Home Economy Assogestioni, gli occhi sui cda e il potere silenzioso dei gestori

Assogestioni, gli occhi sui cda e il potere silenzioso dei gestori

Assogestioni, gli occhi sui cda e il potere silenzioso dei gestori

Perché leggere questo articolo? Il ruolo sempre più strategico di Assogestioni, l’associazione dalla capacità di inserimento trasversale nel mondo delle grandi imprese. Una realtà ormai diventata occhi e orecchie dei gestori che contano. 

Assogestioni, o degli occhi e delle orecchie dei gestori nel mondo delle grandi imprese. L’associazione che riunisce gestori di patrimonio, Sgr e operatori di tal risma ha una capacità trasversale di inserimento nei consigli di amministrazione di vari enti, società e partecipate tramite la logica dell’aggregazione. Puntualmente, al rinnovo di una partecipata pubblica o di azienda di peso nazionale l’Associazione Italiana delle Società di Gestione del Risparmio (Sim) scende in campo con liste che intendono strappare seggi di minoranza alle assemblee dei soci. Facendosi garanti di una partecipazione da “attivisti” all’operato dei cda. Per Assogestioni un singolo seggio è una vedetta di guardia da portare come risultato alla somma di gestori più o meno indipendenti. Non sono pochi gli uomini e le donne del risparmio gestito che negli anni le Sim riunite hanno visto eletti.

Le proficue campagne di Assogestioni nelle assemblee

Nel 2021, al cda di Bper, la lista dei fondi di Assogestioni ha visto eletti tutti e tre i suoi rappresentanti prendendo il 10% dei voti. Sono entrati dunque nella banca avente Unipol come maggior azionista i candidati Silvia Elisabetta Candini, Alessandro Robin Foti e Marisa Pappalardo; in quell’anno complessivamente sono stati 103 i candidati eletti in organi assembleari di partecipate e società quotate. Dopo un 2022 più in sordina, 69 eletti, nel 2023 il risultato è stato nuovamente raggiunto con nuovamente 103 eletti in 45 diverse società. 63 sono consiglieri di amministrazione e 40 sono sindaci, di cui 30 presidenti di collegi sindacali (più 36 sindaci supplenti).

In particolare Ernesto Albanese e Francesco Umile Chiappetta sono stati eletti in Autogrill, dove la lista dei gestori ha superato il 16% dei voti pur rappresentando l’1,47% del capitale. In Hera dall’1,17% si è saltati sopra il 24%, con tre eletti in quota Sim: Francesco Perrini, Paola Gina Maria Schwizer e Alice Vatta. Da Enav a A2A, da Saras a Banca Popolare di Sondrio, molti gli eletti anche in altre assemblee.

Nelle partecipate, Assogestioni si è ben piazzata. Tre eletti in Poste, altrettanti in Enel e Eni, quattro in Terna. Resta solo, come delusione, il cocente flop Leonardo, dove non ci sono stati eletti. Tutti questi membri hanno l’obiettivo di agire come minoranze attive provando a condizionare i consigli di amministrazione in senso più orientato a tutelare il valore dei gruppi in termini favorevoli ai piccoli e medi possessori di capitale. Una domanda di partecipazione emersa anche in Mediobanca, dove nello scontro tra cda uscente e gruppo Caltagirone Assogestioni si è inserita spuntando un seggio.

Il ruolo strategico di Assogestioni

In sintesi, Assogestioni agisce come una voce collettiva per le società di gestione del risparmio in Italia, cercando di influenzare le dinamiche del settore e di promuovere un ambiente regolatorio favorevole cercando di preservare un’equità gestionale e l’arrivo di solidi dividendi alla sua base. Spesso, come è successo in assemblee come quella di Terna, le liste di maggioranza non mancano di arruolare Assogestioni come alleato per costruire il loro sistema di governance.

Assogestioni può in questo modo agire come rappresentante principe degli interessi collettivi delle società di gestione del risparmio. Questo coinvolge il monitoraggio delle normative, la promozione delle migliori pratiche del settore e la difesa degli interessi comuni delle Sim. Custodi del valore del risparmio, le Sim rappresentano una sfera diversa rispetto a quella della grande finanza e del capitale pubblico. Un terzo mondo partecipato dai risparmi di molti cittadini e che chiede spazio e visibilità. Ricordando che ogni posto in assemblea può voler dire influire sulla destinazione di milioni di euro o sulla supervisione dell’operato di importanti società. Da cui dipende la stabilità del sistema economico italiano e, dunque, delle stesse Sim.