Home Economy Terna alla sfida più grande, tra Pnrr e doppia transizione

Terna alla sfida più grande, tra Pnrr e doppia transizione

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La gestione di oltre 74mila chilometri di linee elettriche sul territorio italiano, 26 interconnessioni con l’estero, 2,5 miliardi di euro di ricavi nel 2020 e quasi 5mila dipendenti. Questi sono solo alcuni dei numeri che raccontano l’importanza del gruppo Terna, proprietario della rete di trasmissione nazionale dell’Italia dell’elettricità in alta e altissima tensione, nonché il più grande operatore indipendente di reti per la trasmissione dell’energia elettrica dell’intera Europa. 

Terna, un attore di valenza strategica

Il gruppo, nato in seno all’Enel (multinazionale italiana dell’energia elettrica e del gas) nel 1999, svolge a tutti gli effetti un ruolo di servizio pubblico, fondamentale per garantire il funzionamento del sistema elettrico dell’Italia.

La logica sottostante all’attività di Terna, campione nazionale spesso tra i meno conosciuti, è la stessa che in altri ambiti, come la distribuzione del gas ma anche a suo modo il trasporto ferroviario, ha portato alla divisione tra il gruppo leader nella distribuzione del servizio e quello che si occupa di investimenti e monitoraggio infrastrutturale.

Tra le sue attività principali troviamo la pianificazione, la manutenzione e lo sviluppo della rete di trasmissione nazionale, ma anche la gestione dei flussi di energia elettrica che vi transitano. Le principali tappe storiche di Terna possono così essere riassunte. Fino al 2015, Enel controllava il 50% della partecipazione nel capitale di Terna, salvo poi ridurre la percentuale al 36%. Il controllo è stato poi definitivamente ceduto da Enel in seguito alla cessione a Cassa depositi e prestiti (Cdp) del 29,99% del capitale sociale della stessa Terna (2005).

Terna e Cdp Reti, tra Italia e Cina

Nel 2009 Terna acquista da Enel Distribuzione il 100% di Enel Linee Alta Tensione, proprietaria di quasi 19mila chilometri di rete elettrica ad alta tensione, arrivando a controllare il 98,5% della rete nazionale. Nel 2011, il gruppo Terna ha formato una holding che include due società controllate: Terna Rete Italia e Terna Plus. Un anno più tardi, Terna ha messo sul tavolo il Piano di Sviluppo della Rete Elettrica di Trasmissione Nazionale, con oltre 7 miliardi di euro di investimenti relativi al decennio 2012-2021 per migliorare il sistema elettrico nazionale.

Nel 2014, State Grid Corporation of China, un gruppo pubblico cinese facente capo a Pechino, acquista il 35% di Cdp Reti, ovvero l’azienda di Cdp che controlla il 30% di Snam e il 30% di Terna. Il gruppo prevede di investire 14 miliardi di euro sulla rete nei prossimi dieci anni per rendere il sistema sostenibile, efficiente e digitalizzato, a conferma della volontà di questo soggetto di essere un regista del processo di transizione energetica.

Partnership, collaborazioni internazionali e strategiche

In Italia, nel quadro del suo piano strategico a partire dal 2013 il gruppo Terna ha realizzato diverse opere strategiche. Citiamo il cavo sottomarino Capri-Torre Annunziata, un’infrastruttura che unirà Capri alla terraferma realizzata con il sostegno della Banca europea degli investimenti che l’istituzione finanziaria operante come “banca pubblica” dell’Unione Europea e basata in Lussemburgo vede come un banco di prova per il co-finanziamento di nuove reti strategiche., e il potenziamento dell’interconnessione elettrica tra Italia e Francia, mediante la nuova linea Piemonte-Savoia.

Al netto delle attività dislocate in Italia, è interessante passare in rassegna l’influenza di Terna oltre confine. Il 30 settembre 2010, infatti, il gruppo è entrato a far parte del cosiddetto Progetto Desertec, il cui obiettivo consiste nel trasmettere energia rinnovabile in Medio Oriente e Nordafrica, tanto per soddisfare il fabbisogno locale tanto quello europeo. Vale la pena aprire una parentesi sul ruolo giocato da Terni nella geopolitica delle energie rinnovabili.

Libia e Tunisia, miniere solari per Italia ed Europa

Libia e Tunisia, giusto per citare due Paesi del Continente Nero, sono spesso descritti come “miniere solari” per l’Italia e l’Europa. Il motivo è semplice. Secondo quanto riportato dal Global Photovoltaic Power Potential by Country della Banca Mondiale (2020), il potenziale di energia solare nel nord Africa è tra i più alti del pianeta.

