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Rai, i fedelissimi di Casalino e Conte ora rischiano il posto

Rai, i fedelissimi di Casalino e Conte ora rischiano il posto

Quando cambia il vento della politica (e del potere) in Italia c’è un posto dove gli spifferi, anzi, le raffiche, arrivano prima che altrove: la Rai.

Con la fine del governo Conte (e dell’era Casalino) e con l’arrivo del più sobrio Mario Draghi è infatti scattata nei corridoi della tv di Stato la corsa al “riposizionamento”. Sia chiaro: il neo premier non ha alcuna intenzione di occuparsi di poltrone nella tv pubblica ma i rapporti di potere inevitabilmente sono cambiati e gli equilibri, precari, lasciano spazio a crolli e scivolate. Tutti quelli che avevano cercato e trovato protezione dal M5S, dal premier Conte e dal suo potentissimo capo della comunicazione oggi temono di perdere il posto al sole conquistato.

Sono diversi infatti quelli che in poche ore stanno quasi rinnegando un anno e mezzo di fedeltà pronti a cercare appigli altrove. Operazioni già viste mille volte anche in passato ma che non sempre vanno a buon fine. C’è ad esempio una persona, già alle prese con le difficoltà legate agli ascolti della sua trasmissione (spesso cancellata per vari motivi), che dopo aver sorriso a Palazzo Chigi ha provato a richiamare i vecchi amici della Lega trovando dall’altra parte qualcuno con la memoria lunga che, inutile dire, ha respinto al mittente la richiesta d’aiuto.

Ma il vento del cambiamento riguarda soprattutto la rete ammiraglia, Rai 1 ed il suo Tg. Per la guida della rete Coletta, in difficoltà anche per i cali generalizzati d’ascolto, rischia il posto e c’è già chi vede nel suo ufficio il ritorno di Teresa De Santis, la vera responsabile del clamoroso successo di Sanremo 2020. Per il principale telegiornale il Pd starebbe spingendo il nome di Simona Sala, attuale direttore di Radio 1.

Ma c’è movimento anche in Parlamento. Fratelli d’Italia starebbe provando prendersilaPresidenza della Commissione di Vigilanza Rai affidandola a Daniela Santanché, al posto di Barachini (Fi) che potrebbe diventare sottosegretario alle Telecomunicazioni.

C’è poi la partita del CdA. Tutti danno Salini in uscita ma anche lo stesso Presidente Foa sarebbe a rischio. Perché il vento quando cambia può fare due cose: spingerti in avanti o farti cadere.