(Adnkronos) – “Sdrammatizziamo le polemiche. Si è parlato in questi giorni di tagli ai finanziamenti per cinema e audiovisivo. Alla fine sarà un taglio fisiologico, il 5 per cento, in linea con i tagli di tutti i ministeri”. A dirlo è il presidente dell’Anica Francesco Rutelli, commentando le polemiche di questi giorni relative ai tagli per il settore audiovisivo. “Abbiamo letto di cifre non corrispondenti a realtà -spiega Rutelli all’Adnkronos- Ho sentito parlare di 800 milioni all’anno di tax credit per il cinema, in realtà sono 100 milioni, quest’anno. Per la parte intera dell’audiovisivo sono circa 300 milioni”. Cifre “importanti, senza dubbio, e chi fa questi prodotti deve dimostrare di saperli fare sempre meglio, di andare incontro alle attese, di non sprecare”, aggiunge Rutelli.
In questo “c’è un aspetto importante della presa di posizione del ministro Sangiuliano, che ha chiesto che ci siano più controlli che è lo stesso Ministero a dover fare”. Sui controlli, il presidente dell’Anica scandisce: “Se ci saranno più controlli, ben vengano. I controlli sono scarsi perché scarso è il personale addetto. Ma raccogliendo il nostro stimolo il ministro ha annunciato assunzioni mirate. Se qualche prodotto non risponde ai criteri di trasparenza, efficienza, riuscita è giusto eliminare gli sprechi”. Ma sul concetto di ‘riuscita’ c’è una precisazione: “Non tutti i film devono o possono per forza fare boom al botteghino -sottolinea Rutelli all’Adnkronos- Altrimenti nei tempi passati non avremmo avuto Fellini, né Sorrentino”.
Il presidente dell’Anica invita a guardare cosa accade all’estero: “La Francia spende molto più di noi per il cinema. La Germania ha aumentato la spesa. In Spagna viene abbattuto il prelievo fiscale per chi va lì a produrre dall’estero. Negli Stati Uniti è in corso una sfida fra Stati per attirare l’audiovisivo, che crea posti di lavoro”. L’auspicio è che si possa “lavorare tutti assieme per potenziare l’industria italiana del cinema”. Un’industria che va bene, che garantisce occupazione piena: “Ogni euro investito nel settore ne rende 3,5”. In conclusione, “se c’è da tagliare quote di inefficienza, siamo d’accordo spiega Rutelli- Non dare incentivi per l’uscita nelle sale a film destinati alla tv? Incentivare produzioni legate alle qualità italiane? Si può fare. Teniamo conto che in tutto il mondo c’è una gara per attirare gli investimenti del settore”.
Rutelli apprezza poi la lettera inviata dal ministro a conclusione dell’iniziativa dei ‘Dialoghi’, il ciclo di incontri che si sono svolti al Maxxi nell’ambito della festa del Cinema. In particolare dove afferma di “voler dedicare maggiore attenzione alla filiera industriale dell’audiovisivo, riconoscendone l’alto valore”. E a proposito della serie di incontri, che si è conclusa oggi, Rutelli aggiunge: “C’è stato un dialogo a 360 gradi. Quasi settanta relatori che rappresentano tutti i mondi creativi delle industrie, dell’offerta, della domanda, dei rapporti internazionali, delle sale, autori, registi, sceneggiatori. Si è incentrato il dibattito sul tema del pubblico. Stanno tornando a crescere gli spettatori nelle sale, e crediamo debba migliorare la qualità del prodotto, in particolare quello italiano che deve tornare a far sognare il pubblico”.