Home Economy Dalla crisi di Blue Panorama alla fibrillazione per le Olimpiadi Milano-Cortina. Varie & Eventuali

Dalla crisi di Blue Panorama alla fibrillazione per le Olimpiadi Milano-Cortina. Varie & Eventuali

Le città che ospiteranno le prossime Olimpiadi

Olimpiadi Milano-Cortina 2026

Fibrillazione attorno alle Olimpiadi Milano-Cortina 2026. Oltre al tam tam sul cambio alla guida della società incaricata di gestirle (se son rose fioriranno), il mondo dei tour operator e delle imprese specializzate è in fermento. A giorni il governatore Attilio Fontana sarà protagonista di un road show dedicato proprio alla Valtellina. Accompagnato dall’’assessore alla Montagna Massimo Sertori e dal Sottosegretario allo Sport Antonio Rossi, promuove il tour ‘Territori olimpici: la Lombardia protagonista’. Mercoledì sarà a Sondrio e Bormio per presentare al mondo dello sport e delle imprese le grandi potenzialità del territorio e della ricettività della Valtellina. Giovedì sarà il turno di Valchiavenna e Varenna, con un occhio a strutture e infrastrutture olimpiche. La disfida con Cortina è pronta.

Crisi Blue Panorama: aerei e dipendenti “a terra”

Blue Panorama mette gli aerei a terra per mancanza di liquidità. La compagnia, che già durante il lockdown della primavera 2020 aveva fermato i voli, ha sospeso l’attività la sera del 26 ottobre. E coi passeggeri Blue Panorama lascia a terra anche 620 dipendenti. La chiusura coinvolge oltre 620 dipendenti e 12 aerei ed è la quinta compagnia aerea italiana, posseduta al 100% dal gruppo Uvet. “Serve individuare soluzioni urgenti – chiarisce la Filt Cgil Lombardia, il sindacato più rappresentativo del settore – è l’ulteriore ed ennesima vittima della crisi del settore che si aggiunge ad Alitalia, Airitaly, Ernest e Norwegian. Peggiora ulteriormente lo stato di crisi dell’intero settore che, come dichiariamo da mesi, sta implodendo soprattutto nel caso degli operatori italiani. L’intera filiera versa in uno stato di crisi, è da inizio anno che denunciamo il rischio di un crollo complessivo del sistema ed il tavolo aperto solo adesso presso il Mims si rende ancora più vitale ed urgente affinché si trovino soluzioni rapide e siano previsti ammortizzatori sociali per tutto il 2022. E’ prioritario affrontare il tema industriale e quindi le grandi crisi ad esso collegate. Va affrontata la crisi del sistema aeroportuale per le società di handling e catering. Il tavolo incardinato al Mims deve essere riconvocato al più presto dal momento che sono decine di migliaia i posti di lavoro a rischio”.

Tasse, i grandi gruppi cercano scappatoie

Son dolori negli Usa per i grandi gruppi che cercano tutte le scorciatoie per non pagare le tasse. Joe Biden sta lavorando (ma l’Unione europea è arrivata prima) una nuova minimum tax esplicitamente mirata alle aziende con grandi profitti. E, tra forti resistenze, provano anche a introdurre un’inedita imposta patrimoniale per i miliardari. L’obiettivo è rastrellare centinaia di miliardi di dollari necessari a finanziare le priorità di spesa sociale e ambientale della Casa Bianca, che intendono al più presto far approvare in Congresso. Biden è in partenza oggi per l’Europa, con appuntamenti delicati al G20 di Roma e al Cop26, il summit sul clima dell’Onu, ai quali vorrebbe arrivare rafforzato da un accordo di bilancio in tasca. Il progetto corporate – scrive Il Sole 24 Ore – che sostituisce incrementi generalizzati delle aliquote dal 21% al 25%, prevede un’imposta minima del 15% per imprese che riportino agli azionisti profitti superiori al miliardo di dollari per tre anni consecutivi. La manovra, in linea con la recente intesa in sede Ocse su una minimum tax globale, colpirebbe 200 aziende e rastrellerebbe 300-400 miliardi in dieci anni. La più controversa imposta sulla ricchezza personale riguarderebbe invece anzitutto chi possiede asset liquidi, comprese azioni o obbligazioni, superiori al miliardo, oppure riceve redditi annuali da almeno cento milioni per tre anni.

