Home Politics Decreto Sostegni, la rabbia dei piccoli comuni dopo il taglio dei fondi

Decreto Sostegni, la rabbia dei piccoli comuni dopo il taglio dei fondi

Decreto Sostegni, la rabbia dei piccoli comuni dopo il taglio dei fondi

di Sara Greta Passarin

Il taglio dei fondi alle attività economiche dei borghi turistici, deciso in maniera inaspettata dal Governo Draghi, rischia di aggravare le difficoltà di imprese già in ginocchio per la pandemia. Il nuovo Decreto Sostegni, infatti, toglie l’accesso al fondo perduto a chi opera nei comuni-santuario che hanno meno di 10 mila abitanti.

L’idea di dare un aiuto in primis a bar, ristoranti e alberghi delle città turistiche ha origine nel Decreto Agosto, dove però il fondo perduto era previsto per i comuni capoluogo di città metropolitana e per i comuni capoluogo di provincia (in maniera non indiscriminata, ma sulla base di un calcolo delle presenze turistiche in rapporto alla popolazione residente). In questo modo le imprese di molte città, una su tutte Assisi ma anche dei borghi turistici, si erano trovate tagliate fuori da questa tipologia di contributo. Soltanto con l’ultima legge di bilancio, in sede di conversione alle Camere, i comuni-santuario erano stati inclusi e la questione pareva essersi finalmente risolta. E invece no perchè il nuovo Decreto Sostegni, a meno che non ri-intervenga il Parlamento, ha fatto sapere alle attività economiche dei piccoli comuni (molti dei quali nel Centro Italia e già provati dal terremoto) che per loro i fondi non ci saranno.

Si salva invece la città di Assisi, ufficialmente perché ha più di 10 mila abitanti. Ma i più maliziosi pensano ad una norma “salva-comunali”, pensata ad hoc proprio per la città di San Francesco.

Il primo ad insorgere contro la norma e ad assicurare battaglia è stato Vincenzo Bianconi, consigliere regionale dell’Umbria e anche ex presidente della Federalberghi della sua Regione. Il quale, senza mezzi termini, considera la decisione un colpo durissimo per il futuro di quei territori. Basti pensare ad alcune realtà come Cascia (la città di Santa Rita) che vive di un turismo agroalimentare/religioso ad oggi totalmente fermo. Messo a dura prova non solo dalla pandemia ma anche dal sisma di qualche anno fa. “La politica non può scegliere di abbandonare, consapevolmente, le aree più vulnerabili del paese – ha commentato Bianconi – che resistono soltanto per il senso di abnegazione della popolazione. Per l’economia della Valnerina sarebbe un colpo mortale e mi auguro che  la presidente faccia sentire la sua voce. Ho parlato anche con il sindaco di Cascia ed è molto preoccupato”. La norma quindi, il consigliere regionale ne è convinto, deve essere cambiata e il Parlamento deve fare la sua parte per correggerla. “Non si può togliere ossigeno ad un malato già gravissimo – conclude – duramente colpito già dalla vicenda del terremoto”.