Home Politics I fondi neri russi alla Lega finiscono nel nulla: la Procura chiede l’archiviazione per Savoini e i soci del Metropol

I fondi neri russi alla Lega finiscono nel nulla: la Procura chiede l’archiviazione per Savoini e i soci del Metropol

I fondi neri russi alla Lega finiscono nel nulla: la Procura chiede l’archiviazione per Savoini e i soci del Metropol

I fondi neri russi alla Lega alla rfiniscono con un nulla di fatto. La Procura di Milano, dopo tre anni dall’avvio delle indagini, ha chiesto l’archiviazione per tutti gli indagati nel processo sui presunti fondi neri russi alla Lega. Si conclude così l’inchiesta Metropool che ha visto come protagonista, in negativo, Gianluca Savoini, portavoce di Matteo Salvini. Il lobbista, assieme ad altri due italiani e tre russi, aveva partecipato a un incontro diretto a finanziare il partito con i soldi del petrolio russo. La trattativa, del valore di 1,5 miliardi, avrebbe portato 3 milioni nelle casse della Lega.

Fondi neri, il presunto reato di “corruzione internazionale”

Russi e leghisti avrebbero, secondo il capo d’accusa, compiuto il reato di corruzione internazionale tra Roma, Milano e Mosca il 10 marzo 2019 e il 29 ottobre 2019. Come riporta oggi La Verità, la Procura avanza la richiesta di archiviazione anche per Gianluca Meranda, il presunto “massone” e per l’ex sindacalista, Francesco Vannucci.

Fondi neri, le inchieste e lo scandalo

A far emergere i dettagli dell’incontro furono una serie di inchieste giornalistiche, firmate da L’Espresso e da BuzzFeed. Secondo i cronisti, Savoini avrebbe incontrato altre cinque persone, italiane e russe, presso l’hotel moscovita Metropol per organizzare una compravendita di 3 milioni di tonnellate di gasolio di tipo “Gasoil EN 590 standards Udsl“.  Avrebbero dovuto essere trasferito in 6 mesi o un anno, tra la russa Rosneft e l’italiana ENI, attraverso l’intermediazione della Avangard Oil & Gas. Un’azienda facente capo per l’1% direttamente al già citato Malofeev e per il 99% a una società di proprietà di un suo dipendente. I cronisti, ascoltati come persone informate dei fatti, hanno confermato di trovarsi nella stessa sala del Metropol. Erano ad appena  un tavolo accanto a quello dell’incontro tra Savoini e i russi. Di quella presenza resta solo un file audio, depositato alla Procura, ma nessuna foto.

Per la Procura, “con un grado di elevata credibilità”, la registrazione sarebbe attribuibile allo stesso Meranda. I magistrati inquirenti avrebbero individuato due dei russi seduti a quel tavolo. Si tratterebbe di Karchenko e Yakunin, il primo presidente del movimento Eurasia – collegato all’Italia dall’associazione Russia-Lombardia, all’epoca presieduta proprio da Savoini . Il secondo, invece, partecipava in qualità di rappresentante di una partecipata del governo russo.

Ma, a quanto pare, in quell’incontro non si definorono le basi per una corruzione internazionale.