una inedita combinazione di partiti laici, conservatori islamici e nazionalisti, cerca di incrinare la base di potere di Erdogan nel cuore dell’Anatolia e porre fine a quello che chiamano un governo “autocratico”. Per tutta la campagna, Erdogan ha sommerso l’opposizione di accuse che vanno dai presunti legami con il terrorismo alla degenerazione della gioventù, dal sostegno a un’agenda LGBT alla collaborazione con agenti stranieri. Kiliçdaroglu, in risposta, ha esortato alla calma, sottolineando spesso le sue umili radici.