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Decreto lavoro 2023, via libera del Cdm: le misure

Decreto lavoro 2023, via libera del Cdm: le misure

(Adnkronos) –
Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto lavoro 2023. La riunione convocata per il primo maggio è partita con un ritardo di mezz’ora ed è durata circa un’ora e venti minuti. 

“Nel giorno della festa dei lavoratori il governo sceglie di lavorare, sceglie di lavorare per dare risposte a lavoratori e lo facciamo con una serie di provvedimenti assai articolati. Il più importante è il taglio delle tasse sul lavoro. Abbiamo liberato un tesoretto di 4 miliardi grazie al coraggio di alcuni provvedimenti, penso al superbonus e alla questione delle accise, e oggi destiniamo l’intero ammontare al più importante taglio delle tasse degli ultimi decenni”, ha detto il premier Giorgia Meloni, in un video girato all’interno di Palazzo Chigi che si conclude con il presidente del Consiglio che entra nella sala dove sta per avere inizio il Cdm per dare il via alla riunione suonando la campanella. 

“Tagliamo il cuneo di 4 punti percentuali, e questo taglio si somma a quello già fatto nella legge di bilancio. Così oggi e fino a fine anno – ha rimarcato Meloni – noi abbiamo un taglio di 6 punti percentuali per chi ha redditi fino a 35mila euro e 7 per chi ha redditi più bassi, fino a 25mila euro. Una scelta di cui vado profondamente fiera”, con tagli delle tasse in busta “che possono arrivare fino a 100 euro in un momento in cui l’inflazione galoppa e il costo della vita aumenta e davvero non riesco a capire che polemizza perfino su questa scelta”. 

Sul reddito di cittadinanza, “come promesso, noi distinguiamo chi può lavorare da chi non può farlo. Confermiamo e anzi miglioriamo il sostegno per chi non può lavorare, ovvero per le famiglie che hanno al loro interno un minore, un anziano, un disabile. Ma chi può lavorare viene inserito in un percorso di formazione al lavoro, con un rimborso spese per il periodo in cui si forma e con incentivi importanti per chi lo dovesse assumere”. 

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Il decreto lavoro “è stato approvato, con importanti interventi a sostegno delle famiglie”, ha detto il ministro del Lavoro Marina Calderone dopo la riunione. ”Per quanto riguarda i contratti a termine, quello che ho letto non è quello che troverete all’interno della norma perché l’obiettivo non era certo quello di rendere più precario l’utilizzo di questi strumenti ma di rendere più agevole l’interpretazione di una norma che in questo momento ha delle difficolta applicative”, ha aggiunto rispondendo alle domande dei cronisti nel piazzale antistante Palazzo Chigi. Al termine della riunione, non è stata prevista una conferenza stampa col premier e i ministri più interessati, al contrario delle attese della vigilia.  

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”Credo che sia un intervento che abbia veramente un ampio respiro e dia risposte su tanti fronti e che, soprattutto, delinei un percorso che deve consentirci di accompagnare chi, in questo momento, ha bisogno di lavorare ma anche voglia di lavorare”, ha detto ancora Calderone riferendosi al provvedimento. 

Il decreto legge lavoro contiene l’assegno di inclusione, mirato per le famiglie con ”fragili, over 60, persone con disabilità o nuclei che hanno al loro interno i minorenni’, ha spiegato evidenziando che, ”ci sono tanti interventi sul fronte sicurezza sul lavoro e, quindi, anche l’intensificazione dei controlli per gestire in modo più appropriato quelle che sono le evidenze in materia di sicurezza sul lavoro. I nostri non sono interventi spot, c’è dietro una visione che poi si concretizzerà e si scaricherà a terra” perchè questo ”è un governo di legislatura”.  

CUNEO FISCALE – Il decreto “interviene con misure volte a ridurre il cuneo fiscale, per la parte contributiva, nei confronti dei lavoratori dipendenti con redditi fino a 35.000 euro lordi annui; a contrastare la povertà e l’esclusione sociale, con particolare attenzione per le famiglie al cui interno siano presenti soggetti fragili, minori o anziani; a promuovere politiche attive del lavoro, con l’obiettivo di assicurare un’adeguata formazione a chi non ha un’occupazione ed è in grado di svolgere un’attività lavorativa e di favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro”, come si legge nella nota diffusa da Palazzo Chigi al termine del Cdm. 

SICUREZZA – “Si introducono poi interventi urgenti volti a rafforzare le regole di sicurezza sul lavoro e di tutela contro gli infortuni e si modifica la disciplina del contratto di lavoro a termine”. Il provvedimento, introduce inoltre misure a sostegno dei lavoratori e per la riduzione della pressione fiscale. “Si innalza, dal 2 al 6 per cento, l’esonero parziale sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico dei lavoratori dipendenti per i periodi di paga dal 1° luglio al 31 dicembre 2023 (con esclusione della tredicesima mensilità). L’esenzione è innalzata al 7 per cento se la retribuzione imponibile non eccede l’importo mensile di 1.923 euro”. 

FRINGE BENEFIT – “Si conferma l’incremento della soglia dei fringe benefit a 3.000 euro per il 2023, esclusivamente per i lavoratori dipendenti con figli a carico. Si prevede una estensione ai genitori vedovi della maggiorazione dell’assegno unico prevista per i nuclei familiari in cui entrambi i genitori siano occupati”. 

CONTRATTI A TERMINE – Con il decreto approvato l’1 maggio “si apportano modifiche alla disciplina del contratto di lavoro a termine (cosiddetto “tempo determinato”), variando le causali che possono essere indicate nei contratti di durata compresa tra i 12 e i 24 mesi (comprese le proroghe e i rinnovi), per consentire un uso più flessibile di tale tipologia contrattuale, mantenendo comunque fermo il rispetto della direttiva europea sulla prevenzione degli abusi”, precisa Palazzo Chigi, nella nota diffusa dopo il Cdm. 

“Pertanto, i contratti potranno avere durata superiore ai 12 mesi, ma non eccedente i 24 mesi: nei casi previsti dai contratti collettivi; per esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva, individuate dalle parti, in caso di mancato esercizio da parte della contrattazione collettiva, e in ogni caso entro il termine del 31 dicembre 2024; per sostituire altri lavoratori”. 

IL ‘NUOVO’ REDDITO DI CITTADINANZA – Almeno 480 euro al mese a titolo di sussidio contro la povertà, se si hanno minori, disabili o anziani a carico. E’ quanto prevede il restyling del reddito di cittadinanza approvato oggi dal governo. 

“Dal 1° gennaio 2024 – si legge nella nota diffusa da Palazzo Chigi dopo il Cdm – si introduce una misura nazionale di contrasto alla povertà, che consiste in una integrazione al reddito in favore dei nuclei familiari che comprendano una persona con disabilità, un minorenne o un ultra-sessantenne e che siano in possesso di determinati requisiti, relativi alla cittadinanza o all’autorizzazione al soggiorno del richiedente, alla durata della residenza in Italia e alle condizioni economiche. Il beneficio mensile, di importo non inferiore a 480 euro all’anno esenti dall’IRPEF, sarà erogato dall’INPS attraverso uno strumento di pagamento elettronico, per un periodo massimo di 18 mesi continuativi, con la possibilità di un rinnovo per ulteriori 12 mesi. Il nucleo beneficiario sarà tenuto a sottoscrivere un patto di attivazione digitale e a presentarsi, con cadenza trimestrale, presso i patronati o i servizi sociali e i centri per l’impiego, al fine di aggiornare la propria posizione”.