Fiera Milano riparte

Milan l’è un gran Milano. E la Fiera sa fare la sua parte. Archiviato il successo delle prime manifestazioni in presenza, FieraMilano delinea le nuove strategie per un mercato degli eventi che cambia e riprende dopo il Covid. La soddisfazione di HostMilano e TuttoFood, con 150mila presenze qualificate e 2.700 imprese, è un fatto. Ma l’ad Luca Palermo pensa già al futuro. “La scommessa di tornare a incontrarsi di persona si è rivelata vincente – spiega al Giorno Luca Palermo, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Fiera Milano –. nsieme ai nuovi accordi siglati da Fiera Milano, questa vivacità rafforza l’approccio di filiera che occorre all’ecosistema italiano dell’agroalimentare e dell’ospitalità e fuoricasa per presentarsi all’estero in maniera organica”. Corsie gremite e vivaci scambi agli stand consolidano il crescente ruolo di FieraMilano come hub fieristico europeo e volano di internazionalizzazione per le imprese italiane. Una strategia continuativa e organica, come dimostra il costante incremento del numero dei compratori internazionali, anche in collaborazione con l’Istituto per il Commercio estero. Fra gli accordi su cui la società punta, quello con Filiera Italia e Coldiretti, che promuoverà il Made in Italy agroalimentare nel mondo con modalità innovative, con l’obiettivo di raddoppiare il valore dell’export. Il recente accordo con Informa Market invece, tra i leader mondiali nel settore fieristico con oltre 450 eventi in portafoglio, porterà in modo ancora più capillare in aree estere strategiche le aziende presenti alle manifestazioni di Fiera Milano. Gli effetti concreti si vedranno già con la partecipazione di imprese italiane alle prossime edizioni di FHA-HoReCA, manifestazione dedicata al food e all’hotellerie organizzata da Informa a Singapore. “Oltre al settore cibo e ospitalità – conclude Palermo – di cui siamo leader, l’alleanza offrirà alle imprese partner altre possibilità di espandersi all’estero, anche in altri settori”.

SOS Aste immobiliari

Allarme rosso per le aste immobiliari: il Covid ha colpito il settore. Il biennio 2020-21 è stato “anomalo” sotto il profilo strettamente connesso alle attività inerenti il recupero dei crediti cosiddetti “deteriorati” e/o a sofferenza e alla gestione delle esecuzioni immobiliari. Ma non solo. Solo nel 2020 circa 44.000 aste sono state sospese e fino al secondo trimestre del 2021 non sono stati registrati forti miglioramenti per il mercato delle aste immobiliari, segno che fino a pochi mesi fa vi era una grande incertezza dovuta anche al quadro normativo in continua evoluzione (possibili lockdown e/o provvedimenti normativi urgenti di sospensiva dell’attività di riscossione). Il settore delle aste immobiliari ha avuto forte decremento passando da circa 204.000 aste del 2019 alle 116.000 del 2020 (-45%). Da settembre 2021 è cambiata la musica. In quanto è iniziato un incremento fisiologico delle aste, dovuto principalmente al venir meno della sospensione delle esecuzioni aventi ad oggetto la prima casa del debitore che è rimasta in vigore per circa un anno. Dunque nel corso degli ultimi 4 mesi dell’anno, assisteremo ad una concentrazione abnorme di vendite giudiziarie derivante dalla sovrapposizione di esecuzioni immobiliari rimaste pressoché ferme negli ultimi 12 mesi. Si stima che nel corso del 2021 verranno messi in asta circa 23mila immobili.