Non solo: quell’area presenta una capacità di produzione che potrebbe soddisfare gran parte della domanda energetica europea. Ma non è finita qui, perché nel 2019 Terna e l’operatore di trasmissione tunisino Steg hanno firmato un memorandum d’intesa in base al quale entrambi “intensificheranno la cooperazione industriale nell’ambito delle infrastrutture elettriche e in particolare del progetto Elmed”, l’elettrodotto da 600 MW di circa 200 km precedentemente concordato dai due governi.

In tutti questi ambiti sono previsti nuovi, importanti investimenti. I quali, complici il piano Next Generation Eu possono ulteriormente accelerare.

Terna e il futuro, tra innovazione e asse mediterraneo

I miliardi del Pnrr potranno aiutare i piani di Terna tanto sul fronte degli investimenti per la sostenibilità quanto su quello delle missioni per l’accelerazione della transizione digitale. Contribuendo, inoltre, a plasmare la connettività tra il sistema-Paese Italia e il resto dei mercati mediterranei.

Terna, tramite CESI, azienda partecipata assieme ad Enel specializzata in consulenza nei servizi energetici e leader nel sostegno alla digitalizzazione delle utilities in vista della transizione green, è in prima linea nel quadro della rivoluzione tecnologica in atto e mira a sviluppare nuove reti intelligenti (smart grid) capaci di sviluppare sistemi di generazione guidati dalle rinnovabili capaci di essere efficace e efficiente, abbattere costi fissi e sprechi, permettere un efficace gestione del commercio dell’elettricità generata dalle rinnovabili. Il tutto con un occhio particolare al Mediterraneo, sulla scia della rotta aperta anni fa da Elmed.

Le nuove reti elettriche che connettono i mercati mediterranei al loro interno e aprono alle relazioni col Nord Africa sono tra le opere più strategiche della nuova geopolitica energetica.

Il Tyrrhenian Link di collegamento tra Sicilia e Sardegna

Uno di questi riguarda direttamente il fronte interno italiano ed è il Tyrrhenian Link che sarà costruito da Terna assieme a un’altra azienda italiana, Prysmian, e permetterà la posa di un doppio cavo sottomarino da 950 km destinato a collegare la Sicilia con la Sardegna e la penisola italiana per dare vita a un nuovo corridoio energetico al centro del “Grande Mare”.  Come scrive Formiche, il nuovo collegamento sottomarino da 1.000 megawatt aiuterà l’Italia a raggiungere i suoi obiettivi di transizione energetica, consentendo a tre regioni di incrementare la capacità di scambio di elettricità derivata dall’energia solare ed eolica prodotta a livello locale. Questo supporterà quindi lo sviluppo di energia rinnovabile attraverso un miglior utilizzo dei flussi energetici e un mercato più efficiente aprendo al commercio energetico col resto del Mediterraneo.

Tyrrhenian Link utilizza la tecnologia High Voltage Direct Current (Hvdc) che consente il trasferimento di energia ad altissima tensione su lunghe distanze sfruttando il monitoraggio continuo delle reti. Le reti Hvdc sono per il mercato elettrico l’equivalente di ciò che la banda larga è per le tlc, offrendo garanzie operative con costi e perdite di energia molto bassi.

Tutto punta nella direzione perché Terna giochi un ruolo sempre più centrale nell’economia italiana del futuro. Vanno sicuramente limate alcune criticità, come l’obbligo sostanziale che l’azienda ha di appoggiarsi a fornitori esterni per molti appalti come dimostra la sinergia con Prysmian, ma indubbiamente l’azienda va tenuta d’occhio con attenzione.

Terna, palestra dei top manager italiani

Va inoltre sottolineato il fatto che negli ultimi anni Terna è stata una vera e propria palestra per molti esponenti dell’alta fascia dei top manager italiani oggi impegnati in cariche di responsabilità. Dal 2017 al 2020 l’ad è stato Luigi Ferraris, oggi chiamato dal governo di Mario Draghi alla guida di Ferrovie dello Stato; il predecessore, Matteo Del Fante, ha guidato il gruppo dal 2014 al 2017, anno del passaggio in Poste Italiane, condotta a nuovi vantaggiosi risultati in termini di crescita e redditività. Presidente di Terna durante il triennio di Del Fante era Catia Bastioli, che a febbraio 2021 era stata considerata da Mario Draghi come prima scelta per il Ministero della Transizione Ecologica con approvazione trasversale di diversi partiti (Lega, Forza Italia, Partito Democratico) e di numerosi ambienti di potere romani per l’incarico oggi occupato da Roberto Cingolani.

E Terna sarà una palestra anche per l’attuale ad Stefano Donnarumma, che dopo gli anni in A2A si gioca un pezzo importante del suo futuro come top manager pubblico alla guida del gruppo leader nelle reti energetiche italiane. Donnarumma dovrà gestire partite importanti e, soprattutto, proiettare definitivamente Terna, e con essa l’intera galassia dell’energia italiana, nell’era della doppia transizione. Una sfida miliardaria che forse supera tutte quelle gestite dai suoi predecessori.