Home Sports Perché il no ad Amazon non è una brutta notizia per il calcio italiano

Perché il no ad Amazon non è una brutta notizia per il calcio italiano

Diritti tv, il prezzo non è giusto. Il canale della Lega Serie A non è utopia

Mentre i club continuano a duellare sull’ipotesi di ingresso dei fondi nella Serie A (che non piace a Lotito e al partito che ancora si riconosce nel presidente della Lazio), i presidenti di via Rosellini preparano il secondo tempo del match per l’assegnazione dei diritti tv del triennio 2021-2024. La certezza è che il miliardo e 150 milioni sognato resterà un traguardo solo sulla carta, ma la fase a trattativa privata servirà a delineare meglio un quadro che l’amministratore delegato De Siervo ha giudicato non così negativo come si potesse attendere. Il tentativo di sorpasso di DAZN su Sky andrà confermato, così come le manifestazioni di interesse degli altri con sullo sfondo sempre il canale della Lega che avrebbe, però, bisogno di un partner forte così da permettere il rientro dalla finestra di interlocutori rimasti fuori dalla porta principale.

Il modello giusto per la Serie A

La notizia della prima tornata di buste, però, ha ribadito come il calcio italiano fatichi ad essere interessante per la nuova generazione di operatori. Ha fatto rumore l’assenza di un’offerta di Amazon che era stata preannunciata dalla stessa azienda. Volevano acquisire un pacchetto di partite, qualche giornata, non previsto dal bando e che avrebbe creato intralci all’architettura del progetto industriale degli altri. La Lega ha detto ‘no, grazie’ e si è andati avanti così. I critici lo hanno letto come l’ennesima conferma dell’incapacità di creare un prodotto appetibile per nuovi investitori, nella realtà è stata la certificazione che quel modello economico non interessa fino in fondo i club. True News lo ha già scritto lo scorso 22 gennaio e l’evoluzione dell’asta non può sorprendere.

Non è una sconfitta

Il ‘no, grazie’ reciproco con Amazon non deve essere letto come una sconfitta, ma come un passaggio fisiologico. E di sicuro non può dispiacere i tifosi italiani che si sarebbero visti costretti a moltiplicare ulteriormente pacchetti, piattaforme e abbonamenti per seguire la Serie A. Spendendo sempre di più e non qualcosa in meno, come qualcuno li illude periodicamente di poter fare. A meno di non credere che Amazon o chi per esso non scelgano di investire centinaia di milioni di euro senza avere un ritorno immediato.