Home Economy Ciro Liccardi (Aspesi Triveneto): “Potremmo essere alla vigilia di un boom economico”

Ciro Liccardi (Aspesi Triveneto): “Potremmo essere alla vigilia di un boom economico”

Ciro Liccardi (Aspesi Triveneto): “Potremmo essere alla vigilia di un boom economico”

Dentro il Palazzo infuriano i litigi sulla manovra, con il Governo che, tra una marcia indietro e l’altra, è ancora alle prese con il rischio dell’esercizio provvisorio. Fuori, tra consumi natalizi in calo (-169 euro pro capite secondo Confcommercio rispetto a dicembre 2021) e
prezzi in continua crescita, sembrerebbe sempre più difficile guardare al 2023 con ottimismo. Eppure, secondo Ciro Liccardi – Presidente di Aspesi Triveneto e vero e proprio visionario del settore immobiliare – è esattamente quello che dovremmo fare.“Da qui a tre anni, potremmo vivere un inaspettato boom economico che rilancerebbe il Paese come non accade da decenni”.

Qual è il suo giudizio sulla manovra per il 2023?

Credo che il Governo abbia fatto quanto era nelle sue possibilità, vista la situazione. Ma la partita vera inizia adesso: grazie alle risorse economiche che arriveranno dal PNRR, i prossimi tre anni saranno cruciali.

Quali sono le priorità?

Ne individuo tre. La prima è il turismo: siamo seduti su una miniera d’oro che sfruttiamo solo parzialmente. Con oltre 7 mila kilometri di coste e l’immenso patrimonio artistico di cui disponiamo, in Italia si possono creare facilmente 4-5 milioni di posti di lavoro se si decide di
intervenire in modo decisivo su questo settore. I primi segnali dati dal Governo mi sembrano incoraggianti.

In che modo?

Apprezzo la decisione di aver istituito un Dicastero appositamente per il settore del turismo – ho sempre considerato scellerata la sua eliminazione, in un Paese come il nostro, dove il turismo è responsabile, direttamente o indirettamente, del 30% del PIL. Quello che serve è una politica veramente nazionale, che sappia coordinare e incanalare le diverse forze presenti sul territorio verso un’unica direzione.

La seconda?

L’energia. L’Italia può concretamente ambire a diventare un hub di livello mondiale per l’energia alternativa. Bisogna fare tutto il possibile per ottenere le risorse economiche e farle fruttare il prima possibile: e per fare questo dobbiamo recuperare un valore fondamentale.

Quale?

Le persone. Se non ci sono le giuste persone alla guida, la finanza non produce sviluppo, è solo una sterile sequela di numeri. Per decenni, i valori aggiunti del nostro Paese sono stati la visione, la creatività, l’estro di una generazione di imprenditori che hanno fatto grande l’Italia nel mondo. Purtroppo, quella generazione non è stata sostituita: l’attuale classe imprenditoriale è stata colpita duramente dalla crisi del 2008 senza che nessuno l’aiutasse. Serve una sorta di “economia circolare delle risorse umane”: dobbiamo dare un’altra chance a chi ha fallito, come accade negli Stati Uniti.

Cosa risponde a chi crede che il suo sia semplice “wishful thinking”?

Il fatto che l’Italia abbia il potenziale per spiccare il volo in questo momento di crisi non lo dico io, ma i grandi fondi di investimento internazionale, che stanno seguendo la situazione italiana con estrema attenzione. Secondo diverse stime, il 60% degli investimenti mondiali di
questi fondi possono atterrare in Italia, se ci saranno le giuste condizioni. I cinesi definiscono i tempi caotici come “tempi interessanti”, perché’ è dalle situazioni di crisi che nascono opportunità. Ebbene: i nostri sono tempi molto caotici. E dunque, molto interessanti.