Home Politics Geopolitics Meloni apre al riconoscimento della Palestina: “Ma a queste due condizioni”

Meloni apre al riconoscimento della Palestina: “Ma a queste due condizioni”

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A margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha annunciato una potenziale apertura storica: l’Italia potrebbe riconoscere ufficialmente la Palestina, ma solo a condizioni precise. Da sempre cauta sulla questione, Meloni ha dichiarato che la maggioranza in Parlamento presenterà una mozione per il riconoscimento, chiarendo però: “Il riconoscimento della Palestina deve essere subordinato a due condizioni: la liberazione degli ostaggi e l’esclusione di Hamas da qualsiasi dinamica di governo all’interno della Palestina”. Quest’iniziativa segna una parziale modifica della posizione italiana, tradizionalmente allineata alla prudenza tedesca e distante dalle recenti mosse di paesi come Francia, Regno Unito e Canada.

Le due condizioni imprescindibili secondo Meloni

Le parole della premier sono state nette: “Dobbiamo capire quali sono le priorità. Io non sono contraria al riconoscimento della Palestina, però dobbiamo darci le priorità giuste”. In concreto, la linea del governo italiano stabilisce due fattori essenziali per appoggiare qualsiasi iniziativa internazionale su una possibile sovranità palestinese: la liberazione degli ostaggi israeliani e l’esclusione totale di Hamas dal futuro assetto istituzionale della Palestina. “Penso che un’iniziativa del genere possa trovare anche il consenso dell’opposizione, non trova sicuramente il consenso di Hamas, non trova magari il consenso da parte degli estremisti islamisti, ma dovrebbe trovare consenso nelle persone di buon senso”, ha aggiunto Meloni.

La pressione su Hamas e la diplomazia internazionale

Secondo Meloni, il dibattitto internazionale tende spesso a considerare il riconoscimento della Palestina come un “efficace strumento di pressione politica”. Tuttavia puntualizza: “Dobbiamo anche capire su chi questa pressione deve agire. Io penso che la principale pressione politica vada fatta nei confronti di Hamas perché è Hamas che ha iniziato questa guerra ed è Hamas che impedisce che la guerra finisca rifiutandosi di consegnare gli ostaggi”. La premier sottolinea quindi la necessità di un impegno comune per la sicurezza e la pace, sostenendo che il problema più grande resti l’attuale coinvolgimento di Hamas nella scena politica palestinese.

Schlein: “Da Meloni giochi di prestigio sulla Palestina”

L’annuncio di Meloni non ha tardato a suscitare reazioni politiche. Dalla minoranza, la segretaria Elly Schlein ha accusato il governo di portare avanti “giochi di prestigio sulla Palestina” e chiesto chiarezza: “Basta propaganda, la riconosce o no?”. Le accuse della Schlein rispecchiano la richiesta di una presa di posizione più netta, alla luce anche delle pressioni internazionali e del recente incremento di paesi favorevoli allo Stato palestinese.

Riforme Onu, Green Deal e lo scenario internazionale: l’intervento di Meloni

Nel corso degli incontri newyorkesi, Meloni ha inoltre commentato il discorso di Donald Trump all’Onu, affermando di condividere molti dei passaggi proposti dal tycoon, in particolare sul tema della migrazione e sulle critiche al Green Deal. “Sono d’accordo sul fatto che un certo approccio ideologico al Green Deal abbia finito per minare la competitivita’ dei nostri sistemi”, ha precisato. Anche sulle riforme degli organismi multilaterali, Meloni si è mostrata disponibile a rivedere ciò “che non funziona” nelle istituzioni come le Nazioni Unite.

Un’Italia prudente ma protagonista

La posizione italiana, pur restando prudente, prova così a rilanciare il dibattito intern e internazionale, invitando anche l’opposizione a unirsi in una scelta che, nell’idea della premier, dovrebbe vedere il consenso “delle persone di buon senso”. Nel frattempo, nel contesto delle tensioni mediorientali, la proposta di Meloni pone l’accento sia sulla sicurezza che sulla possibilità di pace, ribadendo: “Non sono contraria al riconoscimento della Palestina, però dobbiamo darci le priorità giuste”. Piccoli errori o sviste restano possibili in una materia tanto complessa, ma la direzione del governo italiano sembra ora più chiara e meno ambigua.