Home Economy Al mare al ponte dei morti? Grazie cambiamento climatico

Al mare al ponte dei morti? Grazie cambiamento climatico

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Perché questo articolo potrebbe interessarti? Prenotazioni in molti musei, ma anche nei vari alberghi e B&b sparsi per la penisola, città con decine di turisti presenti: il turismo è cambiato e la stagione estiva si è prolungata fino a ottobre e non solo a livello climatico. Sempre più vacanzieri preferiscono spostarsi in Italia tra settembre e ottobre, attratti dalla possibilità di poter godere un clima ancora estivo senza la calura (e il caos) di agosto: “Mai come quest’anno – affermano ad esempio funzionari dell’Ente Parco Valle dei Templi di Agrigento a TrueNews – abbiamo avuto così tante prenotazioni a ottobre”

Da nord a sud, dalle montagne alle isole: l’Italia nel mese di ottobre è stata attraversata da importanti flussi turistici. Nelle grandi città, così come nelle località di villeggiatura, è stato possibile trovare e rintracciare molti stranieri. Tedeschi, francesi, statunitensi, ma anche giapponesi e cinesi. Nonostante la fine della bella stagione e nonostante le turbolenze politiche internazionali, la penisola ha assistito a una certa destagionalizzazione del turismo.

Il motivo è dato dal caldo: “Già da anni – dicono ad esempio su TrueNews fonti dell’Ente Parco Valle dei Templi di Agrigento, tra le mete più gettonate in Sicilia – registriamo prenotazioni in periodi un tempo di bassa stagione. Quest’anno le presenze a ottobre sono aumentate e il motivo è dato soprattutto dall’aspettativa dei turisti di trovare adeguate condizioni climatiche”. Anzi, la “voce” che sembra essere stata immessa tra i vari forum turistici, è che in Italia si sta meglio tra settembre e ottobre.

Il boom delle presenze nel mese di ottobre

A Roma e nelle altre grandi città italiane il flusso turistico è costante. Un aumento o una diminuzione non dà molto nell’occhio. Il termometro relativo all’andamento del turismo è possibile rintracciarlo in quelle città medio/piccole dove la presenza dei visitatori cambia i connotati di un’intera stagione. Ad Agrigento ad esempio, sede della Valle dei Templi e chiamata nel 2025 a essere capitale italiana della cultura, la destagionalizzazione del turismo è stata notata da tutti.

“Di solito a ottobre prendevamo delle ferie, chiudevamo per qualche giorno – dichiara a TrueNews la titolare di un bar del centro cittadino – quest’anno per tutto il mese gli incassi sono arrivati più dai turisti che dai residenti. Non era mai accaduto”. Una conferma arriva anche dagli uffici dell’Ente Parco: “Ad agosto ricevevamo prenotazioni e richieste di informazioni ogni giorno – dichiara un funzionario – ma non per il mese di agosto, bensì per ottobre”.

Molti turisti, a detta dell’Ente Parco, temono di patire il forte caldo tra luglio e agosto. Sapendo dunque che la bella stagione, sotto il profilo climatico, si protrae ben oltre settembre allora viene scelto ottobre come mese ideale per le vacanze. Vale per la Sicilia, le cui città sono state invase da decine di comitive nelle ultime settimane, ma vale anche per l’Italia intera. I primi rantoli di autunno tardano ad arrivare e così, piuttosto che immergersi nella calura di agosto, dal nord Europa si prenotano i biglietti aerei per dopo.

“Ottobre è l’ideale – conferma Darren, un irlandese in vacanza ad Agrigento proprio a ottobre – fa ancora caldo ma non c’è l’assalto alle spiagge e ai monumenti che c’è ad agosto. Io mi trovo bene, così come molti miei connazionali. E poi ci sono parti d’Europa dove a cavallo di Halloween si chiudono le scuole per alcuni giorni”.

La destagionalizzazione del turismo

Nel Vecchio Continente in effetti da anni è stato superato il mito della vacanza solo ad agosto. Nelle zone d’Europa dove, passato il mese di luglio, ci si prepara al primo freddo di stagione partire anche dopo l’estate non è un tabù. Sui vari forum e sui vari social, diversi utenti lo confermano. La parola d’ordine è provare a visitare l’Italia dopo agosto.

Questo sta lentamente portando a un cambio di abitudini anche tra gli stessi operatori turistici italiani. La stagione turistica infatti si va allungando e se prima le attività si programmavano per terminare entro settembre, adesso invece tutto viene prolungato fino a ottobre. Chi gestisce B&b o alberghi ad esempio, è portato ad assumere personale con la previsione di mantenersi al massimo dell’operatività anche oltre settembre. Chi gestisce locali nelle zone turistiche di mari, quest’anno spesso ha prolungato l’apertura a ben oltre i tradizionali periodi estivi.

Tutto questo è percepito positivamente. Allungare la stagione, vuol dire potersi aspettare più affari e più lavoro. I dati sembrano confermarlo: secondo il Politecnico di Milano, il valore del turismo in Italia quest’anno potrebbe valere 35 miliardi di Euro, scavalcando anche i 33.4 registrati nel 2019. In poche parole, la penisola non solo è tornata ai livelli pre Covid ma ha anche superato gli ultimi anni di riferimento prima della pandemia.

Il trend per i prossimi anni

In futuro la tendenza registrata nel 2023 potrebbe confermarsi. Anzi, la destagionalizzazione dovrebbe essere sempre più realtà. E questo per diversi motivi. In primo luogo, per il passaparola generato negli ultimi mesi: così come rintracciabile sui social, in tanti hanno sottolineato la fatica nel sopportare il caldo torrido del luglio di quest’anno, consigliando quindi un rinvio delle partenze verso il Bel Paese a mesi meno torridi e più gradevoli.

L’altro elemento è dato per l’appunto dal clima: l’estate negli ultimi anni sembra essersi allungata, con temperature spesso sopra media per giorni nei mesi di settembre e ottobre. Con la bella stagione oramai capace di arrivare a ridosso di novembre, è lecito aspettarsi bagnanti soprattutto stranieri e visitatori in molte località italiane.

C’è poi la tematica relativa alle abitudini dei turisti. Come detto, in molte parti d’Europa il periodo per le vacanze non è più ruotante soltanto al mese di agosto. Gradualmente anche gli stessi italiani potrebbero cambiare abitudini. Già oggi il numero di connazionali che spostano, per ragioni di ferie o di biglietti meno esosi, le vacanze in bassa stagione è in crescita.